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Conferenza Movimento club Pannella
Donvito Vincenzo - 18 agosto 1996
L'ARMA DEL DIGIUNO
vi posto un intervento fatto in conferenza il fatto del giorno, in risposta a chi criticava il digiuno come disvalore, e altre amenità simili

digiuno un disvalore?

lo sciopero è la forma più estrema di protesta che un cittadino possa scegliere per cercare di far valere i propri diritti. La nemesi di questa forma di protesta è ben nota ai più, tant'è che oggi lo sciopero viene utilizzato non solo per far valere i propri diritti, ma anche per affermare quelli che la parte scioperante ritiene essere nuovi diritti.

Fin qui la teoria. E siamo in molti, credo, a riconoscervisi.

Andiano sulla pratica.

Lo sciopero, in modo particolare com'è praticato dalle organizzazioni sindacali di massa, è diventato strumento di potere. Non solo, ma da essere arma nonviolenta di qualcuno nei confronti di qualcun'altro per la violazione di un contratto -creando quindi un danno alla parte inadempiente del contratto- quando la presunta parte inadempiente è la Cosa Pubblica, il danno si estende a tutti coloro che partecipano o usufruiscono della cosa pubblica, anche a chi è un semplice utente dei servizi pubblici (poste, trasporti, strade, etc ...). Ed è qui che lo sciopero da arma di dialogo tra parti (dove uno sacrifica la sua condizione chiedendo all'altra parte il rispetto degli accordi stabiliti), è diventato motivo di disagio generalizzato, facendo, spesso, irritare tutti gli utenti della Cosa Pubblica, e su questa irritazione i dirigenti della Cosa Pubblica ci giocano a svantaggio degli scioperanti. Non solo. Ma fintanto che si chiede il rispetto di una regola, lo sciopero ha senso ed ha possibili soluzioni che fanno

bene alla Comunità tutta (il rispetto delle regole è senza dubbio un vantaggio per tutti), ma quando si passa all'uso dello sciopero per l'affermazione di nuove regole -specialmente quando la controparte è la Cosa Pubblica- inevitabilmente si coinvolge e sicrea disagio anche a chi di queste nuove regole non ha esigenza.

In breve, questa la situazione.

Grazie a Cristo prima, e Gandhi dopo, esistono diverse forme di sciopero, finalizzate al rispetto di una regola o all'affermazione di una regola nuova, che hanno come interlocutori i diretti interessati (anche se una delle parti ritiene di agire per un presunto bene pubblico): è il digiuno. Dove ogni singola persona, facente parte di una comunità che ufficialmente esiste per il bene di tutti compresa questa singola persona, si pone in sciopero contro colui che ritiene abbia violato gli accordi, e lo fa creando un danno, per l'appunto, ad una particella di questa comunità, sè stesso, e non ad altri. Gli altri membri della comunità, non coinvolti in disagi forzati, hanno tutta la serenità per continuare ad essere sè stessi, interessandosi o meno del digiuno di questa o queste persone. E' evidente che in ciò è molto importante riuscire a comunicare, e riuscire a farlo in modo veritiero -da qui la costante polemica dei radicali per la mancanza di informazione veritiera su alcune loro azioni di digiuno.

Il digiuno ha valore, in particolare, come arma per la richiesta di rispetto delle regole, dove l'interlocutore non può continuare a negare a sè stesso il contratto scritto che ha stabilito non solo con il digiunante ma con la comunità tutta.

Quando, poi, si intende passare dalla lotta per il rispetto delle regole a quella per l'affermazione dei nuovi diritti, entra in gioco la disobbedienza civile, come quella che probabilmente porterà molti radicali, con Pannella, in galera per aver distribuito cannabis. Ma questo è un altro discorso.

Infine, il digiuno -come nel caso Cub Pannella/Polo che ha aperto il confronto- può essere utilizzato anche per la risoluzione di contese apparentemente private. Dico apparentemente perchè ritengo che qualunque rapporto tra due forze politiche, non può essere un fatto privato fra loro, in quanto coinvolge soggetti che per essere tali sono pubblici, nella loro costituzione quanto nel loro esistere, e continuano ad essere perchè chiedono un consenso pubblico in momenti pubblici.

Questo per aiutare a capire.

 
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