Ritengo incoraggiante il fatto che pur poco numerosi segnali di apprezzamento e di condivisione siano giunti alla proposta del walk-around in questa sede di dibattito telematico.
Questi incoraggiano però soltanto parzialmente all'apertura della fase operativa e progettuale della cosa.
Non perché vi insista M.K. Gandhi... ma l'importanza della preparazione anche strettamente tecnica di ogni iniziativa nonviolenta, individuale o collettiva, è letteralmente cruciale. Parlo di tecnica della azione nonviolenta, e di concepimento del mezzo - con il valore che ha il mezzo nella teoria della prassi nonviolenta, che è almeno pari al fine che l'azione si pone.
Lavorerò domani ad uno schemino tecnico-organizzativo della proposta. Ma sarebbe e anzi è necessario intanto verificare con maggiore ampiezza, in queste ore, una disponibilità militante di massima tra i fruitori di questa conferenza e tra coloro che essi stessi possono contattare.
Qui sottolineo ulteriormente che la iniziativa è estremamente complessa, defatigante, dura; oltre quanto, probabilmente, possa immaginarsi di primo acchitto. Probabilmente o sicuramente è necessario che in queste ore vengano qui inseriti contributi e riflessioni in proposito. E previsioni realistiche di partecipazione.
Non credo sia opportuno investire Radio Radicale su questa iniziativa, prima che essa sia, se non capace di partire, compiutamente concepita anche nella sua parte tecnica - e non c'è bisogno di dire, o di ripetere, che tecnica e politica non sono concetti in relazione gerarchica tra loro.
Questo è lo spazio giusto per intanto andare avanti nel lavoro di istruzione della pratica.
Con sollecitudine