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Conferenza Movimento club Pannella
Donvito Vincenzo - 10 luglio 1996
antiproibizionismo ampio
tutto ciò che è vietato è proibito! Quindi lottare per il suo non-divieto diventa automaticament antiproibizionismo. Concetto base chevale per molti divieti che la nostra società e il nostro ordinamento illiberale ci impongono a vari livelli, non ultimi quelli culturali.

Ma, persemplicità d'azione politica, nonchè di analisi, distinguerei l'antiproibizionismo sulle droghe da quanto ci ricorda e sostiene la Donatella di Arezzo -prostituzione e gioco d'azzardo. Infatti, perchè non inserire anche l'abolizine dellaproibizione di vendere bambini già fatti? Immorale, non più di quanto sia immorale prostituirsi o consumare droghe fino adecidere di scoppiarvi dentro ... cioè tutte sfere di una moralità che può essere relegata nelal dimensionedelle scelte dell'individuo, e quindi rispettate perchè non ledono la libertà della società nel suo complesso.

Qui si tratta di scegliere, in termini lessicali e in termini di priorità.

In termini lessicali cercherei di utilizzare la parola antiproibizionismo solo per le droghe. Solo per semplicità. Così come per semplicità oggi, quando si dice obiezione di coscienza, si intende quella al servizio militare. Una questione d'imemdiatezza e di slogan di immediata pres.

In termini di priorità, ricorderei tuttiquei cittadini che venendo ai tavoli su cui raccoglievamo le firme per i 20 referendum, ci dicevano: "ma perchè non raccogliete le firme per l'argomento pinco e l'argomento pallo?", e noi, alzando gli occhi e i gomiti e i polsi gonfi dall scrivere veloce, lanciavamo occhiate d'odio.

Se c'è un caratteristica del nostro movimento (in senso ampio, non solo pannelliano) è proprio quella delal totale mancanza di velleitarismo. Ci si può accusare di tante cose, ma non di essere stati e di essere dispersivi. Abbiamo sempre -e finora dove ce n'è stata la possibilità, il metodo è stato vincente- deciso di imepgnarci su qanto eravamo in grado di portare avanti.

E ora ne abbiamo ben 20 di quesiti già avviati e che molto difficilmente saremo in grado di gestire. Se a questi dobbiamo anche aggiungere tutto quanto ci sembra importante -e non metto in dubbio che per ognuno di noi, anche in termini culturali, lo sia- non si sa più dove andiamo a parare, oppure corriamo il rischio di aprire tante scatole e di lasciarle aperte perchè chiunque ci si possa infilare e riempirle di tanta di quella cacca di cui spesso abbiam osentito il lezzo.

Il problema ovviamente rimane. E credo che possa essere affrontato in questi termini. Chi si sente più coinvolto e non ne ha abbastanza di 20 questiti, invece di cercare di coinvolgere l'organizzazione che sta per suicidarsi perchè non riesce a trovare mezzi di comunicazione e di coinvlgoimento dei cittadini, potrebbe usare la sua capacità -e quella di chi riesce a coinvolgersi direttamente o indirettamente- per farsi promotore di comitati civici ad hoc, locali e nazionali, che im materia, poi, si facciano promotori, forti dell'esperienza radical-riformatrice, di referendum o pdl-pop.

Pensare che il morituro movimento sia in grado di impegnarsi in materia, mi sembra eccessivo, oltechè "ingrato" verso i 20 referendum.

 
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