lettera alle forze politiche del Polo delle Libertà
responsabili della Toscana
Firenze, 22 agosto 1996
Cari amici, è quasi simpatico parlare con un muro, perchè questo voi oggi siete. E oggi è il settimo giorno di digiuno che alcune centinaia di riformatori italiani (92 toscani) stanno facendo anche verso di voi -responsabili locali delle forze politiche che compongono il Polo delle Libertà- perchè diate un segnale ai vostri dirigenti nazionali per fissare un incontro con il presidente del nostro Movimento, e solo per confrontarsi su quanto si era proposto insieme agli elettori lo scorso 21 aprile, e che voi avete disatteso da quando siete in Parlamento.
Pensate un po'. Qualche centinaio di persone che digiuna per fissare un appuntamento, quasi come foste uno studio medico. E in un certo senso lo siete, perchè dalla vostra disponibilità si potrà porre rimedio ad un male, quello dell'aver fino ad oggi ignorato gli accordi con noi e, soprattutto, con gli elettori; e la terapia che vi chiediamo è di un semplice che, quando lo raccontiamo in giro, qualcuno ci guarda abbastanza incredulo e, se proprio non è un "aficionado" del nostro movimento, come minimo esclama: "ma state digiunando per quelli lì? ma come fate a fidarvi?". E noi puntualmente gli rispondiamo: "figurati, abbiamo digiunato per chiedere al Presidente Scalfaro di rispettare le sue regole (e sì che di persona poca rispettosa degli impegni, in questo caso, potremmo parlare), a maggior ragione, quindi, ci sentiamo di farlo verso coloro che abbiamo votato e in cui abbiamo riposto la nostra delega istituzionale" .... e ci guardano come "illusi".
Spero che non vi stupiate se vi racconto episodi di vita quotidiana, ma credo che molti di voi, se fanno politica anche per strada, oltrechè nelle istituzioni, avranno registrato un atteggiamento del genere. Preconcetto, sicuramente. Dettato da una propaganda di regime che si articola -in Toscana più che altrove- con i suoi tentacoli in ogni dove, e che tenta di assimilare -col ricatto del "vivi e lascia vivere"- al proprio modo di essere anche coloro che dovrebbero essere opposizione e alternativa. Ma c'è. E devo anche aggiungere che, al settimo giorno di digiuno, con appunto il muro davanti, non posso escludere che molti di noi, anche in termini umani, non siano portati a pensare altrettanto: e non mi sento di condannarli, anche se non li condivido.
E' tutta qui la forza della nonviolenza, la forza del digiuno come arma di dialogo. Ti prende "anima e corpo" e ti fa ragionare ed agire senza alcuna separazione tra pensiero e azione, tra sentimenti e messa in opera degli stessi. Col digiuno metti in gioco tutto te stesso, e chiami il tuo interlocutore a cercare di capire che le tue motivazioni non sono dettate da opportunismo o ricerca di potere fine a se stesso, ma sono il tentativo di richiamarlo a ciò che lui dice di pensare ed essere: condizione primaria perchè poi il dialogo non sia in posizioni di subalternità per qualcuna delle parti, ma in schietta e limpida capacità di interloquire entrambi con basi comuni su cui non ci siano ombre di dubbio.
E non intendiamo convincervi della bontà dei nostri proponimenti, ma solo vincere insieme contro il massacro dell'assimilazione.
A voi la parola. Grazie dell'attenzione
Vincenzo Donvito, coordinatore regionale dei Club Pannella-Riformatori