Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
lun 10 mar. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 3 agosto 1996
L'OPINIONE, 3 AGOSTO 1996

PANNELLA: "PRESI CON LE DITA NELLA MARMELLATA"

"La legge votata nottetempo al Senato è incostituzionale. Nel '93 c'è stato un referendum e gli italiani hanno deciso di non finanziare i partiti".

Intervista di Cristina Missiroli, pag.4

Zitti, zitti, l'altra notte, i senatori della Repubblica hanno approvato la legge che reintroduce una sorta di finanziamento pubblico ai partiti. In barba al referendum '93. E così il leader dei Riformatori Marco Pannella è tornato in piazza armato di megafono per urlare tutta la sua indignazione nei confronti dell'operazione che i suoi ex-colleghi di Montecitorio si apprestavano a portare a termine prima delle vacanze estive.

D. Sarà contento, il golpe è stato fermato.

R. Un momento, parliamoci chiaro. Tutti i gruppi - e dico tutti - l'altra notte erano d'accordo per portare a termine quel colpo di mano da ladri. Qualche giorno fa era venuta fuori la possibilità che la legge fosse approvata prima della sospensione estiva dei lavori parlamentari. Noi avevamo compinciato a fare un po' di baccano e la questione sembrava fosse stata rinviata a settembre.

D. Poi cos'è successo?

R. Esattamente quel che è accaduto tante altre volte in passato: ci si è rifugiati nella notte per forzare i tempi e portare a segno il colpo.

D. Detto così ha un sapore davvero losco.

R. Loro, i leader dei partiti, sanno che il 90 per cento della gente è assolutamente contraria a questa legge: gli italiani hanno votato un referendum e se lo ricordano benissimo. Facendo tutto così in fretta i parlamentari credevano di farla franca. Ma noi li abbiamo presi con le dita nella marmellata e loro si sono infuriati perché hanno capito che portare a termine il colpo era diventato politicamente molto più costoso del previsto. Loro pensavano di chiudere oggi la faccenda. Domani sui giornali ci sarebbe stato un trafiletto e poi, un mese di vacanza. Noi invece abbiamo fatto manifestazioni, la Radio si è mobilitata sin dall'inizio e abbiamo inaugurato anche l'uso militante di Radio Radicale Due che ricopre un quinto circa del bacino d'ascolto dell'altra.

D. C'è chi dice che non si tratta di una cattiva legge: rende il finanziamento più trasparente.

R. Intanto la legge deve ancora passare e quindi è da vedere. E poi questo tipo di "trasparenza" c'era anche con la vecchia legge sul finanziamento pubblico. Nel merito ci sono solo due osservazioni da fare. La prima è che questa legge è semplicemente anticostituzionale: non si può legiferare in materia dal momento che il Paese ha deciso che non c'è finanziamento pubblico dei partiti. Ma non mi sorprende. Accadde lo stesso con la legge Vassalli dopo il referednum sulla responsabilità civile dei giudici. Senza contare che finanziare la politica in altro modo è possibile.

D. Come?

R. Noi vorremmo che in tutte le circoscrizioni italiane ci fossero degli spazi enormi per le attività associative, per la politica di base. Così i partiti non avrebbero più bisogno di spendere danaro in strutture, in servizi, in burocrati, in funzionari e via dicendo.

D. Dicono che in Italia non ci sia la mentalità di pagare per le proprie idee. Non è un po' ipocrita opporsi al finanziamento dei partiti?

R. Veramento noi abbiamo sempre vissuto con la gente che pagava per sostenere le nostre idee e le nostre battaglie. La verità è che in Italia i partiti hanno rubato proprio grazie al finanziamento pubblico. Le banche avevano l'alibi che i partiti, comunque, un po' di miliardi li intascavano e non facevano problemi di credito.

D. E allora?

R. La ricetta è: non una lira agli apparati dei partiti, perché distruggono i partiti, distruggono la possibilità stessa di essere partiti democratici.

D. Alla fine Forza Italia è riuscita a far saltare la commissione in sede legislativa alla Camera.

R. E' stato Taradash e non Forza Italia. Il capogruppo Pisanu ha dichiarato delle cose molto gravi in aula. Taradash, anche con l'aiuto di Radio Radicale, si è mosso come se appartenesse ancora ad un partito ben diverso da quello al qual partecipa.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail