Roma, 25 luglio 1996
Cari amiche, cari amici,
esattamente ventanni fa, Pier Paolo Pasolini, a 40 ore dalla sua morte, cioè dal suo assassinio pre-visto e annunciato, indirizzò a noi un messaggio-testamento, che oggi conferma la sua magnifica e terribile forza profetica. Sempre più quel testo è temuto, censurato, rimosso dal sistema e dal regime che hanno oggi assunto - come allora - al potere "gli intellettuali progressisti come propri chierici".
Pierpaolo Pasolini aggiunge: "Essi hanno già dato a tale invisibile potere una invisibile adesione intascando una invisibile tessera. Contro questo voi non dovete far altro (io credo) che continuare a essere voi stessi: il che significa essere continuamente irriconoscibili".
"Non avete avuto nessun rispetto umano, nessuna falsa dignità, e non siete soggiaciuti ad alcun ricatto. Non avete avuto paura né di meretrici né di pubblicani, e neanche - ed è tutto dire - di fascisti", scrive Pasolini, il quale ci lascia con le ultime parole da lui scritte e rese pubbliche: "Dimenticare subito i grandi successi: e continuare imperterriti, ostinati, eternamente contrari, a pretendere, a volere, a identificarvi con il diverso, a scandalizzare: a bestemmiare". A "bestemmiare" - aveva precisato giorni prima - in nome di una fede e di una speranza nuove, altre.
Elio Vittorini, esattamente trentanni fa, dieci anni prima del messaggio di Pasolini, accettando di presiedere il nostro Consiglio di allora, essendo noi in tutta Italia in circa duecento militanti, spiegava così la sua decisione: "... perché siete gli unici copernicani della vita politica e civile di questo paese".
Leonardo Sciascia, a sua volta, dalle colonne del "Pais", poco più di dieci anni fa, poneva al centro della sua amicizia verso di noi il fatto che "nessun altro ha in Italia la passione della giustizia" dei radicali.
Care amiche e cari amici, care compagne e cari compagni, care sorelle e cari fratelli nella sofferenza di diritto, di libertà, di verità civili, di politica e di parola
irriconoscibili, certo (e quanto!), abbiamo di nuovo dovuto essere, ci hanno fatto essere, a lungo, profondamente, da anni, sol perché siamo restati, siamo sempre più divenuti fedeli a noi stessi e a tanti di voi, a tanta parte della gente, del paese. Continuiamo a rischiare la nostra vita, quanto meno politica; anche se, da militanti nonviolenti della giustizia e della libertà, a volte non solamente quella politica. La rischiamo con determinazione e con speranza, per non rischiare, per non di già incorrere nella fine, nella morte civile. Non abbiamo mai accettato di sopravvivere illusoriamente per paura di finire, nello spirito già finiti. Come tanta parte degli altri, coloro che continuano a trionfare sempre nell'Italia incapace di Riforma, capace solamente di Contro-Riforma, (oggi con pretese "Costituenti" o "bicamerali", inciuci e affari/malaffari). Preferiamo non esserci, piuttosto che somigliare a quelli che ci hanno battuto, che gli italiani continuano a scegliere sol che cambino di sigle e di i
deali da tradire, "ricchi" di potere e di averi, nomenklatura di finiti nell'anima, nelle idee, nella moralità politica e civile.
Oggi, lo sappiamo, tanti che non ci hanno più "riconosciuto", che si sono sentiti "traditi" (da noi!), tornano quanto meno a chiedersi, dopo lo sdegno e la condanna: "... e se avessero avuto ragione, una volta di più?". La gente, per strada, torna a esortarci: "... non siamo spesso d'accordo, ma soprattutto andate avanti, non mollate!".
D'accordo.
Ma, per noi, oggi, "non mollare" può significare dover chiudere il nostro Movimento.
è bene che lo sappiate, e che sia chiaro il perché. Dinanzi alla urgenza ed alla importanza delle battaglie di difesa di leggi, di referendum, di diritto, di giustizia, di riforma che in queste settimane si tenteranno di travolgere, dinanzi al terzo tempo, all'apogeo della repubblica partitocratica che stiamo vivendo, di nuovo all'opposizione della maggioranza ed all'opposizione della (non) opposizione, noi abbiamo il dovere assoluto, prioritario, di sgombrare il campo da letali illusioni, da velleità distruttrici, da eventuali, vili menzogne.
Non si tratta più del fatto che senza ricevere immediatamente mille contributi di almeno 5 milioni, o cinquecento da 10 milioni, e da tutti l'essenziale (non più solamente il superfluo), ci mancherebbe il minimo di denaro necessario per "continuare". Si tratta soprattutto della assenza spaventosa di risorse umane, civili, politiche assolutamente minime (quasi risibili se confrontate all'esercito scatenato di burocrati di ogni tipo, della nomenklatura della conservazione) e assolutamente necessarie, imprescindibili, senza le quali, in realtà, ci mancherebbe perfino la legittimazione morale e civile ad operare come cittadini di questo paese, come partigiani della sua libertà e della sua riforma democratica.
Decine di migliaia di italiani spendono migliaia di miliardi nella "difesa" giudiziaria, in avvocati e in processi. Centinaia di migliaia rischiano di finire o restare in galera innocenti, come le statistiche dimostrano. Altri sono rovinati, o temono di esserlo. Ebbene, per difendere i 4 referendum sulla giustizia, e portare avanti iniziative convergenti, occorrono subito (domani o dopodomani, letteralmente: guardare la data della lettera!) alcuni miliardi. Da anni ci sono negati.
Siamo disarmati, proprio da queste" vittime" e dai loro ... "difensori"!
Vi sono ottocentomila imprese, gran parte delle quali a conduzione "familiare", che hanno bisogno vitale di "mercato", di liberismo, contro la storica dittatura Fiat-Confindustria-Trimurti sindacale, contro uno Stato socializzatore delle perdite e privatizzatore dei profitti dei ladri e degli incapaci?
Siamo i soli che, con referendum in pericolo gravissimo e con ogni mezzo, abbiamo ingaggiato la battaglia liberista, contro la quale si mobilitano forze che dispongono di potere immenso e di decine di migliaia di miliardi? Basterebbero un centinaio di imprenditori, che raccogliessero fra i propri colleghi, con qualche telefonata, un centinaio di milioni ciascuno, perché vi sia in Italia un autunno rovente, di fuoco, liberista e antistatalista, per far nascere un movimento di liberazione del cittadino, della persona imprenditrice, mai nemmeno tentata in passato.
Riforma "americana" delle leggi elettorali, bi-tripartitismo, anziché "bipolarismo" (che abbiamo dal '48!); far chiudere questi partiti, mentre li rifinanziano con denaro pubbico in violazione della legalità, facendo così trionfare l'incertezza del diritto; abbattere una politica che sta invece per realizzare quel che nemmeno Craxi ed Andreotti, Berlinguer, De Mita e La Malfa avevano mai osato immaginare: abolire l'abuso d'ufficio, condonare il falso in bilancio, amnistiare completamente il finanziamento illecito dei partiti (e connessi) per il semplice fatto che sono oggi (anche) al Governo coloro che controllano il 90 per cento dei sindaci, degli amministratori locali e nazionali, dello stato e del parastato: ecco quel che vorremmo fare, e che ci viene vietato dalla mancanza non "di danaro", ma di risorse umane, civili, politiche, testimoniata anche dal denaro che non viene così investito.
In queste settimane, in questi giorni, avremo la opportunità, storicamente unica e irripetibile di opporre ai valori di regime e della soffocante conservazione burocratica la difesa dei 20 referendum (in particolare i quattro per la giustizia giusta, i due per la riforma elettorale americana antipartitocratica, quelli liberisti, ambientalisti e antiproibizionisti), che o avremo la forza di elevare ad immediato antagonista e alternativa di regime, o regnerà il terzo tempo dell'inciucio e dell'illibertà, del giustizialismo contro lo stato di diritto. E, ancora, dovremo far fronte ai processi già fissati, ai nuovi arresti per proseguire la riforma antiproibizionistica ieri su divorzio e aborto, oggi sulla droga.
Questa lettera, dunque, è per informarvi e offrirvi la possibilità di agire con cognizione di causa.
Insomma: mobilitatevi, o aboliteci. Noi - al solito - abbiamo cercato di dare l'esempio per quel che crediamo e chiediamo.
Dalle nostre tasche - in queste ore - abbiamo tirato fuori, in un centinaio, una media di oltre due milioni e mezzo di lire. è quasi nulla, rispetto al necessario immediatamente. Ma possiamo assicurarvi che per molti di noi è di già un miracolo, tanto più che questo significa finanziare i nostri ... digiuni della fame e della sete, la nostra povertà, i nostri arresti e i nostri processi, i nostri "tavoli" sotto il solleone o all'addiaccio.
Quasi tutto dipenderà dall'urgenza con cui saprete fare tesoro del vostro impegno e della vostra adesione.
Per sottoscrivere o sostenerci (oltre che per iscriversi agli altri soggetti politici della nostra area: Partito Radicale, Cora, Era...) avete a disposizione strumenti che conoscete bene; se avete la carta di credito, telefonate immediatamente, non appena avrete finito di leggere questa lettera.
Attendiamo la vostra risposta. Sicuramente comprendete che ogni riscontro, positivo o negativo che sia, sarà comunque una risposta a quanto chiediamo, e comporterà da parte nostra atti e scelte conseguenti.
Lo ripetiamo: questa volta si tratta di dare somme adeguate, perché "5 miliardi" consentano di lanciare una stagione probabilmente rovente di resistenza e di alternativa concreta di giustizia e di libertà. Occorre quindi "sacrificare" qualcosa di consistente e di importante, perché anche con il vostro esempio possiate indurre altri a dare corpo, come necessario, a questa necessità ed a questa speranza
Grazie. Un caro saluto.
Emma Bonino Marco Pannella