COMUNICATO STAMPADichiarazione di Olivier Dupuis, Segretario e di Danilo Quinto, Tesoriere del Partito Radicale, transnazionale e transpartito.
"LA ROSA NEL PUGNO, SIMBOLO DELLE GRANDI LOTTE E CONQUISTE CIVILI E REFERENDARIE DI QUESTO PAESE, E' E RIMANE DI PROPRIETA' DEL PARTITO RADICALE".
La "Rosa nel pugno", simbolo del socialismo europeo, è stato il simbolo del Partito Radicale fino al gennaio del 1988, quando il Partito Radicale, da soggetto soprattutto italiano, decise nel suo Congresso di Bologna di trasformarsi in transpartito politico transnazionale, aprendo un percorso difficile, assolutamente inedito, e ancora una volta precursore.
Se il simbolo del Partito transnazionale è oggi, e dal 1988, il volto di Gandhi composto graficamente con le parole "Partito Radicale" in decine di lingue, il simbolo della "Rosa nel pugno" rimane legalmente di proprietà del Partito Radicale, in Italia. Lo è dal 1975, in base ad un contratto scritto".
"Se, dunque, sul piano legale, non vi è alcun dubbio né alcun problema sul punto della titolarità del simbolo, che, se necessario, rivendicheremo in sede giurisdizionale, non vi è d'altra parte alcun dubbio che quanto sta accadendo in Italia a proposito della "Rosa nel pugno" costituisce un evidente tentativo di rimozione politica. Di cancellazione, di ostracismo.
Accadeva nella Cina imperiale che chi si chiamasse come l'imperatore, non potesse usare quel nome, quell'ideogramma, quel logo. Produttori di vasi o di altro dovevano cancellare il proprio nome dai loro prodotti, così come quei sudditi che quel nome condividevano con l'imperatore, dovevano rinuoverlo, cancellarlo - insieme alla loro identità.
Le leggi, l'ordinamento giuridico, i magistrati, nella Italia di oggi, sono però di certo diversi - così speriamo e confidiamo - da quelli della Cina Imperiale, e da quelli della Cina di oggi".