-------------------------------------------Roma, 18 novembre 1996
Egregio Direttore,
sono uno delle centinaia di "sproloquiatori" della "banda Pannella" che dalle ore 16,28 del 5 ottobre, a Roma, dal palco di Largo dei Lombardi (via del Corso), si alternano ai microfoni della "maratona oratoria" in difesa dei venti referendum promossi dal Movimento dei Club Pannella-Riformatori.
Con buona pace Sua e della giornalista Claudia Giannini che firma il pezzo pubblicato sul suo giornale di ieri a pagina 4, preferisco stare a "sproloquiare" in mezzo alla gente piuttosto che sorbirmi impotente il cicaleccio quotidiano dei poli e degli ulivi, immobili quando si tratta di affrontare il nodo della politica, cioè delle soluzioni di governo da dare ai problemi del nostro paese, ma agilissimi quando si tratta di arraffare il consenso e i soldi dei cittadini sapendo di non doverne realmente rispondere, grazie alle leggi elettorali che essi stessi si sono dati.
Temo che né Lei, né la Sua giornalista possiate capire me e i miei compagni: io sono uno di quelli che si illude che in questo paese ci sia ancora posto per la politica fatta in mezzo ai cittadini, per un'informazione che abbia coraggio civile, per un rapporto corretto tra cittadini e istituzioni dello Stato. Mi illudo che questo paese possa recuperare certezza del diritto e senso della democrazia. E per dare corpo - letteralmente - alle mie idee, sono disposto a parlare per ore, a digiunare, a farmi arrestare. Se tutto questo può dar fastidio a qualche commerciante o a qualche giornalista "per bene", francamente mi importa poco.
Cordiali saluti.
Roberto Spagnoli
P.S.: la disattenzione dell'autrice del pezzo (giacché non voglio pensare alla malafede) le ha impedito di sapere che dalle 14 alle 16 e dalle 21 alle 9 del mattino successivo l'amplificazione non funziona per rispettare le ore di quiete pubblica e che comunque, nelle altre ore il volume non è mai a livelli eccessivi. Le sarebbe bastato chiedere.