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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 13 settembre 1996
Intervista a Marco Pannella di Andrea Bianchi pubblicata sul Gazzettino il 13 settembre 1996 - pag. 4

IL POTERE ITALIANO SI E' SCELTO UN NEMICO

PANNELLA: 'BOSSI E' UN BURATTINO NELLE MANI DI 'ROMA LADRONA''

Inutile parlare con la Lega: e' un fantoccio, 'il manico del coltello l'ha Roma'.

Per Marco Pannella la secessione e', al massimo, una creatura mediatica.

D. E' vero che in Italia siete rimasti in due a fare opposizione, lei e Bossi?

R. Non so. Ma quel che so e' che Roma 'Roma ladrona', televisioni e stampa di regime quasi senza eccezioni, hanno lanciato 'secessionismo' e '15 settembre' non appena Bossi ne ha accennato. E si valutano intorno a 250 miliardi, al minimo, i loro veri e propri spot di promozione della manifestazione del 15 settembre.

Quando abbiamo depositato quasi 12 milioni di firme autenticate che richiedono 20 referendum contro il regime centralista, il 'Corriere della sera' aveva dedicato il triplo d'informazione sui tre referendum di Bossi, annunciati una sera en passant e che neppure si potevano presentare. Ed oggi il 'Corriere' fa articolo di fondo e dedica pagine intere a temi ed obiettivi sui quali milioni di firme sono state apposte, censurando tuttora l'esistenza dei referendum raggiunti.

D. Perche' Bossi ha raccolto contro il sistema milioni di voti in pochi anni, mentre lei, in decenni, non e' riuscito ad unire tutti i liberali dispersi a destra ed a sinistra?

R. Bossi e' il nemico che il potere italiano si e' scelto, come a suo tempo scelse il 'fascismo' di Almirante o il terrorismo. Da ottant'anni il sistema e' piu' attento ad imporre l'antagonista che il protagonista. Il blocco storico che governa l'Italia, Fiat e sindacato, fa questo gioco di eliminazione dai manuali di storia e dai vissuti culturali: Ignazio Silone, Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi, i fratelli Rosselli e ora noi. Le basta?

D. Va bene, ma e' tutta colpa loro?

R. Noi siamo clandestini, siamo costretti ad azioni da esercito partigiano. E le conduciamo mirabilmente. Non solo restiamo vivi da quarant'anni, ma arriviamo a 12 milioni di firme su 20 obietivi di governo. Facciamo qualcosa che nessun partito italiano ha mai sognato di fare.

D. E ancora possibile un dialogo tra voi e la Lega?

R. Da tre giorni la Lega afferma che tra un anno la Padania sara' indipendente. Nessuno finora ha rispostoche questo e' tecnicamente impossibile, anche se fosse d'accordo l'80 per cento degli italiani del Nord, ne' tra 12 ne' tra 24 mesi. Non ci sono neppure Palazzi d'Inverno da assaltare... Per dirla con un linguaggio da osteria, culturalmente quello di Bossi, questa e' una volgare, risibile stronzata, una turlupinatura. E loro su questo glissano. La lega, come nemico di comodo, va protetta. E con la Lega e' inutile parlare: il manico del coltello l'ha 'Roma'.

D. Ma non voleva andare anche lei sul Po?

R. Ho tentato di dire a Bossi: togli la parola d'ordine secessionista, rimetti quella federalista e liberista, cosi' sul Po ci andiamo tutti. Risposta: niente

D. Non e' ora di ammettere che con il Polo di Berlusconi, ricattabile sulle tv, non e' possibile fare la grande rivoluzione liberale alla quale lei aspira ?

R. Per noi rivoluzione liberale significa inserire costantemente un elemento di contraddizione nella struttura ideologica di un Paese che da ottant'anni produce cultura antiliberale. Il Polo poteva essere uno dei veicoli di questo messaggio, se non l'unico. Spero ancora che Berlusconi ci ascolti perche', nonostante tutto, alle ultime elezioni la stragrande maggioranza li ha votati sullo slogasn 'liberali, liberisti e libertari'. Negli ultimi trent'anni nessun altro ha mai chiesto voti con queste parole d'ordine. Che poi tradiscano o no, e' un altro paio di maniche.

D. Tradiscono o no?

R. Voglio conoscere in fretta il nuovo astro, Scaloja, l'ennesimo DC di ferro, prescelto da Berlusconi come coordinatore di FI. Ma resta ed e' forte la contraddizione con le aspettative dell'elettorato, che sono le nostre.

D. Questa volta bastera' firmare un contratto?

R. Ci vogliono atti concreti: l'urgenza sulla proposta di legge per l'abolizione della quota proporzionale, il no alla bicamerale nella seconda vitazione, pari dignita' tra proibizionisti e antiproibizionisti. Cose che abbiamo chiesto da tempo.

Dal 15 settembre, poi, comincera' a lavorare l'arbitro nominato dal Tribunale di Roma, per risolvere il contenzioso tra noi e il Polo.

D. A parte la vostra richiesta di risarcimento, appoggerete il Polo alle amministrative del 1997 in assenza di un accordo?

R. Se ne riparla l'anno prossimo. Intanto depositiamo il nostro simbolo per le suppletive di Ravenna per il 27 ottobre.

D. Con quale soggetto politico intende affrontare la prossima campagna referendaria?

R. Ancora con i Club Pannella. Abbiamo raccolto un miliardo al nostro interno, ma senza gli altri 5 non so se potermo assicurare la difesa dei referendum davanti alla Consulta.

D. Comer dice Teodori, e' Pannella il peggior nemico di se stesso?

R. Conosco battute migliori. Ma mi auguro che sia cosi': avrei lunga vita.

 
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