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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 22 luglio 1996
IL GIORNALE 21 LUGLIO 1996

UN REFERENDUM PER FAR RISPETTARE I REFERENDUM

Fondo di prima pagina di Vittorio Feltri.

Molti elettori e moltissimi lettori del Giornale detestano i referendum e, avendone fatta indigestione, soffrono anche soltanto a parlarne. Non hanno tutti i torti, perché non c'è nessum paese al mondo in cui si voti tanto frequentemente e tanto inutilmente come nel nostro. Una volta si vota per le amministrative comunali, tre mesi dopo per le provinciali, poi per le politiche anticipate, quindi per quelle normali, le europee, le regionali. Se ci mettete qua e la' anche qualche plebiscito, uffa qui non si fa che andare al seggio e correre a casa per vedere in Tv se i sondaggi demoscopici hanno sbagliato di nuovo. Si certo, la democrazia è fatta soprattutto di queste cose;gli esperti dicono che il suo momento piu' alto coincide proprio con la consultazione popolare. In teoria e' vero: se il cittadino non venisse periodicamente chiamato a esprimere la sua opinione attraverso il suffragio, non avrebbe altra possibilita' di partecipare alla vita pubblica. Quindi dovrebbe essere tanto piu' contento quanto piu' sp

esso lo convocano in cabina a dire la sua. Se cosi' fosse anche in pratica, Marco Pannella, che di referendum e' il maggior produttore e consumatore, dovrebbe essere eletto Presidente della Repubblica. Mai nessuno infatti, ha trascinato in cabina gli italiani con piu' frequenza di lui.

Non oso fare i conti, ma sono sicuro che il padre dei radicali ci ha messo in mano la matita copiativa, per abrogare o confermare leggi sbagliate e scritte in una lingua sconosciuta alle persone perbene, almeno una ventina di volte, costrigendoci a ragionare e a scegliere. Gliene sono grato, ma non si deve arrabbiare come invece fara' (lo ha gia' fatto) se aggiungo che i referendum da lui proposti, ottenuti e perfino vinti ci hanno dato una grande soddisfazione morale ma soltanto quella. Difatti la cosiddetta volonta' popolare non e' stata mai tenuta in considerazione, tranne che in rari casi (divorzio/aborto).Diciamo pure che il potere (e i regimi che lo detengono) con il trascorrere degli anni si e' fatto furbo, sempre piu' furbo e ha trovato degli espedienti per attutire e talora annullare gli effetti referendari. Come? Enfatizzando l'esito delle urne quando e' favorevole ai giochi e agli interessi del Palazzo e ignorandolo quando favorevole non e'. La tecnica e' semplice ed efficacissima. Ricordate i ref

erendum sulla responsabilita' civile dei giudici, promosso dopo che Enzo Tortora era stato condannato a 10 anni di galera senza che contro di lui ci fosse lo straccio di una prova? Sull'onda dell'indignazione suscitata dalla ingiusta sentenza si e' imposto il concetto che anche i magistrati, qualora sbaglino, debbano pagare esattamente come accade per qualunque lavoratore. Bene, sono passati quasi 10 anni da quel referendum, ma non si e' ancora udito di un giudice che abbia versato 10 lire di indennizzo ad una sua vittima.E pensare che le vittime del tritacarne giudiziario sono decine di migliaia (l'anno). Ma lasciamo stare le toghe altrimenti dicono che ce l'abbiamo a morte con loro mentre sono loro che ce l'hanno a morte con noi soltanto perche' il nostro editore si chiama Berlusconi; questo per dirvi il clima sereno in cui ci obbligano a lavorare. Parliamo invece del ministero dell'Agricoltura, addirittura soppresso dal voto degli italiani? Soppresso un corno. Referendum o non referendum, i governi della

Repubblica se ne sono infischiati della volonta' degli elettori e si sono tenuti quel dicastero. Il titolare ora e' tale Michele Pinto, che pero' non e' ministro dell'Agricoltura, bensi' delle Risorse agricole. Che sforzo di cambiamento. Non c'e' un solo dipendente, una sola scrivania, un solo armadio che sia stato abrogato.

Un altro esempio? Un anno fa il quesito su una delle varie schede che ci sbatterono sotto il naso era il seguente: vuoi che Berlusconi continui ad avere tre reti, o preferisci che gliene sottraggano una? Il popolo bue rispose: che si tenga le sue tv e non ci rompa piu'... Sicche' mi aspettavo che il problema fosse risolto. Errore. Nonostante il referendum abbia stabilito che un privato puo' avere tre reti, Prodi si e' impegnato a fregarne una a Mediaset.

Allora, Pannella, azzardo una ipotesi. Non sara' che la gente si e' stufata dei tuoi plebisciti non perche' siano balordi, ma perche' non servono a niente o servono ai governi per fare il contrario di cio' che essa ha scelto? Un suggerimento: che ne diresti Marco di un referendum che preveda il rispetto dei referendum?

 
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