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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 16 dicembre 1996
PENTITI: MILIO (RIFORMATORI) PRESENTA INTERROGAZIONE SU DI MAGGIO
Sulla vicenda del pentito Baldassarre Di Maggio, il Senatore Pietro Milio della Lista Pannella-Sgarbi (F.I.) ha presentato oggi un'interrogazione della quale vi forniamo il testo

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI; AL MINISTRO DELL'INTERNO E PER IL COORDINAMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE; AL MINISTRO DI GRAZIA E GIUSTIZIA.

Roma, 16 dicembre 1996

Premesso che:

- nell'udienza del 13 dicembre u.s. del procedimento a carico del sen. Giulio Andreotti che si celebra davanti la V Sezione Penale del Tribunale di Palermo (con collegialità identica per i 2/3 a quella che ha condannato l'ex-funzionario del SISDE Bruno Contrada) è stato esaminato il collaboratore Baldassarre Di Maggio che a specifica domanda, dopo imbarazzata reticenza, su sollecitazione del Presidente del Collegio - come informano le cronache - ha ammesso di aver percepito in un'unica soluzione, la somma di lire 500 milioni, oltre l'assegno mensile che continua a percepire nella misura di circa otto milioni ed oltre ai rimborsi - pronto cassa - per le quotidiane necessità personali e familiari;

- tale somma gli sarebbe stata elargita quale acconto sulla "liquidazione" complessiva e secondo una dichiarazione del suo legale (Giornale di Sicilia 14/XII/1996) "i soldi sono stati erogati dalla speciale Commissione del Servizio di Protezione. Si tratta di un organismo presieduto da un sottosegretario che ha accolto una espressa richiesta formulata dal pentito".

Per sapere:

- se corrisponde a verità quanto dichiarato dal Di Maggio in ordine alle somme percepite e dal suo difensore in ordine all'organismo che ha deliberato ed elargito il pagamento e la sua data certa;

- quali altre somme esso Di Maggio ha percepito e continua a percepire a qualunque titolo e quali gli altri collaboratori con gli analoghi privilegi;

- se le somme corrisposte ai pentiti sia come stipendio mensile sia come donazioni extra ordinem sono sottoposte a tassazione alla quale non si sottraggono i redditi dei parenti delle vittime di essi stessi collaboratori;

- se la legislazione premiale prevede la possibilità di elargizione di somme diverse dal mensile e in quale misura;

- quale il criterio adottato per la quantificazione dell'anticipazione della liquidazione;

- quali controlli e da chi vengono effettuati in ordine all'utilizzazione di queste ingenti somme da parte di pentiti, e/o dei loro familiari, e/o prestanomi;

- se tali somme provengono esclusivamente da fondi di pertinenza del Ministero degli Interni;

- se sono utilizzati fondi riservati dei servizi segreti o se lo siano stati in passato e attraverso quali canali reperiti;

- se può escludersi che le misure "premiali" siano state mai finalizzate alla sollecitazione e/o assunzione delle dichiarazioni dei pentiti e quale sia il criterio che presiede alla concessione del prezzo della collaborazione ancor prima che le loro "verità" - spesso frutto di aggiustamenti come ha affermato da recente Spatola Rosario - uno di loro - peraltro mai smentito da nessuno - siano state vagliate e riscontrate definitivamente;

- quali le ragioni della segretezza del trattamento economico di questa, ormai eccessivamente folta, schiera di personaggi, ove esso trovi giustificazione nella legge;

- quali iniziative intendano assumere ciascuno secondo le rispettive competenze perché si ponga fine a tale intollerabile baratto danaro/verità, siano ricercate e individuate violazioni di legge e responsabilità non solo politiche in ordine alla gestione giudiziaria, tutoria (il caso Ferone insegni) e premiale dei pentiti, siano poste in essere tutte le attività necessarie per il recupero e la restituzione allo Stato delle somme elargite e non dovute.

Sen. Pietro Milio

 
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