Al Polo delle Libertà
responsabili delle forze politiche della Toscana
Firenze, 23 agosto 1996
Cari amici,
103 in Toscana. Centotre cittadini (più o meno tutti appartenenti al nostro Movimento) che, da elettori del Polo in Toscana lo scorso 21 aprile, stanno digiunando per dialogare con voi. E sono 103 su alcune centinaia in tutto il Paese. E' la migliore risposta a quei lenti e lievi segnali di quei pochissimi che tra voi si sono "alterati" del perchè, invece di digiunare, non abbiamo alzato la cornetta del telefono e vi abbiamo cercato. Infatti, perchè qualcuno si "alterasse", siamo dovuti arrivare all'ottavo giorno di digiuno. Ve li imamginate cosa sarebbe successo se avessimo solo alzato la cornetta del telefono? Niente. Anzi, con i vostri inutili tempi di politici balneari, avremmo avuto, dopo duecento telefonate -a dir poco- delle timide disponibilità verso non so quale giorno del mese di "ottembre". E intanto il regime avrebbe continuato a marciare compatto, rafforzando lo sfascio delle istituzioni e delle coscienze, comprese le vostre. Troppe volte, cari amici del Polo, rintracciarvi è stato impo
ssibile, e anche in questo caso state marcando lo stesso cartellino: quello della vostra distanza non tanto da un vostro alleato "scomodo" quale noi, ma -ed è qui l'aspetto preoccupante- dai vostri elettori.
Parole pesanti, mi rendo conto. Ma, c'è un motivo per cui non dovrei usarle? C'è una vostra disponibilità a capire cosa stia succedendo? E' ingrato quanto dico? Perchè dovrei esservi grato? Per aver violato in Parlamento gli impegni presi con gli elettori lo scorso 21 aprile, quando Berlusconi e Pannella firmarono insieme il documento per l'alternativa federalista e liberale, per la riforma elettorale in senso uninominale secco? I laici, a differenza dei confessionali apostolici romani, parlano chiaro e diretto, non a caso sono per la cultura del divorzio. Ed è proprio in nome di questa cultura che noi -con estremo rigore, col digiuno per l'appunto- continuiamo a credere che i divorzi, se ci devono essere, è bene che abbiano una procedura civica, dove entrambi le parti riconoscano la fine dell'unione. Voi invece vi state comportando come il/la coniuge che "mette le corna": consumate la vostra passione tradendo la fiducia che l'altro partner ha riposto in voi, senza neanche metterlo al corrente di cosa state
facendo o che avete intenzione di "mollarlo". E qui la passione è quella per il metodo inciucista, che tutto macina e tutto assorbe, compresa Lealtà e Diritto.
Vi garantisco che otto giorni di digiuno sono tanti a livello fisico, e non perchè abbia dubbi sulla bontà del nostro richiamarvi agli impegni presi. In altre occasioni simili -che vi ricordo: sono sempre estreme e dettate dall'impossibilità di dialogare in altro modo- abbiamo avuto interlocutori apparentemente più sordi, ma erano interlocutori, per l'appunto. Ho l'impressione che voi non siate neanche interlocutori: visti i tempi e il vostro silenzio, e considerato che quel che ci lega non è solo l'essere cittadini di questo Stato, ma anche il fatto che noi abbiamo riposto in voi il nostro mandato istituzionale, il vostro silenzio comincia anche ad essere offensivo della comunedignità civica a cui entrambi diciamo di fare riferimento.
E da laico e libertario -sottolineo da laico e non da pentito, più o meno confessionale- spero tanto che quanto sopra siano solo dubbi.
Grazie dell'attenzione
Vincenzo Donvito, coordinatore regionale dei Club Pannella-Riformatori