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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 8 settembre 1996
IL GIORNALE 8 SETTEMBRE 1996

E' ANCHE COLPA DEL CENTRODESTRA SE IL PRESIDENTE RIMANE SUL COLLE

Il Polo non è mai intervenuto in maniera decisiva per fermarlo.

Articolo di Iuri Maria Prado

pag. 4

Caro Direttore,

mi riferisco al fondo di ieri. Vogliamo dirla tutta? Mentre questo giornale, coraggiosamente, sosteneva l'iniziativa di mobilitazione civile promossa dai Riformatori nei confronti di una gestione della Presidenza della Repubblica ormai inammissibile; mentre i cittadini che "rispondevano" a Scalfaro sottoscrivendo quella petizione venivano controllati, filmati, denunciati; mentre una norma desueta e semmai applicabile con estrema cautela (quella che difende "l'onore o il prestigio" del Presidente della Repubblica) veniva usata per impedire liberi comizi e per fare irruzione nei locali di un libero organo di informazione; mentre insomma si consumava la specie di colpo di Stato di cui oggi ci si lagna, tu sai dirmi, caro Feltri, chi, a parte il tuo giornale e i Riformatori, ritenne di dire una parola, di muovere un dito in difesa dell'equilibrio costituzionale, del diritto, dello Stato? Non potevamo attenderci nulla, questo è ovvio, dai nuovi alleati di Bossi. Non solo perché quel clima e quei maneggi cadevan

loro in taglio, ma perché la cosca vincente della sinistra non ha senso del diritto, non ha senso dello Stato. Che vuoi aspettarti da quella schiatta? Era dagli altri, da quelli del Polo, che doveva venire un qualche fatto di intrapresa politica, o almeno una voce, una parola. E invece nulla, zero. Perché? E fammela dire, Feltri: perché quelli del Polo "subirono" certamente il colpo, ma immediatamente vi si adeguarono e infine contribuirono a stabilizzarne gli effetti. Perché il Polo da che il Governo Berlusconi è caduto si è appiattito sui modi politici di sempre: il bisbiglio di Palazzo, le pratiche romanesche, l'alternativa a parole e a volte nemmeno a parole. E quando il Paese, la civiltà democratica, i minimi diritti civili e politici dei cittadini venivano sacrificati, le centinaia di parlamentari eletti nelle liste di Forza Italia, di Alleanza Nazionale, del Ccd pensavano solo a se stessi, a come ottimizzare la loro influenza corridoiesca nel nuovo assetto ribaltato. E oggi, oggi che si viene a sapere

ciò che era stato sempre chiarissimo, i signori del Polo prendono a berciare. E nonché pateticamente e colpevolmente tardivo, questo risveglio - lo capisce anche un bambino - è anche strumentale. Qualcuno del Polo parla di "attentato alla costituzione". Bene, se c'è un caso di dubbia applicabilità dell'istituto (ben altro era ed è imputabile al capo dello Stato)è proprio questo del presunto "accordo" Bossi-Scalfaro per determinare il corso della legislatura, ma se è attentato, ebbene allora abbiano corso le iniziative parlamentari di ragione, sennò stiamo a prenderci per i fondelli. Non ne uscirà proprio nulla, vedrete: perché a quelli del Polo, come ai colleghi del centrosinistra, non importa un fico secco della legalità costituzionale. per loro va bene ora stracciarsi le vesti unicamente come motivetto tattico, come espediente buono ad acquisire un titolino in più per partecipare ai prossimi maneggi spartitori. Pratica, d'altra parte, il Polo ne ha già fatta di buona. Prima ti strombazza la sua assemblea

costituente (già pessima) e poi lascia correre la bicamerale: "Perché sennò la gente crederà che noi non vogliamo le riforme", pensa un po' che giustificazione. E poi, alle tre di notte, giusto prima di chiudere i battenti di quel bivacco di burocrati che chiamiamo parlamento, in combutta con tutti gli altri (Lega compresa) ti organizza la rapina del finanziamento pubblico dei partiti. Insomma,se qualcuno è responsabile del ribaltone, qualcun'altro - il Polo - doveva essere giudice di quella responsabilità, e giudice di tutto quanto è successo da un anno e mezzo a questa parte. Ma il giudice ha denegato giustizia, e così ha perso ogni titolo a giudicare.

 
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