Roma, 19 Dicembre 1996
Car
nelle vacanze che le festività concedono ai politici, e, meno comprensibilmente, e per abitudine, al dibattito politico, noi giocheremo- come proviamo, da mesi, e inutilmente, ad annunciare al paese- la partita politica decisiva non solo e non tanto delle sorti di questo Governo e Parlamento, ma dell'assetto e dei destini delle istituzioni e della politica italiana.
Entro la metà del mese di gennaio la Corte Costituzionale dovrà decidere sui referendum (in primo luogo: su quelli elettorali), cioè, in concreto, dovrà decidere se rispettare la Costituzione o la propria precedente, e per molti versi anticostituzionale, giurisprudenza: questa decisione, che dipenderà anche dal grado di attenzione o distrazione "deliberata" che le forze politiche ed il Parlamento sapranno riservarle, non avrà, semplicemente, "riflessi" sul corso della vita politica: dirà, in maniera definitiva, se la materia delle "riforme" sarà consegnata a compromessi di tutti con tutti e su tutto (politici, economici e giudiziari), oppure ad un appuntamento certo, popolare e "istituzionale" (più di rabberciate e proporzionalistiche bicamerali o "costituenti" ).
In tempo di auguri, non possiamo che augurarvi ed augurarci di non riservare i prossimi mesi ed il prossimo anno allo spettacolo di una politica, che tutto tenta o realizza per il timore del ricorso al voto dei cittadini (a quello che, altri da noi, direbbero: la sovranità popolare).
Noi dobbiamo difendere giuridicamente e politicamente i referendum di fronte alla Corte Costituzionale: ma tutti devono non solo sperare ma anche operare a che la Corte Costituzionale sia tale: costituzionale; tutti (anche i giudici della Corte) devono imparare a difendersi dai "servizi" che la giurisprudenza della Consulta ha reso e rende al potere e non alle istituzioni, come da una delle ragioni di debolezza e di sconfitta della politica.
Non disperiamo di scoprire che quanti dei referendum sono avversari, dichiarati o di fatto, possano, in queste ore, e nei prossimi- pochissimi- giorni, comprendere come la strada dello "scasso" o dell'agonia istituzionale, lungo cui corre la politica italiana, sia più rischiosa, meno opportuna, meno ("realpoliticamente") conveniente della tenuta della competizione referendaria.
Per tutto questo, a noi e a voi, tanti auguri.
Emma Bonino Marco Pannella Paolo Vigevano Pietro Milio