COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC
TAXI COLLETTIVO E SCONTI PER LE DONNE: LA MOBILITA' URBANA PRIVATA A FIRENZE E' COSI' EQUIPARATA A IL CAIRO; ALTRO CHE PARIGI, LONDRA O NEW YORK. ROBA DA TERZO MONDO E RISERVE DI RAZZE ANIMALI IN ESTINZIONE: UN CASO NAZIONALE ED EUROPEO DA CUI PRENDERE PRUDENTEMENTE LE DISTANZE.
Firenze, 20 luglio 1996. Vincenzo Donvito, presidente dell'Aduc-associazione per i diritti degli utenti e consumatori, ha rilasciato la seguente nota.
Apprendo che a Firenze è stato raggiunto un accordo tra le categorie interessate e l'assessore competente in materia di tasporto privato urbano: ci saranno taxi collettivi e sconti per le donne.
Un bell'accordo, proprio un bell'accordo. I taxi, a Firenze in modo particolare, costano molto, anzi troppo, e sono pochissimi e con regolamenti che ne impediscono praticamente l'uso nell'ambito dell'area metropolitana se non con esborsi doppi rispetto alle già altissime tariffe. E gli amministratori della città che ha ospitato il vertice dell'Unione Europea, la città che ha il Sindaco presunto emulo di Giorgio La Pira, la città che ha una storia dell'arte da fare invidia a molti, decide che conviene allinearsi alla politica del trasporto urbano privato di città come Il Cairo, Città del Messico, Bombay, Bangkok, Jakarta.
Sbloccare la mafia delle licenze vendute a colpi di centinaia di milioni puntualmente evasi dal fisco? Aprire nuove possibilità di lavoro? Aprire ad un mercato che farebbe diminuire drasticamente il costo per gli utenti? No! Queste sono cose che succedono a New York, Los Angeles, Parigi, Londra, Sydney ..... e gli amministratori fiorentini guardano altrove. Ma, siccome sono innovatori, ecco la chicca della difesa delle categorie deboli, le donne, che però guadagnano come gli altri, ma sono deboli (probabilmente nella testa degli amministratori maschi).
Questa è la Firenze del 2000! E meno male che in città ci sono sempre più immigrati da Paesi più disgraziati del nostro, che, probabilmente, si sentiranno più a casa loro nel prendere i taxi collettivi, fintanto che non avranno raggiunto una dignità economica pari a quella degli indigeni toscani e cominceranno ad esigere una qualità dei servizi di trasporto pubblico al livello delle tasse che pagano e un'organizzazione del lavoro che rispetti la libertà dell'individuo.
Ma intanto la demagogia donnista da un lato, e la protezione corporativa di categorie economiche che difendono il loro privilegio a danno di quello della collettività, trionfano. E Firenze è diventata l'esempio di una politica amministrativa disastrata, legata agli umori ideologici e corporativi di una casta di governanti, altrochè esempio e faro dell'Europa: testa di ponte dal terzo mondo.