I TRE MOSCHETTIERI DEL "RE DI ARCORE"
VITO, CALDERISI E TARADASH
Articolo di Sebastiano Messina pag.4
Chi ha avuto l'idea di far apparire la scritta "No tax" sul tabellone elettronico di Montecitorio? L'ex-pannelliano Marco Taradash. Chi ha organizzato in un'ora trecento deputati, con i post-it gialli sui pulsanti, in modo che i loro voti e le loro astensioni facessero riuscire quella beffa televisiva? L'ex-pannelliano Elio Vito. E chi ha svelato al Cavaliere tutte le insidie e i trabocchetti piazzati dai piddiessini Bassanini e Salvi nella bozza Fisichella? L'ex-pannelliano Peppino Calderisi. Ora li chiamano i "tre moschettieri" e forse qualcuno immagina che sotto la camicia portino ancora la casacca radicale, "un giustacuore azzurro cielo un po' sciupato e spelato". Ma non è così. Taradash-Athos, Calderisi-Portos e Vito-Aramis non stanno più col cardinal Pannellieu: ormai hanno giurato fedeltà al re di Arcore. Non tutti e tre insieme, certo, e non tutti con lo stesso caloroso entusiasmo. Berlusconi lo sa benissimo e infatti per lui i tre moschettieri sono solo due, Calderisi e Vito. "Il Simone il Weah del
la nostra squadra" li ha chiamati al convegno dello Sheraton. Per Taradash neanche una citazione, un mezzo grazie, una convocazione in panchina. una ragione c'è, come vedremo. Eppure "Marco il giovane" come lo chiamavano una volta per distinguerlo da "Marco il vecchio" (Pannella), è sempre pronto a battersi, "scendendo le scale a quattro a quattro con la spada tintinnante in pugno", e ieri è stato lui in aula a bacchettare prodi e Veltroni che applaudivano il piddiessino Mussi, mentre i para-aventiniani del Polo si godevano la scena dalle tribune, mescolati ai comuni contribuenti. Tutti e tre, a turno, sono stati l'ombra di Pannella. Taradash era liberale, Calderisi era repubblicano , Vito era sociologo. Marco li conquistò uno ad uno. Taradash un livornese che non le manda a dire, aveva scritto un "Vademecum divorzista" ai tempi del referendum e sapeva parlar bene: quando gli fu affidata la rassegna stampa di Radio Radicale lui ne fece un piccolo evento quotidiano. Poi prese la guida degli antiproibizionisti
e finì al Parlamento europeo. Arrivato a Montecitorio si fece due anni di apprendistato nella Lista Pannella e poi con la vittoria del Polo conobbe la vetrina della commissione di vigilanza. Faceva il presidente con la stessa serena neutralità dell'avvocato Taormina al processo Cerciello, ma in compenso non prese mai l'auto blu alla quale aveva diritto. Calderisi, capelli a spazzola e barbetta da satiro, faceva il fuorisede pugliese tra i giovani repubblicani di Pisa, finché non cadde nella trappola del guru radicale. "Che cosa sai fare?" gli chiese Pannella. "Sono ingegnere" rispose lui. "Benissimo allora ti occuperai dei referendum". E così Calderisi, che non ha mai preso in mano un manuale di diritto costituzionale, è diventato il maggior esperto vivente di trucchi referendari. Il suo capolavoro fu un'impresa clamorosa. Quando il referendum elettorale era ancora incerto, per via della tortuosità della legge che rendeva dubbio il taglio proposto da Segni, lui infilò in una leggina sui collegi una riscritt
ura del passaggio più oscuro che avrebbe reso inevitabile il referendum. Lo fece con tale abilità che la Dc forlaniana e il Psi craxiano votarono ignari quell'emendamento dall'aria innocente, spianando la strada alla ghigliottina referendaria. Elio Vito ha 36 anni e sarebbe ancora un vivace radicale napoletano dall'aria furba se Marco Pannella non gli avesse ceduto nell'88 il suo seggio al Comune. Prima che avesse il tempo di dire grazie, Vito fu spedito a studiarsi tutte le pieghe del regolamento e tutti i segreti delle delibere, una scuola di politica che nel '92 gli aprì le porte di Montecitorio e ora lo fa passare fra i novizi del Polo, per un esperto veterano. Taradash, calderisi e Vito erano dunque i pilastri della Lista Pannella anche se erano stati eletti sotto il simbolo del Polo. Ogni volta che Marco e Silvio litigavano, però, il dubbio tornava a galla: ma quelli con chi stanno ? Il 20 dicembre 1994 Pannella decise di fare la prova e annunciò: "Dovete dimettervi per far saltare il Parlamento del r
ibaltone". I tre si guardarono in faccia e gli dissero: "Piuttosto Marco andiamocene tutti dentro Forza Italia". "Con quei clericali, mai!" rispose Pannella, e le sue tre ombre si staccarono dal suo corpo, incamminandosi verso i collegi blindati di Berlusconi. All'inizio il Cavaliere li considerava dei rompiballe, poi ha cominciato ad ascoltarli e ad invitarli a pranzo in via del Plebiscito. Vito ottimo amico di Tatarella, ha avuto la presidenza della giunta per le elezioni. Calderisi è stato eletto vicecapogruppo. E Taradash? Era presidente della Commissione di vigilanza, ma non è stato confermato. Forse, dicono i maligni, perché una mattina ha colpito ed affondato in aula la nuova legge sul finanziamento pubblico ai partiti. Infischiandosene del fatto che l'accordo stretto la sera prima portasse anche la firma di Forza Italia. Ma può un moschettiere, sfidare il suo re?