CASTRO IN ITALIA: BONINO STUPORE PER 'CALOROSA ACCOGLIENZA'
"Stupore" per la "calorosa accoglienza e gli ammiccamenti delle massime cariche del Paese" tributate al Presidente cubano Fidel Castro, da ieri a Roma per il vertice mondiale della FAO, è stato espresso oggi da Emma Bonino, Commissario Europeo - oggi, domanica "nella veste di militante radicale" - nel corso di una conferenza stampa convocata con il leader radicale Marco pannella. Bonino "amareggiata" nel vedere coma l'Italia, e Roma, hanno accolto "dittatori" come Castro e Li Peng, chiede di "reagire in modo politico organizzato al disarmo ("un nuovo disarmo già vissuto negli anni Trenta") nei confronti di uomini di Stato, regimi, ragioni antidemocratici e antiliberali". Secondo l'esponente radicale - che affida alla stampa un elenco di sedici detenuti politici "le cui vicende giudiziarie sono stupefacenti" e riguardano tutti reati d'opinione (fra questi Francisco Chiavano, accusato di dichiarazioni anticastriste e che "non era a Cuba" spiega Bonino nel momento in cui i fatti gli vengono contestati) - "è inc
redibile" che la Comunità Internazionale, e l'Italia in particolare, abbiano "rotto un fronte che si è unito contro gli Stati Uniti invece che contro L'Havana". Il Commissario Europeo giudica "incoerenti" le reazioni di quanti, prendendo a pretesto la legge "Helms-Burtons", dimentica "a cosa significa il regime castrista".
"Il nostro Movimento - ha ricordato Emma Bonino - è l'unico soggetto politico organizzato che abbia tentato di mobilitare l'opinione pubblica contro la presenza e l'accoglienza cordiale ai peggiori dittatori e - ha aggiunto - di manifestare in difesa dei loro popoli oppressi". Per l'esponente radicale "l'Italia non deve tornare ad essere il ventre molle della lotta per il diritto alla libertà, contro dittature ed oppressioni comuniste e fasciste". Bonino "è triste" nel constatare che uomini come Ignazio Silone, i Fratelli Rosselli, Ernesto Rossi e i rari intellettuali liberali come Leonardo Sciascia "sono di nuovo estranei alla cultura e alla politica ufficiali del Paese, e - ha detto - non solamente a sinistra". Per costituire "o ricostituire" quel "congresso per la libertà della cultura" che ha rappresentato negli anni Cinquanta l'apporto principale della cultura e "delle forze intransigentemente liberali, antifasciste e anticomuniste" Bonino e Pannella propongono una grande manifestazione democratica il
3 dicembre a Roma. Pannella anch'esso allibito per l'accoglienza che l'Italia ha riservato ai "più grandi dittatori" dell'epoca, ha detto di rendersi conto che "di fronte a Fidel, sono travolte le prudenze tattiche di molti, di sinistra e non".