Rientro nello SME: Partirono per suonare e .....
Bruxelles 25 novembre 1996
E cosí una volta di più i paesi dell'Unione europea non hanno mostrato quell'indulgenza che il pacioccoso Prodi sperava di aver spuntato con la sua "finanziaria dei miracoli" e la solidarietà democratico cristiana con il Cancelliere Kohl.
Il cambio sotto quota mille, checché se ne dica oggi, rappresenta obbiettivamente un brutto colpo per l'economia italiana e un'insuccesso per i nostri negoziatori del week-end che hanno visto la quasi unanimità degli altri paesi ergersi contro le richieste italiane.
Non sarà il prezzo richiestoci per le troppe perplessità che ancora sussistono sull'efficacia della manovra, sulla sua durata, su come arriverà al traguardo? Sulle perplessità che devono essere insorte per una manovra negoziata direttamente e innanzitutto con i sindacati, mentre nessun segnale di mutamento di rotta si percepisce in tutti gli altri campi nei quali l'Europa ci chiede più rigore e più rispetto degli impegni assunti, dalle privatizzazioni alla questione IRI, dall'incapacità di assorbire i Fondi strutturali alla mega multa incombente per l'ennesimo sforamento delle quote latte?
Siamo rientrati ed é un fatto positivo - anche perché farlo entro il 31 dicembre 1996 costituiva una condicio sine qua non per non pregiudicare l'ingresso nella moneta unica -: farlo a queste condizioni puó costituire un'ipoteca seria per l'avvenire.