di Romano Capanni di FirenzeA Silvio Berlusconi
e pc
Gianfranco Fini, Pierferdinando Casini, Rocco Buttiglione, Rita Bernardini
22 agosto 1996
Caro Silvio Berlusconi,
mi chiamo Romano Capanni, ho 39 anni, esercito la professione di alimentarista, sono membro del Movimento dei Club Pannella-Rifrmatori, e sono ormai giunto al settimo giorno di digiuno allo scopo di rendere possibile un dialogo tra lei, il Polo per le Libertà nel suo insieme e il Movimento dei Club Pannella-Riformatori.
Spero che la sua dichiarazione di ieri (raccolta durante l'intervallo della partita di calcio) di non voler parlare di politica valga soltato per la giornata di iei e che da oggi voglia invece intraprendere con decisione il confronto con i Riformatori che Marco Pannella insistentemente da tempo Le richiede.
Le faccio presente che il DIGIUNO DI DIALOGO da me intrapreso, assieme ad altri 170 militanti, non vuole essere una sorta di ricatto morale nei suoi confronti, vuole invece attirare la sua attenzione su quanto contenuto nell'accordo da Lei siglato, a nome del Polo tutto, con il Movimento dei Club Pannella-Riformatori il 15 aprile scorso.
Sulla base di quell'accordo, entusiasmato dalle prospettive che poteva aprire se rispettato, non ho esitato a ritirare la mia candidatura assieme a molti altri militanti del nostro movimento; mi sono impegnanto a sostenere lealmente i candidati del Polo per le Libertà presenti nel mio collegio elettorale senza pregiudizio nè remora alcuna.
Oggi a distanza di oltre quattro mesi da quella data, vista anche la voglia di far resuscitare, sotto mentite spoglie, il "finanziamento pubblico al sistemadei partiti", il riafforare dello spettro della "politica delle larghe intese", la prospettiva di una nuova "unità nazionale" (favorita dal "pericolo secessionista" sbandierato da tutti gli organi di informazione come accadde venti anni orsono con il famoso "terrorismo"), il silenzio attorno a quanto anche da Lei sottoscritto assume aspetti preoccupanti se non pericolosi.
Se mi rivolgo a Lei con la mia azione nonviolenta è perchè presumo che non si vorrà sottrarre agli impegni da lei controfirmati in merito al "presidenzialismo" ed alla abolizione della "quota proporzionale". Altrimenti, se avessi pensato il contrario, non avrei neppure intrapreso il digiuno di dialogo poichè la pratica nonviolenta richiede innanzitutto il rispetto del proprio corpo.
Ciò sottolinea quanto alta sia la considerazione che ho di Lei. La prego di non deludere questa mia aspettativa e di rendere possibile, magari anche prima del 28 agosto, il confronto con Marco Pannella.
Distinti saluti
Romano Capanni