(L'Opinione delle Libertà, giovedì 19 dicembre 1996)
di Ernesto Caccavale
Da qualche giorno è iniziata la raccolta delle firme promosse dai comitati di base per la costituente di Mariotto Segni. Questa iniziativa, sostenuta da larghi settori del Polo, e suggellata ieri dalla prestigiosa firma di Silvio Berlusconi, prende il suo avvio da una falsa rappresentazione della realtà. E cioè che l'unica alternativa al fallimento della Bicamerale sia l'elezione su base proporzionale di un'Assemblea con poteri costituenti.
Sulla Bicamerale i siluri di questi giorni hanno reso a tutti chiaro quello che noi dicevamo da tempo e cioè che questo strumento è completamente inadeguato ed addirittura pericoloso per ogni riforma seria del sistema.
Credo che oltre a Fini, anche Berlusconi si sia reso conto dell'errore di aver dato via libera in prima lettura ad una trappola partitocratica di tal specie. Sulla Costituente invece è forse il caso di sottolineare quello che non è ancora sufficientemente chiaro. E cioè: a) essa non potrebbe essere operativa prima del prossimo millennio, visti i tempi previsti dalla nostra Costituzione; b) ci sarebbe un prepotente ritorno al proporzionale, indispensabile per eleggere una assemblea costituente e contraria a tutti i proclami di fedeltà al giovane e fragile maggioritario italiano; c) con un ventaglio così variegato di proposte provenienti dalle forze politiche non potrebbe che generarsi, alla fine (nel 2004?), un mega-compromesso tutt'altro che utile al miglioramento dei meccanismi istituzionali.
Restano quindi solo le motivazioni "tattiche", quelle che suggeriscono la scelta della Costituente per scompaginare la traballante maggioranza di Governo. Ma è chiaro che da un obiettivo di così piccolo cabotaggio, non c'è da aspettarsi nessuna vera Riforma, nessuna Rivoluzione liberale, niente che faccia assomigliare l'Italia alle democrazie occidentali.
Al contrario, Bicamerale e Costituente appaiono sempre più come due facce della stessa medaglia, con il medesimo obiettivo: un grande pasticcio che riunisce tutte le differenti proposte di riforma in una indistinguibile melassa, in una vera Contro-Riforma istituzionale.
Noi respingiamo questa logica perversa e non firmeremo per la Costituente, contrariamente a quanto Forza Italia ed An, sbagliando, indicano.
Nel balletto del tutto virtuale tra una Bicamerale sempre più in bilico ed una Costituente che potrebbe essere operativa non prima del prossimo millennio, io scelgo di non iscrivermi a nessuno dei due partiti.
Le uniche iniziative concrete presenti in questo momento sul terreno delle riforme restano i referendum elettorali proposti dai Riformatori per l'abolizione della quota proporzionale, per il maggioritario a turno unico. I referendum sono già lì, pronti all'uso, ma fortemente minacciati dalla Corte Costituzionale, cane da guardia del regime partitocratico ed illiberale.
Se il Polo abbraccia i referendum elettorali non fa altro che rispettare gli impegni presi dinanzi ai 16 milioni di elettori che lo hanno votato il 21 aprile scorso.