Caro compagno Dav.Romano sono d'accordo con quello che hai detto ma..
DR> Vorrei un partito. Un Partito Libertario. Un partito che
DR> incidesse nella realtà in senso liberale Un partito che
DR> conti. Un partito dalle mille idee e dalle mille voci. Un
DR> partito all'interno del quale essere in minoranza vuol
DR> dire lottaree perchè le tue idee possano essere
DR> incarnate da qualcuno che ti senti ancor più vicino. Un
DR> partito. Libertario. uno solo.
........come diceva Strick non abbiamo bisogno di un partito per fare
politica. Possiamo avere bisogno di un partito per fare accettare le
nostre proposte ("portarle avanti" si dice). Però sarebbe meglio
affrontare i problemi nella loro realtà. Possiamo condonare a noi stessi
quello che intransigentemente condanniamo negli altri? In che cosa il
gandhismo si differenzia dal leninismo? Può venire fuori qualche cosa di
buono dal rifiuto del razionalismo critico? Il nostro leader carismatico,
circondato come si è di tutti quei quàquàraquà, è in grado di ragionare
in modo critico rispetto a Berlusconi o ne ha fatta una questione personale?
E se, come pare, persiste nel rifiuto di accettare una prospettiva come
quella che tu proponi, cioè di farlo noi, se non altro per dare
rappresentanza, corpo, a chi non intende accontentarsi della lega come forza
di opposizione al regime, a chi rifiuta sia la mafia vincente che la mafia
perdente, che alternativa abbiamo noi altri, se non farlo noi altri?