Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
mar 04 mar. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Angiolo - 20 giugno 1996
DI SBANDAMENTO IN SBANDAMENTO
di Paolo Vigevano

"L'Opinione", pagg. 1/2

Il risultato delle elezioni siciliane era prevedibile e fu da noi, anche dinanzi ai più qualificati esponenti di Forza Italia, tempestivamente predetto. Come non mettere in conto, infatti, che in una competizione a carattere forzatamente localista il Polo ma sopratutto Forza Italia avrebbero perduto circa un 30% rispetto alla precedente competizione nazionale; e che a questa percentuale si sarebbe dovuto sommare, in negativo, quella determinata dall'effetto trascinante della ancora bruciante sconfitta del 21 aprile? Per rovesciare la previsione si sarebbe dovuto puntare sul più vigoroso rilancio del progetto 'politico' originario e complessivo, grazie al quale bloccare il riflusso (tipico in una campagna come quella siciliana) verso ovvie posizioni di ristagno localistico ed anche (nel bene come nel male) clientelare: le quali invece, nell'assenza di un programma di rinnovamento liberale e quindi intrinsecamente federalista e 'siciliano' nella migliore accezione, hanno prevalso quasi incontrastate. E' inutil

e rinfacciare oggi, a questo o a quello, di aver "riciclato" o di aver fatto una campagna clientelare: non si addebiti all'episodio isolano quella che è stata una costante di chi, dopo aver determinato il ribaltone, ne è venuto tirando fuori, giorno dopo giorno, i frutti sperati e calcolati.

Altri errori, poi, devono essere individuati nelle incertezze della componente 'liberale' interna a F.I. rispetto agli sbandamenti di linea che il Movimento ha evidenziato a pochi giorni dal voto, col risultato di vanificare l'impostazione primaria della campagna, coi suoi apprezzabili spunti di novità.

Se ricordiamo queste cose è perché, come Riformatori, crediamo di aver gettato tutte le nostre forze nel confronto elettorale siciliano. Si tenga presente, per capirci, che nel 17% di suffragi rivendicati da F.I. si deve tener conto, in tutto o in parte, di quel 2,8% che la Lista Pannella Sgarbi aveva autonomamente ottenuto il 21 aprile. Ma, al di là di questa legittima rivendicazione per il presente, i Riformatori possono affermare senza possibilità di smentita o di dubbio di aver profuso ogni energia, dal 1994 a ieri, per lealmente difendere, promuovere e rilanciare il progetto liberale e liberista, europeo, sul quale si era costruita la vittoria del 26-27 marzo di quell'anno; a differenza, come tutti hanno potuto constatare, di altri gruppi o forze confluite sotto l'egida berlusconiana più spesso per rosicchiarne margini di utili che per sostenerne le alterne e a volte periclitanti fortune.

Di questo contributo non si è mai voluto tener conto, e invece di valorizzarlo se ne è fatto a volte, letteralmente, strame. Oggi, così, non ci resta che ribadire quanto già ieri dichiarato. Noi non siamo tributari, rispetto a Berlusconi e a Forza Italia, nè di posti nè di carriere, nè di elezioni. Siamo, piuttosto, dei creditori che non intendono soggiacere alla legge della giungla consueta, per la quale i creditori si ammazzano e i debitori si tengono cari. La sbrigativa sufficienza con la quale il leader di Forza Italia liquida dissensi e critiche interne, oggi come ieri, costituisce politicamente una manifestazione di arroganza, che si aggiunge a quelle già sospettabili di insipienza.

Il Movimento dei Club Pannella-Riformatori ha subìto e taciuto per senso estremo di responsabilità, da dopo il 21 aprile, proprio in vista delle elezioni amministrative e delle regionali siciliane, e per opporre a comportamenti inqualificabili e incomprensibili di Berlusconi una strenua difesa delle alleanze e degli accordi stipulati con Forza Italia a con il Polo, delle loro ragioni e dei loro obiettivi. Al rifiuto del dialogo, al tradimento immediato dei patti, all'ostracismo, al tentativo di stravolgere strategie, valori, obiettivi, abbiamo opposto una integra fedeltà alle grandi ragioni ideali che hanno portato tanta parte del Paese a scegliere Forza Italia e le componenti liberali del Polo.

Ora diciamo basta. Chiediamo si trovino o ritrovino immediatamente luoghi e procedure di dialogo e di confronto politici istituzionalmente responsabili; altrimenti non si potrà che passare al confronto pubblico, ed al rilancio intransigente delle ragioni e della forza di un'alternativa liberale e radicale nel Paese.

In Consiglio generale, a Roma, il 12, 13, 14 luglio, assumendoci le nostre responsabilità metteremo anche gli altri dinanzi alle loro. Fino a quel momento, saremo assorbiti in una serie di consultazioni tra forze ed iscritti al Movimento, regione per regione, dove già sono vive e pronte a ripartire le migliori nostre energie di militanti.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail