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Radio Radicale Sergio - 30 dicembre 1996
Crisi costituzionale o crisi politica?

CENERE anno VI/ numero 16

Paolo Fiorio

Intervista a Ugo Spagnoli, giudice della Corte Costituzionale fino al 1995.

Dopo due anni dalle prime elezioni politiche con il sistema maggioritario che giudizio da' della nuova legge elettorale?

I limiti del maggioritario sono emersi con chiarezza nel corso di questi ultimi tempi, quindi e' molto probabile che la legge cosi' come e' stata redatta debba essere cambiata.

La frammentazione politica secondo lei e' una caratteristica strutturale del sistema politico italiano?

Lo e' stata abbastanza ma molto meno che adesso, in precedenza non aveva raggiunto un'ampiezza paragonabile a quella attuale che, in parte deriva dal maggioritario, dal fatto che le schegge contano, l'apporto marginale di singole forze politiche puo' essere determinante nel maggioritario perche' facilemente determina la vittoria di una coalizione piuttosto che un'altra. Questi raggruppamenti sono quelli che rendono particolarmente inefficace il sistema. In Italia, a differenza degli altri paesi europei, si e' arrivati solo parzialmente alla formazione di due grosse forze politiche.

Secondo lei qual'e' il problema del sistema politico italiano, e' un problema politico o e' un problema di ingenieria costituzionale?

Il maggioritario trova grande difficolta' nella sua realizzazione perche' non ci sono due grandi partiti come avviene in Gran Bretagna, in Germania.

Essenzialmente per il nostro paese il problema di ingenieria costituzionale e' un problema politico nel senso che bisogna andare a schieramenti pi· omogenei e pi· forti per portare il confronto politico su un terreno di reale bipolarismo. Questo e' un problema politico, la questione si pone sia nel caso si scelga una soluzione presidenzialistica, sia se ne scelga una parlamentaristica.

Il doppio turno puo' essere utile per evitare le degenerazioni della frammentazione politica e per dare stabilita' di governo al Paese?

Il doppio turno di per se' non offre le garanzie per evitare il prolifelarsi delle formazioni minori, ci saranno sempre, anche perche' non si sa quale doppio turno prevarra'; chi andra' al secondo turno, le prime due forze con il ballottaggio, le prime tre, le prime quattro?

La soluzione del governo del Premier ipotizzata nel primo accordo tra D'Alema e Berlusconi puo' dare efficienza al sistema politico?

Anche le soluzioni come quelle del governo del Premier di per se' non sono sufficienti se non si arriva a un reale bipolarismo. In un sistema maggioritario maturo non c'e' bisogno di scrivere sulla scheda chi sara' il Premier, lo si sa sara' il leader della coalizione che vince che in quasi tutti i casi e' il dirigente massimo del partito vittorioso (in Inghilterra sara' Major o Tony Balir). La scelta popolare nel momento in cui e' la scelta del partito e' anche la scelta del Predidente del Consiglio. Poi se si vuole precisarlo sulla scheda va benissimo ma non e' necessario. Secondo me il governo del Premier e' una delle proposte pi· valide perche' puo' conciliare la necessaria efficienza con il fravore parlamentare in linea con la tradizione democratica italiana.

A quali sistemi stanno guardando le forze politiche per modificare la forma di governo?

Mi sembra stia prevalendo quella del semipresidenzialismo francese "al ballottaggio" con il cancellierato tedesco. L'elemento di scelta grosso e' se il sistema debba ispirarsi ad un modello parlamentarista o ad un modello presidenzialista. All'interno delle due soluzioni ci sono poi molte possibili opzioni.

Quali sono le ipotesi presidenzialiste conosciute in Europa?

La prima che non e' propriamente presidenzialistica e' quella austriaca, non e' considerabile come tale a tutti gli effetti perche' pur prevedendo l'elezione diretta del Presidente, questi ha funzioni di garanazia. Una seconda e' quella portoghese ma l'espressione pi· caratteristica e' quella francese.

Ci spiega in cosa consiste il semipresidenzialismo francese?

Il semipresidenzialismo francese consiste in un'elezione diretta del Presidente della Repubblica con un sistema elettorale a due turni, egli nomina il Presidente del Consiglio che non deve avere la sfiducia del Parlamento, il Presidente non ha nessuna funzione di garanzia in quanto e' l'espressione del voto popolare. Ha poteri enormi, puo' indire referendum, puo' proclamare situazioni di emergenza. Puo' avvenire che una legge sia promulgata senza l'approvazione parlamentare, il Presidente da' la legge per approvata e l'unico rimedio che puo' spettare al Parlamento e' il ricorso al Cons il Constitution l per il giudizio preventivo di costituzionalita'. Puo' bloccare qualsiasi legge, puo' impedire emendamenti alle leggi che comportano spese. Il Presidente della Repubblica resta in carica per 7 anni, puo' sciogliere il Parlamento, situazione che puo' avvenire facilmnente nel caso in cui la maggioranza parlamentare sia di diverso indirizzo da quella del Presidente.

Un sistema presidenzialistico puo' essere strutturato diversamente a seconda che le maggioranze che supportano il Presidente e il governo siano diverse;

quali sono i rischi delle due possibili situazioni che si possono cerare in un sistema di questo tipo?

Nell'ipotesi in cui le maggioranze siano dello stesso indirizzo politico si crea un "iperpresidenzialismo", i poteri del Presidente sono enormi, il Parlamento e' depotenziato, non ha poteri di controllo rilevanti, anzi e' pressoche' privato di poteri. In questo caso il sistema e' efficiente e stabile anche se situazioni di disordine possono emergere nei contrasti tra Presidente della Repubblica e Presidente del Consiglio che formano due "sottogoverni" con interessi a volte diversi. Se le maggioranze sono diverse si creano grossi rischi di conflitto e inefficienza. Quando si realizza la cosiddetta "coabitation" si e' in una situazione di difficolta' che puo' essere riassorbita se si e' in presenza di grosse personalita' politiche come puo' essrere stato Mitterand; il verificarsi di questa situazione puo' compromettere quello che e' il risultato migliore del sistema, cioe' l'efficienza.

Ritiene che un sistema come quello francese sarebbe applicabile in Italia?

La soluzione semipresidenzialistica sarebbe un grave errore perche' gli aspetti plebiscitari e la personalizzazione del potere sarebbero esasperati dalla potenza manipolativa dei media e dal fatto che tra i protagonisti dello scontro politico c'e' chi detiene une parte non indifferente dei mezzi di comunicazione. Le soluzioni presidenzialistiche hanno avuto origine sia in Francia che in Portogallo in situazioni del tutto particolari. In Francia e' nato in una situazione drammatica, tra scontri fortissimi, quasi al limite della guerra civile. Il contenuto autoritario di tale sistema e' indubbio anche se non si e' trasformato in regime autoritario per la grande tradizione democratica della Francia e per i personaggi di grande prestigio che ne sono stati i protagonisti. In Italia non c'e' una situazione drammatica come quella che c'era in Francia nel 1958. Perche' imbarcarsi in un esperienza tipica della Francia, unica al mondo, e in contrasto con le tradizioni europee per una soluzione che non da' efficienza n

el caso di "coabitazione"? In Portogallo il presidenzialismo e' sorto in una situazione particolare, dopo una rivoluzione, con un consiglio rivoluzionario composto dai militari che avevano portato avanti la rivoluzione. Il presidenzialismo alla francese e' una soluzione che nella sua espressione pi· radicale e' sostenuta solo dalla destra, la sinistra prendendola in considerazione ha posto le mani avanti cercando corettiivi e attenuanti; anche questo e', a mio parere, un errore perche' quello e' un sistema che regge solo in quanto abbia quelle caratteristiche .

Mi auguro che si lavori in una direzione diversa e che si parli di altre cose, forse pi· importanti

... quali?

Essenzialmente si dovrebbe realizzare il potenziamento del Parlamento e dell'esecutivo. E' necessaria una forte delegificazione, bisogna affidare pi· materie di minor importanza al potere normativo del governo, le cosiddette "leggine" dovrebbero rientrare nei poteri regolamentari dell'esecutivo. Continuare a fare politica con i decreti e' un grosso limite, si e' visto con l'ultimo governo Dini, materie di grande importanza come l'immigrazione sono state affrontate con lo strumento del decreto legge, questa e' una delle vere cause dell'inefficienza di governo che perdura in Italia da anni.

Per quanto riguarda la stabilita' di governo quale soluzione e' la pi· adatta secondo lei al nostro sistema politico e costituzionale?

Secondo me potrebbe essere necessario introdurre la sfiducia costruttiva rendendo impossibile per i primi 2 anni di ogni legislatura un cambio di governo e successivamente permettendo un cambiamento solo attraverso la sfiducia costruttiva, cioe' le forze che vogliono far cadere un governo devono poter dare una diversa soluzione, accettata dalla maggioranza parlamentare.

Per potenziare il Parlamento?

Bisognerebbe abolire una delle Camere rendendo la seconda Camera un organismo delle autonomie locali, in questo modo l'approvazione delle leggi sarebbe pi· veloce e si potrebbe evitare un massiccio ricorso come adesso ai decreti legge per materie che non hanno nessuna delle caratteristiche di gravita' ed urgenza richieste dalla Costituzione.

 
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