QUALE RIDUZIONE DEL DANNO?
A PARTIRE DA OGGI IL SENATO DISCUTE IL DECRETO SULLA RIDUZIONE DEL DANNO, CHE, IN SEDE DI CONVERSIONE, ALLA CAMERA E' STATO STRAVOLTO DA UN EMENDAMENTO DELLA LEGA- VOTATO DA TUTTO IL PARLAMENTO (TUTTO) CON 419 FAVORELI 4 CONTRARI, E 9 ASTENUTI- CHE PRECLUDE AL 99% DEI MEDICI ITALIANI (AD ECCEZIONE DI QUELLI CHE LAVORANO NEI SERVIZI SULLE TOSSICODIPENDENZE DELLE USL) LA POSSIBILITA' DI PRESCRIVERE METADONE, E QUINDI DI CURARE LE DIPENDENZE DA OPPIACEI.
QUESTA NORMA CONTRASTA IN MANIERA PALESE CON I RISULTATI DEL REFERENDUM DEL 1993, CHE ABROGO' UNA NORMA ANALOGA CONTENUTA NELLA LEGGE JERVOLINO VASSALLI, E, QUALORA VENISSE APPROVATA ANCHE DAL SENATO, COSTRINGERA IL CORA, COME COMITATO REFERENDARIO, A SOLLEVARE UN CONFLITTO DI ATTRIBUZIONI FRA POTERI DELLO STATO DINANZI ALLA CORTE COSTITUZIONALE.
"DOVE ERANO ALLA CAMERA GLI ANTIPROIBIZIONISTI, I "RIDUZIONISTI DEL DANNO", I PROFESSIONISTI DELLA SOLIDARIETA'?
DOVE SARANNO AL SENATO?"
DICHIARAZIONE DEL PROFESSOR FABRIZIO STARACE, DELLA DIREZIONE NAZIONALE DEL CORA.
"Stando ai verbali della Camera, le centinaia di parlamentari che in campagna elettorale (nell'uno e nell'altro schieramento) avevano contratto impegni con gli elettori per la modifica della legge sulla droga in senso antiproibizionista, o "riduzionista del danno", o semplicemente liberale, hanno votato un emendamento che reintroduce una delle norme più odiose della legge Jervolino- Vassalli; quella che istituisce un monopolio neppure di stato per la prescrizione del metadone, riservandone la possibilità ai soli medici dei servizi per le tossicodipendenze delle Usl (che, peraltro, hanno apertamente criticato questo provvedimento).
Se questa versione del decreto verrà convertita in legge, il provvedimento passerà alla storia come il decreto della riduzione, non già del danno, bensì dei diritti e delle cure, e comporterà l'interruzione delle migliaia di trattamenti metadonici oggi effettuati presso medici di medicina generale, o altre istituzioni sanitarie.
Chiediamo ai senatori di riparare all'errore (o all'orrore), che la Camera ha commesso. E chiediamo al Ministro Turco di dimostrare che le sue parole, immediatamente successive all'insediamento, di apertura verso la riforma delle politiche sulla droga non erano uno stanco strascico di vecchi comizi elettorali."
Roma, 4 luglio 1996.