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Conferenza Movimento club Pannella
Donvito Vincenzo - 8 luglio 1996
iniziativa politica e antiproibizionismo

appunti e riflessioni il giorno dopo due importanti iniziative in Toscana

Ieri sera si è concluso il "tour de force" che ha visto i radicali/riformatori toscani impegnati ad Arezzo e a Pistoia.

Nel primo caso, Arezzo, si trattava della presenza di uno stand nello stadio della città, dove dal 3 al 7 luglio -5 giorni- si è svolto un festival di musica rock, Arezzo Wave, a cui le cronache accreditano la partecipazione di 70 mila persone per tutto il periodo.

Nel secondo caso, Pistoia, si trattava della presenza di un mega-tavolo nel centro della città, in un apposito spazio adibito a stand e banchini vari, dove dal 5 al 7 luglio -3 giorni- si è tenuto un festival di musica blues, Pistoia blues, a cui le cronache accreditano una partecipazione di 30 mila persone.

Non so da quanto tempo non si verificava una presenza del genere, che si presentava con il marchio "Antiproibizionisti radicali", ma sicuramente si èavuto l'impressione di "giocare in casa".

Veniamo ai numeri, e poi alle valutazioni.

Materiali con cui erano attrezzati i tavoli /stand, che, per tutto il periodo dei festival, sono stati aperti dalle 19 alle 1 per Arezzo, e dalle 21 alle 3 per Pistoia:

- petizione col titolo "Droga Illegale, Marco Pannella in galera", in cui si dava solidarietà a Pannella e si chiedeva un'immediata discussione al Parlamento sul progetto di legge d'iniziativa popolare del Cora.

- molti libri e opuscoli, non solo sull'antiproibizionismo, ma anche su Nessuno Tocchi Caino, Partito Radicale e Pannella personaggio.

- molti gadget (accendini, magliette, cappellini, orologi, spillette, adesivi, etc...) con prevalenza dello slogan "legalize it"

- striscioni: ad Arezzo troneggiva sullo stand un "ANTIPROIBIZIONISTI RADICALI" illuminato da un faro di 500 watt; a Pistoia una struttura volante reggeva un "CORA, COORDINAMENTO RADICALE ANTIPROIBIZIONISTA" alle spalle del mega-tavolo.

- volantini: solo ad Arezzo, 25 mila con "Legalizzala" affianco alla fogliolina della marijuana e un invito a venire allo stand, mentre sul retro era tutto su Radio Radicale (presentazione, frequenze, indirizzi ....), distribuiti all'ingresso dello stadio. A Pistoia solo qualche migliaio tenuti sul tavolo, perchè la situazione logistica -in uno spazio non delimitato come lo stadio di Arezzo, ma una strada del centro cittadino- non consentiva un volantinaggio se non molto dispersivo, a causa anche della calca diffusa.

Risultati.

Arezzo. Circa 3 milioni di contributi, a fronte di poco più di 1 migliaio di firme (la petizione è stata presente solo gli ultimi tre giorni, e di questi solo negli ultimi due, con la soluzione logistica del tavolino separato dove si raccoglievano solo firme e contributi, ha dato risultati in media con le ottime prestazioni delle migliori piazze dei centri storici in piena campagna referendaria: basti ricordare che solo domenica sono state raccolte 200 mila lire di contributi, in un luogo ostico alla raccolta -giovani, più o meno fricchettoni con pochi soldi). Dopo quello della birra Tuborg, che era accanto al nostro, lo stand radicale/riformatore, è stato sicurametne il più frequentato. La struttura in dotazione era uno stand chiuso e coperto a casetta di 16 mq, addobbato con bandiere del Tibet e del Partito Radicale, un tavolo a forma di U con tutto il materiale in forma espositiva, lo striscione di cui sopra, cartelli vari anche sul camminamento tra lo stand e il palco della musica. La gestione è stata po

ssibile grazie ai compagni toscani (agli appelli per Agorà e per radio alla partecipazione da ogni dove, non ha risposto alcuno) di Arezzo, Firenze, Lucca, Pisa, Livorno, Siena, Grosseto e Prato (i pistoiesi erano ovviamente esonerati), che, più o meno a turno -con un nucleo di 3 manipoli fissi- hanno garantito una turnazione di una decina di persone a serata, dislocate tra stand e distribuzione di volantini agli ingressi. Per capire la collaborazione regionale, valga questo esempio: lo stand è stato trovato dai compagni di Lucca presso un conoscente di Pisa, dove siamo andati a prenderlo con un camion procurato dai compagni di Prato, per essere montato ad Arezzo insieme ai compagni di Firenze ......

Pistoia. Circa 800 mila lire di contributi, a fronte di poco più di 600 firme (la petizione rappresentava l'elemento centrale d'attrattiva). I contributi sono stati tutti proventi della vendita dei materiali, anche perchè non si è separato i due momenti e la presenza di fricchettoni squattrinati -dato il carattere del festival- era molto più alta che non ad Arezzo. Il megatavolo è stato gestito dai soli compagni pistoiesi (esonerati, per l'occasione, da tutto il resto ...), grazie ad un manipolo fisso di 3 persone, intorno alle quali hanno roteato una media di 5-6 persone a serata. Pistoia, comunque, ha risentito di un'organizzazione un po' più fiacca, perchè la presenza è stata decisa un po' all'ultimo momento, e quindi il supporto del coordinamento regionale (in tutti i sensi, compreso quello della promozione stampa) non è stato impostato fin dall'inizio in senso bidirezionale.

Valutazioni

Al di là degli aspetti economici e organizzativi -che non a caso, però, ho premesso- c'è da registrare un successo di presenza politica in entrambi i luoghi. Ad Arezzo, in particolare, si è puntato su un'immagine più globale, grazie anche alla presenza della neo-nascenda redazione toscana di Radio Radicale, che, per l'appunto, essendo neo-nascenda e non neo-nata, non è stata in grado di essere anche a Pistoia, e grazie anche ad una campagna di stampa che ci ha visto più volte presenti nelle cronache locali dei giornali e delle radio, nonchè in alcune cronache radiofoniche nazionali. Chi ha avuto modo di ascoltare alcune registrazioni di interviste passate a RR, potrà essersi fatto un'idea.

Tutti quelli che sono stati avvicinati riconoscono a Pannella e alla nostra organizzazione -genericamente e quasi esclusivamente individuata come "i radicali"- la capacità esclusiva d'iniziativa politica positiva in materia, e nello stesso tempo hanno evidenziato la latitanza di tutte le altre forze politiche -destra o sinistra che siano. Non solo, ma viene auspicato che "i radicali" continuino la loro azione, perchè sono gli unici che per storia, capacità e metodo, hanno dimostrato e mostrato di essere in grado di arrivare ad una legalizzazione: fatto, questo, riconosciuto anche dai più acerrimi sostenitori di un "Pannella venduto a Berlusconi" ... in verità molto pochi .... almeno tra quelli che ce lo hanno manifestato con modi civili e non.

Considerazioni

La mobilitazione è stata molto al di sotto delle aspettative, con assenze e sparizioni ingiustificate, ma comprensibili grazie al clima politico "interno" che si è creato in questi ultimi mesi intorno alla nostra organizzazione in senso generico. Ragion per cui, non dispererei, perchè il significato di base di questa mobilitazione remava all'incontrario dei non-stimoli che giungevano dagli organismi centrali della nostra organizzazione, tutta tesa ad attendere un Godot che, quelle poche volte che si è fatto sentire, ha sempre ricordato che lui non era Godot ..... ma i "godottiani", si sa, sono più realisti del re.

Credo che quanto successo in questo lungo fine-settimana, ci debba far riflettere tutti -protagonisti diretti, indiretti e lettori dell'esperienza- su come fino ad oggi sia stato "lasciato correre" un modo di essere e di fare politica, che ha sempre determinato il successo delle battaglie radicali, e che ogni qualvolta è stato abbandonato per privilegiarne altri, ha sempre registrato dissolvimenti e fughe -anche da se stessi.

Qui si tratta di capire -e mi rivolgo agli assenti, o agli eterni stanchi, o agli eterni critici "ma questi sono metodi superati dai fatti" e "non ne posso più di tavoli ....", o a tutti quelli che nella loro vita hanno deciso di dedicarsi ad altri interessi e non vogliono ancora dirselo- che se si intende operare per modificare l'esistente, si deve partire dall'applicazione in prima persona, con il coinvolgimento diretto, del proprio essere libertari. In questi ultimi mesi in particolare, e più in generale dalla consegna delle firme per i 20 referendum, per molti sembra essere finita una stagione politica, perchè avendo quasi fideisticamente consegnato le sorti delle proprie capacità e delle proprie analisi al leader, quando quest'ultimo fa un po' meno il leader per motivi che sono propriamente suoi, il mondo casca a pezzetti. Peggio: in questi casi basta una qualunque mezza frase o, meglio, interpretazione di mezza frase del leader, che la giustificazione alla latitanza di quello che si dice essere ciò in

cui si crede, è pronta e confezionata.

Questa è una lettura, ovviamente. E bisogna andare oltre. In particolare, per chi non si sente compreso in questa lettura o per chi se ne sente compreso e intende andare oltre, credo sia proprio il caso di darsi da fare, perchè in questo momento il ferro è ancora caldo, su molte cose la nostra storia e le nostre vittorie non sono ancora viste e sentite -anche e soprattuto da noi stessi- come un ritornello -spesso comprensibile agli iniziati- che si ripete a vuoto e in continuazione. Abbiamo, cioè, delle carti ottime ancora da giocare senza rischiare di essere le comparse di noi stessi.

C'è chi preferisce strapparsi le vesti sul movimento che è moribondo o che è morto. Liberi di farlo, così come altri sono liberi di reimpostare e rilanciare quelle battaglie che credono possono servire per l'alternativa al regime -sia culturale che politico. I momenti di riflessioni, specie se prolungati rasentando l'inazione, possono essere negativi: e credo che siamo in presenza di questo. I tempi, comunque non ce lo consentono. Se infatti intendiamo fare tesoro dell'esperienza di questo lungo week-end, abbiamo solo l'estate davanti a noi. Il Pannella sta già armeggiando per portare l'azione e la disobbedienza alle estreme conseguenze: bene! benissimo, anzi! Ma non sottovalutiamo la capacità che questo regime ha di assorbire anche le iniziative di Pannella, proprio perchè a differenza del regime della prima fase, tra i macchinisti ha arruolato anche molti sostenitori del "dirittismo" civile, di quelli che riescono a mettere in una schiacciasassi tutto quello che è successo in materia negli ultimi venti ann

i e a farlo diventare non solo la controfigura di se stesso, ma anche il suo perfetto contrario. Come evitare questo? Non certo standosene a casa o sulle spiagge di merda dove molti anche di noi vanno a distruggersi in questa stagione, o magari lamentandosi in non so quale circolo di persone sulla cattiva censura che non parla dei radicali, di Pannella e delle malefatte del regime. L'esempio di Radio Radicale non è ancora ben compreso. Ma se pensiamo che oggi noi riusciamo ad essere ciò che siamo e a comunicarcelo, lo dobbiamo molto a Radio Radicale, forse qualche stralcio di lume si accende. La comunicazione alternativa, anche se non è ciò che ti porta alla vittoria, è sicuramente ciò che ti consente di esistere e quindi di coinvolgere nuove persone, è ciò che ti consente di creare quelle condizioni del passaggio dalla comunicazione alternativa alla comunicazione a 360 gradi, è quella che ti consente, per esempio, di raccogliere anche le firme per presentarti ovunque alle elezioni -quando credi che questo s

ia una strategia da seguire o almeno un'arma minacciosa nei confronti dei tuoi potenziali alleati (.... chi ha orecchie per intendere, intenda ...) per convincerli dove hanno orecchie chiuse. E' quello che ti consente di avere punti di riferimento dove ogni volta non sia un problema stampare un volantino o fare un comunicato o trovare un luogo in cui incontrarsi. Sarà anche tanto romantico e famigliarmente compagnardo vantarsi che le nostre sedi sono le case dei compagni ..... ma quante cose in più -e fatte meglio- si mettono in opera quando ci sono telefoni e fotocopiatrici e computer e Agorà e fax e soldini e sedi aperte in cui c'è sempre qualcuno a risponderti .... . E per fare questo, un metodo è anche quello del nostro lungo week-end, dove nascono e si alimentano stime, simpatie, amori, sorrisi e stanchezze che comunicano che qualcosa di positivo è in atto, dentro e all'esterno di noi ... e dove tutto questo viene anche meglio comunicato all'esterno, con militanti col sorriso e la parola e l'occhio dell

a convinzione e la consapevolezza dell'utilità di ciò che stanno facendo in ogni piccola parola e in ogni piccolo gesto (altrochè tavoli dove alcuni vengono per mezzora, facendo finta di darsi da fare solo perchè non sanno dire di no alla tua telefonata e ad una loro fiammella di coscienza di convincimenti del passato).

Ho trovato molto di più negli occhi e nel puzzo di sudore e di polvere di questi giorni di ragazzi con la voglia o la disperazione di vivere, che non nei finti incontri di finti esseri umani che sapevano di profumo e basta (senza quell'odore che ti fa uscire il profumo da una rivista di carta patinata per portartelo alla dimensione umana), che non nei gessati di quei ragazzi con la voglia della disperazione del potere e che nascono autocandidati a non so quale poltrona. Non so, al di là delle mie sensazioni, chi sia giusto o meno (ammesso che possano esistere in questo ambito categorie del giusto e del non-giusto), ma registro, a partire dal mio essere in agio, le migliaia di persone a cui ho dato un volantino, chiesto una firma, chiesto un contributo, venduto un ciondolino quanto un libriccino. Le registro molto simili a quelle che con convinzione venivano ai tavoli a firmare i 20 referendum. E le registro dopo mesi di continue richieste a chi si è detto d'accordo con noi e che invece ha giocato a massacrar

ci grazie alla nostra meravigliosa ingenuità. Le registro dopo mesi di toc toc a vuoto alle varie porte dei palazzi di coloro che prendono e gestiscono i voti, dove ogni toc toc è stato come una mazzata sulle nostre capacità d'esserci e di riuscire a comunicare. Le registro perchè mi consentono di impedire che la presunta galera del Pannella non sia solo beffeggiata dall'informazione di regime diffusa negli acquitrini urbani e balneari.

Non c'è tempo da perdere. Ognuno scelga.

I "ragazzi di Toscana" -come ci chiama il Cucco torinese- sono disponibili a tutto nella lotta per la libertà, e per loro Godot è morto con Bertold Brecht. Il compagno Pannella lo aspettiamo alla prossima stazione di servizio, anche perchè la nostra automobile è meno potente della sua e quindi per lui non sarà faticoso raggiungerci, ma se per partire dobbiamo sempre stare ad aspettare le sue lunghe sedute in bagno, finisce che quando poi si parte insieme, lui corre tanto in avanti che poi lo perdiamo, senza sapere se è uscito a qualche casello o se si è messo a costruire un pezzo di nuova autostrada per raggiungere ciò che ancora non è stato raggiunto.

 
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