Qualcuno (Flaiano?) ha detto che gli italiani sono sempre pronti a correre in soccorso al vincitore. Perché il nostro Movimento dovrebbe essere differente? Cioè, mi spiego: non siamo il giardino degli eletti. Evidentemente anche tra noi c'è chi è pronto a seguire il capo quandio tutto va bene - o meglio, quando sembra che tutto vada bene - salvo reagire col ditino levato della serie "Io l'avevo detto" appena le cose non vanno come si sperava. E cercare un capro espiatorio su cui scaricare le proiprie frustrazini. L'esercizio dell'intelligenza è faticoso e spesso frustrante: l'invettiva, la facile sentenza, il senno di poi sono comode scorciatoie per scaricare la coscienza.Però, Laura, non sono d'accordo che militare in un movimento che si riconosce totalmente, anche nel nome, in un leader significhi accettare sempre e comunque le sue decisioni, senza dibattito, senza critica, senza scontro anche duro.
Io posso benissimo accettare la leadership di Marco ma magari oppormi alle sue proposte, fare una battaglia dentro il movimento,andare al voto e, se perdo, accettare le decisioni della maggioranza. Così si è sempre fatto tra i radicali. O no? Ma so benissimo che tu questo intendevi.