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Conferenza Movimento club Pannella
Donvito Vincenzo - 27 settembre 1996
antiproibizionismo e propaganda

Mi riferisco alla trasmissione/conduzione di stamane 27 settembre a Radio Radicale.

Non mi e' piaciuta.

Troppo ripiegata su se stessa, con Marafioti che faceva i capitomboli per renderla piu' ampia e fruibile, ma evidentemente non aveva tutte le informazioni necessarie alla bisogna.

Il modo di Radio Radicale e' circolare, in modo che l'informazione possa essere utilizzata per produrre politica informata, a maggior ragione quando vuole servire per "tirare" una situazione, che e' proprio il nostro caso.

Questa trasmissione non poteva essere utlizzata in questo senso, a meno che non si creda che il movimento abbia un suo radicamento istituzionale, oltreche' territoriale. L'impressione e' che ci fossero dei riferimenti istituzionali in grado di recepire quanto veniva proposto, e che questi riferimenti istituzionali avessero gia' una storia con la nostra proposta e il nostro approccio all'antiproibizionismo. Un'impressione, per l'appunto: che forse albergava nella testa di chi aveva pensato di organizzarla in questo modo, ma che non risponde assolutamente alla realta'.

La realta' e' questa.

Non abbiamo referenti istituzionali locali. Non solo, ma quelli che in questo caso dovrebbero essere piu' disponibili ("la sinistra"), ci considerano avversari politici o utili idioti.

I referenti territoriali del movimento si sono ridotti al lumicino, per ragioni che in questa conferenza dovrebbero essere piu' o meno note.

Le situazioni che siamo riusciti a smuovere, lo sono state solo in virtu' delle rade presenze istituzionali (di cui il Palma ne e' un fulgido esempio), e delle altrettante rarefatte presenze territoriali che -solo perche' c'erano loro e non per altro- grazie ai rapporti con il consigliere Y o X, hanno consentito la presentazione dei nostri odg.

La trasmissione e' stata questa.

Un dialogo tra Palma e questi consiglieri (inframmezzati da telefonate "in and out" tipiche di RR), rivolto ad altri consiglieri/ipotetici ascoltatori della radio in quel momento.

Una trasmissione fine a se stessa, piu' o meno autoelogiativa (in senso positivo). Di un buon livello per una radio non di parte, ma non e' il caso di RR.

Queste trasmissioni dovrebbero sevire alla battaglia in corso e al Movimento/Partito nel suo complesso.

Se allora si fotografa la realta' dell'odg di Torino, la realta' dei consiglieri che hanno presentato l'odg, e la realta' del nostro movimento .... non si puo' non prendere atto che siamo in presenza di altro.

Una situazione che io fotografo, e che in questi giorni propongo frequentemente, e' quella dello scippo gia' in atto di quanto l'odg di Torino ha rimesso in gioco. Scippo non di marchio doc, ma scippo che porta inevitabilmente all'affossamento delle speranze antiproibizioniste, perche' operato all'insegna della moda e del consolidamento di equilibri di potere, molto spesso estranei allo spirito della proposta antiproibizionista stessa.

Di fronte a questo scippo, e di fronte ad un "rilassamento" dell'iniziativa e della presenza del presidente del nostro Movimento (che lui stesso in piu' occasioni che ha ricordato e sottolineato), far finta di essere il vecchio Pr o il Movimento che ha mobilitato per la raccolta delle firme sui 20 referendum, e' comportarsi come lo struzzo: di fronte al pericolo mette la testa sotto terra.

Abbiamo solo una carta da giocare, e non buttarla in tavola e' molto piu' che perdere il giro. E' la carta dell'azione radicale: quella che ti porta energicamente al centro dell'attenzione, e che ti consente di stabilire rapporti da una posizione di forza. Non e' un caso, ripeto, che gli unici consiglieri non "di stretta osservanza" che hanno presentato odg, lo hanno fatto a seguito di una nostra mobilitazione extra-istituzionale (l'unica che oggi possiamo fare), e non perche' mossi da profondo convincimento antiproibizionista risvegliatosi per l'occasione torinese (quando questo risveglio "autonomo" si e' verificato, lo e' stato per quegli interessi di potere che ricordavo prima).

E la trasmissione di RR non era rivolta a chi era in grado di creare questa mobilitazione. Non solo, ma anche i casi piu' eccellenti (anche se limitatissimi) di questa mobilitazione, non hanno trovato dimora nella trasmissione. Ma non per volontaria esclusione di pinco o di pallo, ma per difetto di concezione della trasmissione stessa .... ripiegata su ste stessa, per l'appunto.

La domanda che ci dobbiamo porre e' la seguente: serve un'opera di testimonianza di minoranze che parlano a se stesse, oppure serve trasmettere dinamiche e ritmi d'azione che portino ad un moltiplicarsi esponenziale dell'iniziativa? La risposta e', per tutti, ovviamente la seconda. Ma la trasmissione di RR credo che rispondesse piu' alla prima.

Vai con il confronto.

 
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