I maiali di Orwell sono vivi e vegeti. Apprendiamo da La Repubblica, dal
Corriere della Sera, dalla Stampa, che nell'ultimo anno della suia vita
Orwell ha tradito la causa. Quale causa? Quella dei maiali. Insomma
Orwell stava dalla parte dei maiali ma nell'ultimo anno della sua vita,
mentre crepava di tubercolosi a 47 anni di età (era nato nel 1903, un anno
dopo Popper) commise l'infamia di tradire la fiducia dei compagni maiali.
Evviva.
Con disperata calma, cercando di resistere alla tentazione della
violenza, occorre ricordare che nel 1947 Orwell, scrivendo una prefazione
alla traduzione Ukraina di "La fattoria degli animali" espressamente
riferisce l'origine del libro, le ragioni per cui lo aveva scritto
nell'inverno del 43-44 (le date sono importanti, è il periodo della
battaglia di Stalingrado) e cioè la denuncia dello stalinismo, il fatto
che i massacri di Barcellona, operati dai comunisti (tra cui Longo, con
Nenni che a Madrid che non si accorse di un cazzo o fece finta di) erano il
proseguimento dei massacri dei dissidenti e delle "purghe" dei processi
di Mosca (dove Togliatti fece la sua parte, dalla parte della pubblica
accusa).
Retrodatiamo quindi: non nel 1949, ma nel 1938 Orwell "tradì" la causa dei
maiali, denunciandoli in quanto tali.
L'abitudine di modificare la storia passata, di produrre storia passata come
necessità esistenziale, fu rimarcato proprio da Orwell essere una
caratteristica del totalitarismo, precisamente del totalitarismo comunista.
Quello appunto dei maiali.
--- MMMR v4.00reg * Orwell