ANTICIPAZIONI - Esce la prima biografia del grande scrittore: una vita tra letteratura e impegno civile. La veritß sull'addio al Pci e sulla candidatura nel Partito radicale
SCIASCIA politico. Il mistero svelato
¼Gli intellettuali aderiscono a uno schieramento. Noi, invece, aderiamo alle tue idee . Cosø Pannella lo convinse a diventare capolista. E intanto Leonardo pensava a Pasternak e a Stalin...
di MATTEO COLLURA
Il 5 aprile 1979, intervistato sulle imminenti elezioni politiche nazionali ed
europee, Sciascia aveva dichiarato di non avere pi· alcun rapporto attivo con la politica e che si sarebbe limitato ad andare a votare. L'esperienza di
¼scendere in campo l'aveva fatta con i comunisti al consiglio comunale di Palermo. Chiuso. Ventidue giorni dopo, il colpo di scena: lo scrittore rendeva noto di aver accettato la candidatura offertagli dal Partito radicale. Cos'era successo? Altri partiti lo avevano interpellato, corteggiato, pressato. Craxi gli aveva fatto sapere che nella lista del Psi vi era un posto per lui, ma Sciascia aveva rifiutato. Niente sembrava lo avrebbe potuto convincere a cambiare idea. C'era riuscito Marco Pannella.
E la sera del 26 aprile quando il leader radicale chiede dello scrittore telefonando alla casa editrice Sellerio. Pannella ha urgenza di parlargli. Da Roma, dice, prenderß il primo aereo per Palermo, se Sciascia accetterß di vederlo.
L'incontro viene fissato per l'indomani mattina, negli uffici della Sellerio. Nell'uscire da casa, lo scrittore dice alla moglie di non sentirsi bene. E inquieto. Non si erano mai incontrati Pannella e Sciascia, il quale - era noto - condivideva le battaglie del segretario radicale, ma non ne approvava i digiuni e gli atteggiamenti estremistici che riteneva conseguenza di una sorta di misticismo.
Quando Pannella arriva negli uffici di via Siracusa, Sciascia lo accoglie con espressione preoccupata. Restano soli. La porta aperta, dalle altre stanze non si ode il minimo rumore. Elvira ed Enzo Sellerio aspettano che venga loro detto qualcosa. ¼Di solito , esordisce Pannella, ¼gli intellettuali aderiscono a un partito, al suo programma, alla sua ideologia.
Noi radicali sentiamo di far nostro il suo pensiero politico. Noi faremmo esattamente il contrario di quello che fanno gli altri partiti. Siamo noi che aderiamo alla sua politica. Per questo lei sarebbe il nostro capolista ideale .
E come se una circolaritß venisse a determinarsi nelle parole di Pannella: la politica di Sciascia nei suoi libri e le sue scelte ne sono la conseguenza. Se cosø, i suoi libri hanno aderito al Partito radicale prima che lo facesse lui.
¼Quindi lei mi propone di candidarmi nel Partito radicale? si anima appena, Sciascia.
¼Sø, e so che per lei pu essere pesante contraddirsi . Pannella agitato.
¼Quanto tempo ho per riflettere? chiede Sciascia.
¼Non c' tempo , dice Pannella. ¼Le liste sono giß chiuse, bisogna parlare con un notaio. Non so neanche se tecnicamente sarß possibile .
¼Permetti? Ora Sciascia dß del tu al suo interlocutore. ¼Vado un momento a fumare una sigaretta . Un paio di minuti e torna. ¼Sei venuto perch sapevi che la porta era aperta , la risposta, la voce tremante per la forte emozione.
Pannella scatta in piedi incredulo. Dice: ¼Bisogna telefonare al partito, c' da mettere a posto le liste. Davvero non so se sarß possibile, se ne avremo il tempo .
Negli uffici della Sellerio c' qualche attimo di scompiglio. Poi Pannella telefona al notaio di riferimento per i radicali di Palermo. Una breve consultazione e sø, si pu fare: Leonardo Sciascia candidato nelle liste radicali per le elezioni nazionali ed europee del 3 e del 10 giugno.
Gli amici si chiedono come sia possibile. Anna Maria, all'ultimo mese della sua seconda gravidanza, tenta di dissuadere il padre, ma invano. Vito, il quarto nipote dello scrittore, nasce in una clinica di Palermo il 12 maggio, nel pieno della campagna elettorale. Ma nella famiglia Sciascia il lieto evento non attenua il malumore. Anna Maria e Laura sono preoccupate per la salute del padre. Insistono perch rinunci alla candidatura. ¼Noi non ti voteremo , gli dicono alla fine. E cosø faranno.
Lo scrittore, incalzato da amici e parenti, confessa di scoprirsi sorpreso a sua volta: qualcosa in quel brevissimo incontro con Pannella lo aveva messo in crisi, toccandolo lß dove era pi· vulnerabile. E quel qualcosa doveva avere a
che fare con il suo essere scrittore. Lo spiegherß in seguito: ¼Mentre Pannella mi parlava, io pensavo a quel dialogo per telefono di Pasternak con Stalin. Una volta Pasternak aveva chiesto di parlare con Stalin per perorare la causa di Mandelstam, il poeta che era stato arrestato. E una sera suona il telefono. Pasternak va a rispondere ed era Stalin.
Parlano di Mandelstam, molto duramente da parte di Stalin e poi a un certo punto Pasternak dice: "Vorrei incontrarvi".
"E perch ?" domanda Stalin. "Ma", dice Pasternak, "per parlare della vita, della morte", e a questo punto sente il telefono che si chiude. Stalin non voleva parlare della vita e della morte, si capisce. Ecco, io ho pensato che bisognava parlare della vita e della morte in questo Paese. Ed era giusto che a parlarne fossi io, scrittore la cui pagina molto vicina all'azione, al suo limite. Per questo la tentazione di entrare nell'azione diretta per me forte .
Rituffandosi nell'¼azione diretta , la scelta radicale quella che pi· gli si addice; scelta fatta anche da Vittorini nell'ultimo scorcio della sua vita. E come se Sciascia tornasse a un antico amore, trovando uno sbocco alla sua eresia: ¼Mi sentivo d'accordo con me stesso quando votavo il vecchio Partito radicale. Una volta, poi, che ho votato radicale con preferenza ad Elio Vittorini, mi sono sentito addirittura felice. Sono, dunque, un vecchio radicale; non so fino a che punto anche nuovo, ma il radicalismo, tutto sommato, non invecchia . Da questo punto di vista, l'affettuosa e convinta adesione all'invito rivoltogli un anno prima dal giovane giornalista Valter Vecellio, perch scrivesse su Quaderni Radicali, era stata preludio alla sua inattesa candidatura. Ma non tutti si ricordano del suo vecchio radicalismo. Tra questi, Renato Guttuso, candidato anche lui, ma nel partito che ormai politicamente li divide. In una lettera aperta che affida a Repubblica, il pittore intona: ¼Caro Leonardo, il senso di s
gomento che ho provato nell'apprendere la notizia
della tua candidatura nel Pr mi ha fatto riflettere sulla misura e qualitß della mia amicizia per te... . L'amicizia: Sciascia disposto a sacrificare anche quella, quando diventa di ostacolo alla sua ricerca di veritß. ¼Tu vuoi salvarmi l'anima, e io non voglio salvare la tua , risponde lo scrittore sullo stesso giornale, attribuendo, i ¼sentimenti e i ¼turbamenti dell'amico al suo modo di intendere l'amicizia, che definisce ¼molto siciliano . E sul modo di essere siciliano di Guttuso rispetto a quello dello scrittore, Montanelli racconterß che Sciascia, riferendosi all'amico pittore, una volta gli aveva detto di sentirsi, al confronto, ¼un londinese . E cosø, ecco di nuovo Sciascia al centro delle polemiche, bersaglio delle critiche. Con Candido sembrava aver raggiunto un distacco dalla politica che assomigliava a una forma di liberazione (cosø libero da poter modificare, aggiungendo ironia a ironia, una celebre battuta diWoody Allen: ¼Dio morto, Marx pure, ma io mi sento benissimo ), mentre invece, c
on la nuova candidatura, si accingeva a entrare nel Parlamento, nel labirinto del potere dove l'affaire Moro si era consumato.
Certo, si sarebbe mosso ¼con molta diffidenza e con molto scetticismo , parlando della vita e della morte in un luogo dove della vita e della morte si decideva senza mai parlarne. E giß le parole venivano a evidenziare una distanza, mettevano in risalto la frattura. [...].
Nelle foto: Pasquale Sciascia, padre dello scrittore Leonardo; la madre, Genoveffa Martorelli detta ¼Gigia ; Leonardo Sciascia con Marco Pannella; nella residenza estiva dello scrittore, alla Noce, nel 1979, anno della sua candidatura nel Partito radicale; Sciascia ragazzo.