Roma, 19 settembre 1996
'Il Governo si accinge a sostituire Necci.
E' quanto - almeno - leggiamo sui giornali.
Da anni assistiamo all'abuso politico da parte di forze diverse - ma in un modo o nell'altro tutte di centro-sinistra - di vicende giudiziarie che - ora - non di rado, in astratto, criticano o deprecano.
Si comincị con sette ministri del Governo Amato dei quali si accettarono le dimissioni per semplici avvisi di garanzia.
Inutilmente anche dal Parlamento scongiurammo il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio di non dare - in tal modo - un contributo determinante ad una lotta politica perversa e alla trasformazione di atti giudiziari - spesso - di garanzia nel coro contrario.
Il Pds, il partito dei PM e della stampa e tv collegate, i cespugli di Quercia e Ulivo, hanno continuato a lucrare in questa situazione, fino alla vittoria. Ora - temendo che venga il turno per qualcuno di loro - sembrano dare segni di rinsavimento.
Io non conosco Necci, se non da quello che tutti - o quasi - sanno.
Allora deve essere ben chiaro e' che fino a una prima eventuale condanna, Necci non va toccato. E Prodi non puo' e non deve - come nessun altro - osare cogliere questa occasione per porre in crisi programmi e aspetti direttivi dell'azienda, se non esistono motivi validi - e non giudiziari - per farlo.'