CLUB PANNELLA-RIFORMATORI "OBBIETTIVO COMUNE"
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Oggetto: 26 agosto 1996 ore 10.00 - VISITA A SILVIA BARALDINI NEL CARCERE DI DANBURY (CONNECTICUT - U.S.A.) DA PARTE DELLA DELLA DELEGAZIONE ISTITUZIONALE "REGIONE TOSCANA".
- Descrizione dettagliata .
La delegazione istituzionale della Regione Toscana composta da Marialina MARCUCCI, Vice Presidente la Regione Toscana; Mara BARONTI, Presidente la Commissione Pari Opportunita' "Regione Toscana"; Orietta LUNGHI, consigliere Regione Toscana e dalla scrivente Angelita BONUGLI, Presidente il Club Pannella Riformatori "Obbiettivo Comune" di Lucca e membro la segreteria A.R.P.A. (Partito Radicale - Associazione Radicale Pensiero e Azione), lascia l'Italia con destinazione New York domenica 25 agosto u.s..
Nella mattinata del giorno successivo, lunedi' 26 agosto, alle ore 08.00 io e le altre componenti la delegazione partiamo alla volta del Carcere Federale Femminile di Danbury (Connecticut) accompagnate dalla Dr.ssa Rita MANNELLA, Vice-Console presso il Consolato Generale Italiano, con un veicolo messo a disposizione dal Consolato.
Arriviamo al carcere federale femminile di Danbury alle ore 10.00, dove tutto e' gia' stato predisposto per accogliere la nostra visita e veniamo pregate di compilare una scheda nella quale, oltre alle nostre rispettive generalita', indicare il motivo della visita.
La Dott.ssa Mannella ci prega di voler consegnare tutto il materiale che abbiamo portato con noi dall'Italia, ad eccezione di un block notes e una penna, all'autista del Consolato poiche' non e' consentito ai visitatori consegnare alcunche' direttamente nelle mani di Silvia e, al contempo, ci assicura che tutto il materiale sara' spedito direttamente dagli uffici del Consolato nel pomeriggio dello stesso giorno.
Dopo aver espletato tutti gli adempimenti di natura burocratica, veniamo accompagnate nella Sala-Visite del carcere dove troviamo Silvia ad attenderci. Superata l'emozione iniziale e dopo esserci presentate, ci sediamo nella sala dove vi sono anche molte altre detenute con i loro familiari e amici. Molti bambini rallegrano l'ambiente giocando nella sala appositamente adibita allo svago dei piu' piccoli. L'agente di custodia in servizio di controllo ci fa presente che, se lo desideriamo, c'e' la possibilita' di avere a disposizione una sala riservata ma Silvia ci fa notare che trattandosi di un un locale molto piccolo e molto meglio rimanere insieme alle altre detenute nella sala visite.
E' subito Silvia che, dopo aver espresso la sua gioia nel ricevere la nostra visita, inizia la conversazione manifestandoci le sue preoccupazioni per una novita' che il neo Direttore del carcere le ha comunicato proprio nel corso della giornata precedente. La novita' e' che la sua lista di visitatori e' stata ridotta da 45 a 10 nominativi, oltre ai familiari piu' stretti (madre, padre, fratelli) e questo la preoccupa molto dal momento che non avendo nessun parente stretto negli USA (l'anziana madre ottantacinquenne vive sola a Roma) le sole visite che riceve sono quelle degli amici. Pertanto da ora in poi avendo la possibilita' di ricevere solo 10 persone dovra' riuscire a ottenere "visite speciali" per tutti quei casi, come quello della nostra Delegazione, che si recano a farle visita per motivi specifici che vanno al di la' della semplice amicizia.
Questa restrizione dei visitatori e' scaturita a causa di un recente scandalo scoppiato a seguito dell'arresto di una famiglia coinvolta in un grosso traffico di stupefacenti, sia all'interno che all'esterno dei penitenziari, dove sono state coinvolte anche molti agenti di custodia. Per far fronte allo scandalo e sedare l'opinione pubblica il governo ha attuato severe misure restrittive per i detenuti come le limitazioni relative alle telefonate e alle visite in carcere.
Nel caso specifico di Silvia c'e`, a suo dire, anche l'aggravante dovuto al fatto che nel corso degli anni lei abbia ricevuto e continui ancora a ricevere molte visite, anche di persone provenienti da vari paesi, fra cui molti dall'Italia, a testimonianza che e' molto forte il legame che unisce Silvia all'esterno e questo, ovviamente, rappresenta un grave pericolo per il Governo Federale degli USA.
Il problema, ci spiega Silvia, e' che negli USA il prigioniero non ha alcun diritto, e' una proprieta' del Governo Federale per tutto il periodo detentivo tanto che, in occasione dei trasferimenti da un carcere all'altro, viene comunemente definito dagli agenti di custodia con il termine "PACCO". Quindi anche per quanto riguarda le visite esterne non e' il detenuto che puo' richiederle, ma sono solo i terzi che hanno il diritto di richiederle.
Quello che sta succedendo negli USA nei confronti dei detenuti e piu' in generale nell'ambito della societa' civile e', secondo Silvia, la chiara testimonianza di una tendenza repressiva in atto negli ultimi dieci anni e che si e' andata sempre piu' accentuando nell'ultimo periodo. Un chiaro esempio ne sono le nuove norme imposte ai detenuti dopo l'entrata in vigore dell'ultima legislazione antiterroristica approvata dal Congresso nell'Aprile '96. Al riguardo Silvia ci fa notare le scarpe nere ed i calzini bianchi che indossa dicendo che le sono stati forniti dal carcere, infatti attualmente le detenute sono obbligate ad acquistare gli indumenti, anche quelli intimi, esclusivamente dal carcere e non hanno piu' la possibilita', come succedeva in passato, di acquistarli all'esterno o di riceverli dai parenti. Tutto questo rivela l'intento del governo di realizzare una sorta di omologazione di massa, annullando le singole personalita' dei detenuti che devono diventare in tutto e per tutto proprieta' del governo
.
Una serie di eventi concatenati si sono verificati a Danbury durante l'estate, volti proprio a creare questo clima di repressione nei confronti delle detenute e, purtroppo, questa strategia sta avendo successo creando un profondo malumore all'interno del carcere dove sono detenute circa 900 prigioniere, anche molto giovani, il 70% delle quali per reati collegati al traffico di stupefacenti. Moltissimi sono i casi di giovanissime donne che sono state condannate a pene durissime, talvolta anche all'ergastolo, e tutte di provenienza dai quartieri piu' poveri ed emarginati della societa'.
Purtroppo questa tendenza rerpressiva non subira' una inversione di rotta neanche dopo le prossime elezioni presidenziali del mese di novembre. Il processo e' irreversibile e deriva da una grossa crisi che sta interessando gli USA: nel mese di luglio e' stata abolita l'assistenza sociale ai bambini, il processo di ghettizzazione sta avanzando, c'e una crisi industriale di dimensioni enormi che ha visto alcune fra le piu' grosse industrie pesanti (es. le grosse acciaierie di Chicago) spostare la propria produzione nel Messico e nei Paesi del Sud Est Asiatico, dove il costo del lavoro e' a livelli bassissimi e consente quindi una maggiore concorrenzialita', con un conseguente maggior profitto per le imprese. Tale processo ha determinato negli USA un forte aumento della disoccupazione che vede coinvolti soprattutto i ceti meno abbienti, tradizionalmente impiegati nei lavori pesanti. Una grossa massa di disoccupati e' finita cosi' per riversarsi sulle strade e fornire facile manodopera alla malavita che li impi
ega nei traffici di stupefacenti.
Dopo aver ascoltato con grande interesse dalla voce di Silvia questa attenta e lucida analisi della situazione economico-sociale degli Stati Uniti, le chiediamo se abbia mai valutato l'opportunita' di intraprendere rapporti di collaborazione con testate giornalistiche o televisive, sia come opinionista che come semplice collaboratrice. Lei dice di non aver mai preso in considerazione questa eventualita' soprattutto perche' non si era mai sentita in grado di scrivere correttamente in lingua italiana, dal momento che per lunghi periodi di tempo non aveva avuto modo di esercitarla. Questa proposta potrebbe comunque essere sviluppata per il futuro dal momento che, ormai da qualche tempo, ha iniziato a ricevere i giornali italiani - ne legge tre al giorno con molta attenzione - ma tuttavia per il momento ritiene di avere ancora bisogno dell'aiuto e del sostegno di giornalisti e/o scrittori italiani con cui confrontarsi e ricevere consigli e pareri in merito ai suoi scritti.
A proposito della situazione italiana Silvia pone precisi interrogativi su alcune delle questioni piu' spinose degli ultimi tempi come il "Secessionismo" portato avanti dalla Lega Nord, la posizione delle varie forze politiche nei confronti della Lega Nord, le indagini delle varie Procure avviate nei confronti di Bossi, il Federalismo Europeo, il divario fra Nord e Sud, il processo a Erik Priebke e, infine, ci chiede una valutazione sia quantitativa che qualitativa sulla rappresentanza femminile nel governo (le tre donne ministro Bindi, Finocchiaro e Turco) e nel Parlamento a seguito delle ultime elezioni politiche.
A suo modo di vedere le donne ancora non sono riuscite a raggiungere analoghe posizioni di potere rispetto a quelle ricoperte dai colleghi uomini e prima di raggiungere tale obbiettivo dovranno ancora impegnarsi a lungo. Purtroppo la donna e' ancora molto marginalizzata nella societa' , sia in Italia che nel resto del mondo, e Silvia ne ha piena consapevolezza anche grazie alle molte lettere di giovani donne che riceve in carcere.
A proposito di lettere ci racconta che molte ragazze le scrivono dicendole di aver scoprerto il suo caso attraverso le canzoni di Guccini e dei Nomadi, oppure in occasione di manifestazioni informative organizzate appositamente nelle varie citta' per pubblicizzare il suo caso. Ovviamente e' molto grata verso tutti coloro che si impegnano per mantenere viva l'attenzione dell'opinione pubblica sulla sua storia, contribuendo cosi' fattivamente per un esito positivo della battaglia per il suo rientro in Italia.
E' felice anche di apprendere dalle mie parole che, proprio nello stesso momento in cui noi stiamo parlando, gruppi di giovani aderenti al Movimento dei Club Pannella Riformatori e al Partito Radicale, fra cui molte donne, stanno tenendo in tutta la Toscana dei tavoli informativi sul suo caso e stanno raccogliendo le firme per una petizione da presentare al Governo Italiano affinche' si adoperi nei confronti del governo federale USA per l'applicazione della Convenzione di Strasburgo. Le dico anche che il Club Pannella Riformatori "Obbiettivo Comune" sta gia' lavorando all'elaborazione di un testo da far sottoscrivere ai parlamentari italiani e ai parlamentari europei, in collaborazione anche con il Partito Radicale - ARPA Associazione Radicale Pensiero e Azione, affinche' il Governo Italiano si appelli, secondo quanto previsto dall'Art.23 della Convenzione di Strasburgo, al Comitato Europeo per le questioni penali presso la Corte Europea al fine di ottenere il rispetto della Convenzione stessa.
Dopo averla informata anche degli attestati di solidarieta' che sia la Giunta Municipale del Comune di Lucca, nella seduta del 21 agosto u.s., sia il consigliere comunale Pierluigi Baschieri, a titolo personale e in qualita' di Presidente della Commissione Partecipazioni, hanno inteso esprimerle unitamente all'augurio che possano avere buon fine tutte le richieste fin qui avanzate dalle Autorita' Italiane di un suo rientro in Italia, Silvia mi prega di voler riportare alla Giunta Municipale ed al consigliere Pierluigi Baschieri i suoi piu' sentiti ringraziamenti per questo gesto che la rassicura in questi difficili momenti, ricordandole che il suo caso sta ancora oggi molto a cuore ai cittadini italiani.
Rassicurazioni a Silvia in merito all'interessamento dell'opinione pubblica italiana sono espresse dalla Vice-Presidente della Regione Toscana Marialina Marcucci che, a nome del Presidente della Regione Vannino Chiti, le comunica la piena disponibilita' ad impegnarsi nei suoi confronti da parte di Francesco Guccini e Gianni Mina' .
Molti altri attestati di solidarieta' sono stati portati a Silvia dalle altre componenti la Delegazione a nome del Comune di Firenze, di altri Enti e Associazioni nonche' di privati cittadini. Per tutti Silvia riserva parole di gratitudine ed una forte emozione traspare dalle sue parole di ringraziamento.
Silvia e' molto determinata a raggiungere il suo principale obbiettivo: rientrare in Italia. Per questo apprezza la volonta' di organizzare manifestazioni da hoc per focalizzare l'attenzione dei media sul caso, ma ribadisce che la via principale da seguire e' quella di convincere il governo italiano ad applicare l'art.23 della Convenzione di Strasburgo, che prevede la possibilita' di appellarsi al Comitato Europeo per le questioni penali presso la Corte Europea, Comitato istituzionalmente deputato a dirimere dispute, interpretazioni errate ed evasive concernenti gli impegni sanciti dalla Convenzione stessa, nonche' contrasti concernenti la clausola della reciproca consensualita' nell'esecuzione dei suoi protocolli.
A questo proposito l'Avv. Calvi, che e' il suo legale in Italia, ha gia' avuto un primo incontro informale con il Ministro di Grazia e Giustizia Giovanni Maria Flick, al quale e' seguita una lettera ufficiale dove invita il Ministro Flick a richiedere al Governo Italiano di voler esprimere quale posizione intenda assumere riguardo l'applicazione dell'art.23 della Convenzione di Strasburgo. A questo proposito Silvia chiede se il Governo abbia o meno risposto. E' la Vice Presidente della Regione che risponde informandola che ancora il nostro Governo non ha espresso una posizione ufficiale, anche se il Presidente del Consiglio Romano Prodi ha assicurato che prendera' una posizione ufficiale non appena saranno passate le prossime elezioni presidenziali di novembre negli USA. Su questo punto Silvia esprime forti perplessita': non vale la pena perdere tempo prezioso nell'attesa dell'esito elettorale poiche' anche nel caso, maggiormente auspicabile con riferimento alla soluzione positiva della sua estradizione, che
venisse rieletto il Presidente Clinton le cose non varierebbero di molto. E' chiaro che non ha molta fiducia nel Presidente Clinton poiche', proprio considerata la forte connotazione politica del suo caso, egli avrebbe dovuto prendere gia' da molto tempo una posizione chiara al riguardo ed invece non lo ha mai fatto, ne' ha mai fatto intravedere la minima volonta' di farlo.
Del resto Silvia e' pienamente consapevole della "diffidenza" del Governo USA nei suoi confronti, a causa del suo atteggiamento "poco flessibile" nel corso di questi lunghi quattordici anni di detenzione. Arrivati a questo punto potrebbe anche valutare l'opportunita' di una mediazione con il Governo ma solo conoscendo prima, e con esattezza, qual'e' la contropoposta del Governo ossia che cosa intende per "maggiore flessibilita'" e che cosa e' disposto a concederle in cambio. Proprio per questo, dietro sua richiesta, l'Avv. Elisabeth Fink ha gia' provveduto a scrivere una lettera ufficiale al Governo federale degli USA richiedendo di formulare una proposta complessiva, precisa in ogni sua componente.
Molto probabilmente Silvia, proprio nell'ottica di voler lanciare un segnale di distensione al Governo, si sottoporra' nel mese di Gennaio o in quello di Marzo del prossimo anno alla "Parol Board".
Si tratta di un'apposita Commissione, di nomina politica, che provvedera' ad un attento riesame del suo caso e, se verifichera' l'esistenza di determinati presupposti, potra' decidere in merito alla sua scarcerazione.
Dopo averci messo al corrente di questa lettera, Silvia chiede nuovamente che cosa intenda fare il Governo Italiano nell'immediato per il suo caso. Di nuovo le diciamo che, perlmeno fino a dopo le elezioni presidenziali del prossimo novembre, nessuna presa di posizione ufficiale da parte del Governo Italiano sara' intrapresa e che nel frattempo e' gia' stata fissata una nuova visita del Presidente della Regione Toscana Vannino Chiti per il prossimo ottobre, mentre fra novembre e dicembre probabilmente si recheranno a farle visita Sandra Bonsanti e Tiziana Melandri.
Queste notizie le fanno molto piacere e, dopo aver ricordato le visite ricevute durante gli anni passati di Emma Bonino, Luciana Castellino e Sandra Bonsanti, ci confessa di aver accolto con grande piacere la notizia della visita di una Delegazione Istituzionale di sole donne della Regione Toscana, la prima che abbia mai ricevuto. Lo aveva sempre desiderato anche e soprattuto per avere la possibilita' di un confronto con persone del suo stesso sesso, che meglio di chiunque altro avrebbero potuto condividere con lei certe problematiche e certe sensibilita' tipicamente femminili. Allo stesso tempo ha apprezzato molto anche la diversa estrazione politica di tutte le componenti la Delegazione che e' senza dubbio testimonianza di una espressione democratica del nostro Paese ed anche un chiaro segnale dell'interessamento diffuso nei suoi confronti.
A proposito di donne chiede se e' possibile farle avere l'ultimo libro della Maffai - la lettura e' rimasto un suo grande amore - ed anche quello di Gianni Mina' dal titolo "Il continente desaparesidos". Le farebbe piacere anche ricevere del materiale di Zavattini sul neorealismo. Una sua grande passione del passato, che e' ancora molto viva, e' quella di fare cinema non come attrice ma nelle vesti di operatrice, soprattutto nel campo dei cortometraggi e/o documentari.
Avvicinandosi la fine del nostro incontro, le chiediamo notizie sulle sue attuali condizioni di salute e lei ci assicura di stare bene nonostante abbia trascorso un inverno difficile durante il quale, a seguito di un crollo psicologico, ha affrontato una lunga malattia. Ora pero' tutto e' stato superato ed e' di nuovo determinata a vincere la sua battaglia. Per questo si e' organizzata la giornata imponendosi orari ben precisi e fissando degli obbiettivi di medio periodo per i quali ha gia' iniziato a lavorare.
Ha ripreso anche gli esercizi fisici e insegna nuovamente nei Corsi per le detenute; questo la fa sentire utile e la aiuta nella sua battaglia per la sopravvivenza, permettendole di evadere per qualche istante dalla triste realta' carceraria, affrontando tematiche di diversa natura. Attualmente insegna in un Corso di Storia Afro-Americana, in uno relativo alla prevenzione sull'AIDS ed ha intenzione di organizzare al piu' presto un nuovo Corso sulla "Identita' Americana". L'idea le e' venuta dopo aver letto alcuni racconti di professori americani, ma con le origini piu' disparate, che spiegano come sono diventati "americani" nel corso degli anni. La sua intenzione e' quella di leggere durante il Corso alcuni dei brani piu' significativi di questi racconti e poi di far scrivere dalle detenute degli elaborati sulle proprie esperienze personali, per spiegare come sono divetate americane e che cosa questo significa per loro.
Silvia attribuisce una grande importanza alla possibilita' di effettuare i corsi alle detenute poiche' essendo per la maggior parte delle disadattate provenienti dai ceti piu' disagiati, spesso anche analfabete, non hanno una ben che minima consapevolezza del perche' sono in carcere, del perche' non hanno avuto la possibilita' di crescere con i minimi servizi garantiti come la casa, la scuola, l'assistenza sanitaria, ecc. Questo e' quello che Silvia sta tentando di fare nei loro confronti: creare una coscienza storica in queste donne che, loro malgrado, hanno dovuto affrontare grosse tribolazioni nel corso delle loro vite.
Il tempo e' trascorso veloce e dopo circa tre ore di conversazione siamo giunte alla fine della nostra visita. Silvia ci prega di voler continuare il nostro impegno per una azione comune e di tenerla aggiornata su tutti gli sviluppi che si andranno a determinare. La rassicuriamo su questo e, dopo averla abbracciata con affetto, la salutiamo e veniamo accompagnate da un agente fuori dalla Sala-Visite del penitenziario, dopodiche' lasciamo Danbury alla volta di New York dove, nel pomeriggio, viene tenuta una conferenza stampa, organizzata direttamente dalla Regione Toscana (dagli uffici in Italia), con i corrispondenti dei giornali italiani per dare l'informazione circa il nostro incontro con la Baraldini ed i suoi esiti.
Lucca, 9 settembre 1996 Angelita BONUGLI
presidente