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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 25 agosto 1996
Articolo pubblicato da 'La Repubblica' il 25 agosto - pag. 10

POVERO Pannella. Un tempo digiunava per ottenere aiuti ai paesi del Terzo mondo, ora si è ridotto a saltare pranzo e cena per essere ricevuto da Berlusconi. Un tempo reclamava giustizia per Enzo Tortora, ora lavora in proprio e chiede un risarcimento (in miliardi) direttamente per se stesso e quel che resta dei suoi club. E' sempre desolante assistere al declino di una persona famosa, anche se si tratta di un Politico del quale non si condivide nulla. Ma l'autunno di Pannella è uno spettacolo di una tristezza infinita. Raramente il suicidio politico di un movimento - che pure in passato è stato importante in Italia - è stato perseguito con tanta determinazione.

Riepiloghiamo? I radicali, che pure facevano parte di una sinistra libertaria, si sono schierati prima con Craxi e poi - cancellato anche il nome originario - con la Destra. Ma alle ultime elezioni, Pannella, non è riuscito a concludere uno straccio di accordo con Berlusconi: proprio lui, teorico estremo

del maggioritario all'inglese. Pensava forse di poter diventare il terzo polo?

L'estate post-elettorale del Marco transnazionale è stata terribile: è passata tra le gite sarde in motoscafo con Marta Marzotto alla ricerca dei fondi per i suoi club e la mano tesa a Bossi per una marcia comune lungo il Po.

Tutto invano. Persino il Foglio di Ferrara sottolinea come Pannella, 'geniale comunicatore' non è stato più capace di essere il 'protagonista della politica d'agosto'. Gli hanno rubato la scena tutti: Di Pietro, Bertinotti, Bossi, persino Irene Pivetti.

In debito d'ossigeno, senza alleati, solo, il guru radicale sfodera l'ultima arma: riaprire a sinistra. Lui, che ha definito Prodi 'un tartufo che abbaia', e ha dato dei 'fascisti, dei corporativi' a quelli dell'Ulivo adesso offre collaborazione a Palazzo Chigi. Per far cosa, non si sa. Forse pensa che per un accordo, come per i club, basta la parola. II suo nome.

 
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