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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 28 dicembre 1996
CLUB PANNELLA AGLI EDITORI: APPOGGIATE I REFERENDUM

Roma, 28 dicembre 1996

Dichiarazione di Benedetto della Vedova, segretario nazionale dei Club pannella-Riformatori:

"Sulle pagine di tutti i giornali italiani compare oggi l'appello della FIEG per la liberalizzazione della vendita di quotidiani, oggi anacronisticamente riservata alle edicole, le cui licenze, per di più, sono contingentate.

Siamo completamente d'accordo. Di più: nella primavera '95 abbiamo proposto due referendum sulla liberalizzazione delle attività commerciali (licenze ed orari), che, se fossero stati vinti, avrebbero spalancato le porte anche alla liberalizzazione del commercio dei quotidiani, dei farmaci (almeno alcuni) e di altri prodotti oggi esclusivo appannaggio di alcune corporazioni commerciali, a danno della concorrenza e delle esigenze dei consumatori.

Quella fu una prima occasione di liberazione dell'economia italiana dai lacci statalisti e corporativi che la soffocano. Fummo lasciati soli, anche dagli editori, e fummo battuti nonostante un consenso di quasi il 40% degli elettori.

A distanza di due anni l'occasione si ripropone, con i diciotto referendum liberali e liberisti, per le libertà economiche ed il mercato. Se la lobby degli editori non vuole vedere naufragare ancora per decenni nei corridoi delle commissioni parlamentari i propri desideri di liberalizzazione della vendita dei quotidiani, ha anch'essa a disposizione questo strumento, il solo in grado di scardinare l'attuale assetto conservatore.

Restano pochi giorni per garantire al paese questo appuntamento di libertà e di democrazia: accanto all'appello degli editori compare sui principali quotidiani l'invito dei comitati referendari a finanziare una massiccia campagna di stampa perché la Corte Costituzionale consenta ai cittadini di votare. Ci attendiamo dalla FIEG una pronta risposta, per passare subito dalle parole ai fatti. Senza contare che i contributi saranno spesi immediatamente per acquistare pagine pubblicitarie sui giornali stessi: insomma, per gli editori sarebbe solo una partita di giro".

 
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