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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 2 novembre 1996
IL SOLE 24 ORE 2 NOVEMBRE 1996

RIFORME, AVANZANO I REFERENDUM

Mentre la Bicamerale segna il passo, prosegue l'iter dei quesiti di Pannella e Regioni

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Fra una Commissione Bicamerale che stenta a partire e un'Assemblea Costituente che ancora non c'è, la terza via possibile delle riforme istituzionali passa attraverso i 32 referendum popolari che proprio in questi giorni stanno facendo i primi esami d'ammissione. Quanti di essi riusciranno a superare il vaglio "di legittimità" della Cassazione (entro dicembre) e quelli "di merito" della Consulta (entro gennaio)? Molti cadranno probabilmente lungo il difficile percorso, ma anche quei pochi quesiti che riusciranno a "sopravvivere" al giudizio della Corte costituzionale basteranno a provocare, se supereranno pure la prova elettorale, un vero e proprio terremoto fra i sempre più aspri e precari equilibri della cosiddetta Seconda Repubblica. Venti referendum proposti dai radicali riformisti di Marco Pannella e sottoscritti da milioni di cittadini, più altri 12 promossi dalle Regioni, "minacciano" di sconvolgere i campi più diversi, dal sistema elettorale al nodo delle privatizzazioni , dall'assetto della giustiz

ia a quello del governo. Una parte non insignificante del "gioco" referendario è ancora nelle mani del Capo dello Stato, Oscar Luigi Scalfaro, che in questi giorni procede alla nomina dei tre giudici costituzionali di sua competenza; un quarto giudice dovrebbe essere eletto dalle camere, che stentano però da mesi ad individuare il bandolo di un accordo politico. Col suo decisivo intervento, proprio il Quirinale dovrebbe perciò contribuire a determinare il nuovo assetto della Corte Costituzionale, cui spetta il giudizio finale ed inappellabile di ammissibilità dei quesiti referendari. Quelli che supereranno la prova della Consulta potranno esser resi superflui da un tempestivo intervento legislativo, sul quale però è abbastanza difficile fare assegnamento, vista la situazione di sostanziale incomunicabilità parlamentare fra i due schieramenti del Polo e dell'Ulivo. E' quindi assai più realistico prevedere che, secondo quanto stabilisce la legge, tutti i referendum ammessi dalla Corte costituzionale saranno

sottoposti al giudizio delle urne in una domenica compresa tra il 15 aprile ed il 15 giugno. In parallelo cioé con l'attività della Bicamerale, che proprio in quel periodo dovrebbe essere nel pieno della sua stagione di riforme. Se ne sarà capace. Ma se la Commissione dei 70 si sarà impantanata, proprio in quel periodo si potrebbe riproporre la prospettiva della Costituente. Almeno come l'estrema possibilità di mettere mano alla ricostruzione del nostro sistema politico. In questa direzione s'è di nuovo impegnato Mario Segni, il leader che ha trionfato nella stagione dei referendum elettorali e che dallo scorso ottobre è di nuovo in pista con i suoi comitati per la Costituente. Segni ha già arruolato alla sua causa significative parti del Polo, a cominciare da Alleanza Nazionale. Messi in competizione nello stesso arco di tempo, Bicamerale e referendum potrebbero persino integrarsi fra loro, potendo, i secondi, una volta messi in gioco dalla Consulta, far da stimolo alla ancora assai incerta capacità rifo

rmatrice della prima. Una sorta di sana e utile "concorrenza" sul rinnovamento istituzionale che potrebbe esercitarsi senza limiti di campo. Basti pensare alla "rivoluzione" che provocherebbe negli equilibri politici l'introduzione del maggioritario secco all'inglese, con l'abolizione della quota proporzionale del 25 per cento come chiede uno dei quesiti pannelliani. Un gruppo assai incisivo dei referendum proposti dai radicali riguarda anche la magistratura, che dalla loro eventuale approvazione uscirebbe congruamente cambiata: è in discussione la modifica, anche qui in senso maggioritario, del sistema elettorale del Csm, lo scardinamento dell'automatismo delle carriere, l'abolizione di tutti gli incarichi extra-giudiziari e una diversa e più incisiva normativa sulla responsabilità civile dei giudici. Il pacchetto dei referendum "economici" è sicuramente quello più fitto di quesiti: i radicali da oltre tre settimane si battono in un'ininterrotta maratona oratoria per assicurare ai referendum il finanziament

o necessario al loro successo. Chiedono l'abolizione del sostituto d'imposta, quello del monopolio Enel sull'energia elettrica e dell'assistenza sindacale sui patti in deroga, l'abrogazione della "golden share" e quella del Pubblico registro automobilistico.

Queste sono alcune altre proposte: la smilitarizzazione della Guardia di finanza, l'obiezione di coscienza, la scelta fra Usl e assicurazione privata, la limitazione della pubblicità Rai. Le 12 consultazioni suggerite dalle Regioni, anche da alcune a guida di Centro-sinistra come la Toscana, puntano invece ad abbattere alcune strutture burocratiche centrali, riducendo il numero dei ministeri col trasferimento delle loro competenze alle Regioni e cancellando la figura del segretario comunale. Altri quesiti puntano a ridurre alcuni controlli sugli enti locali.

 
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