Caro Silvio Berlusconi,

sono uno studente di 21, iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza e vivo nei pressi di Firenze con la mia famiglia.

Sono iscritto al Partito Radicale e al Movimento dei club-Pannella-Riformatori, buona parte del tempo delle mie giornate la dedico alla politica, insieme ai miei compagni, insieme a Marco Pannella. La politica è per me passione, amore, lotta per quegli ideali, che sono ideali liberali, ideali liberisti, ideali libertari e che dei quali anche lei, ne sono convinto, comprende il valore civile, democratico, umano.Per questo lotto, con le mie capacità, con le mie forze, che ahimè non sono molte, affinchè la speranza democratica, la speranza della vittoria dell'onestà sui soprusi, in un secolo funestato in tutto il mondo da regimi tremendi che hanno negato e negano, ancora oggi, la vita del diritto e il diritto alla vita, non sia destinata a restare emarginata.

Per questo, non per altro Le assicuro, per due giorni, due faticosissimi giorni ho digiunato; per amore della democrazia, per amore del diritto, per amore della libertà; di questo si tratta. Ho digiunato per consentire a Lei e a noi tutti di riflettere su ciò che, da molti mesi ormai, sta accadendo sistematicamente, cioè l'abbandono di quelle speranze che milioni di italiani avevano affidato a Lei e che se onorate farebbero della politica italiana, dopo 70 lunghi anni, cosa degna di essere vissuta con passione, gioia, felicità. Sono convinto e forse sono presuntuoso, che anche Lei in fondo ama quelle ragioni, quegli ideali, che con fatica e a caro prezzo siamo riusciti a far riacquistare, almeno in parte, al Polo delle libertà in occasione delle ultime elezioni politiche, con la stipula dell'accordo politico-elettorale con il Movimento dei club-Pannella-Riformatori.

Per questo ho digiunato, perchè Lei non affossi definitivamente le sue speranze e con queste, quelle di milioni di cittadini, ho digiunato perchè Lei e i leader del Polo possiate incontravi con Marco Pannella perchè possiate parlare, dialogare, perchè ci sia un confronto franco, che possa chiarire se le ragioni di quell'accordo politico-elettorale costituiscono La battaglia politica per il Polo ovvero, se occorre iniziare a lottare di nuovo da soli per riconquistarLa al paese, per il paese.

Per questo ho digiunato, insieme ad altre 170,180, fra qualche ora forse 200, persone che sono disposte a mettere in gioco la propria professione, i propri guadagni, i propri affetti ieri, e oggi, il proprio corpo, la propria salute, per la vita di quegli ideali democratici e civili che spero, possano essere ancora comuni.

con stima e fiducia

Matteo Mecacci

Via dei Falciani 9,

50023 Impruneta (FI)