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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 17 settembre 1996
Articolo di Marco Ventura pubblicato da 'IL GIORNALE' il 15 settembre - pag. 9

MA PANNELLA NON DEMORDE: COSI' LA STAMPA NON E' LIBERA

Marco Pannella non demorde:'L'ordine dei giornalisti va abolito'. E a chi gli obietta che così si ammazza la professione, ribatte: 'Com'è noto, in tutto il mondo nel quale il giornalismo più o meno viene evocato come esempio di giornalismo, l'idea stessa di un ordine o di un ordine all'italiana, non verrebbe proposta neppure nei manicomi'. E la laurea? Gia', la laurea in giornalismo di fresca fattura non è una garanzia necessaria e sufficiente di professionalita'? Il leader radicale non ci crede: 'E' addirittura peggio. La Costituzione prevede che sia giornalista colui che ha qualcosa da scrivere, non chi ha una laurea. Benito Mussolini e Pietro Nenni non erano laureati, eppure sono stati due grandi giornalisti politici di questo secolo. Perfino Benedetto Croce non aveva la laurea. E allora?'.

Tra i promotori del referendum abrogativo dell'ordine, il segretario dei Club Pannella, Paolo Vigevano: 'La legge sull'ordine è stata istituita per aggirare il dettato costituzionale sulla stampa che non deve soggiacere ad alcuna forma di autorizzazione. Secondo noi è incostituzionale la norma che prevede l'obbligo per un quotidiano, di avere un direttore che sia giornalista professionista. E' questa chiusura che ha favorito la degenerazione.' Perche'? 'Semplice: la degenerazione la eviti aprendo i canali professionali e selezionando all'interno di una professionalita' oggettiva, non necessariamente riconosciuta. E poi, siamo proprio certi, che l'ordine attuale e le sue regole garantiscano la qualità degli iscritti? Non mi pare proprio. Non vedo nella professione com'è oggi tutta questa professionalità'.

Agli ordini dei giornalisti che si stanno via via costituendo in Cassazione per il controllo delle firme depositate si opporrà l'avvocato e costituzionalista Beniamino Caravita di Toritto: 'La nostra idea è che chiunque possa essere giornalista, perché chiunque deve poter godere della liberta' di manifestazione del pensiero tramite stampa. Questa è una convinzione che ci viene contestata dagli ordini dei giornalisti, con motivazioni, pero', che non hanno proprio nulla a che vedere con l'ammissibilità dei referendum. Dubito pure che possano costituirsi nel procedimento referendario'. Caravita aggiunge: 'La Consulta ritenne a suo tempo che l'ordine non fosse contrario alla Costituzione, ma questo non significa che non possa essere abrogato'. Quindi, basta che il quesito venga ammesso, perché gli italiani legittimamente siano chiamati a esprimersi con un si o un no. Per aver distribuito un giornale 'clandestino' volutamente privo di direttore giornalista, la militante livornese Alessandra Impallazzo e' stata ch

iamata dalla Digos, la polizia politica, e identificata. Dalla piazza, la battaglie approdera' presto alla Consulta.

 
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