Nell'89 scrivevo su Agorß che l'IRI era una voragine di debiti ed inefficienze. Tu, cara Laura e Marco De Andreis, aveste all'epoca persino il coraggio di scrivere che Prodi aveva compiuto, attraverso l'IRI, il miracolo di rendere efficente l'impresa pubblica.
Nel 92 scrivevo su Agorß che Scalfaro sarebbe stato un pessimo affare per chi avversava la partitocrazia. Tu e molti tuoi amici scrivevate che era un "Pertini cattolico", e intendevate, tanto per esser chiari, che sarebbe stato una benedizione per il Paese.
Nel 93 scrissi, proprio rivolgendomi a te, che facevi male a tifare per Rutelli, il quale, da sindaco, vi avrebbe pugnalato alle spalle. Tu mi rispondesti che Rutelli era "nato per fare il sindaco", intendendo che sarebbe stato un vostro campione.
Oggi dico a te ed ai tuoi amici, che i referendum sono ormai un'arma spuntata, perch il regime che regge l'Italia dal dopoguerra ha fatto un salto di qualitß, diverso da ci che era tre o quattro anni or sono. Un giurista insigne come Paladin conferma ci che dico quando si lascia sfuggire che per la Corte Costituzionale la manifestazione popolare della volontß di abrogare una norma ha un valore relativo e limitato nel tempo. Anni or sono, mi lecito crederlo, una affermazione simile avrebbe sollevato scandalo nel gioco che esisteva allora di finto conflitto tra un'opposizione formale ed una maggioranza di cartone. Oggi nessuno fiata: dai tumultuosi banchi della sinistra, che dieci anni fa sarebbe insorta per fingere, come al solito, di avere a cuore la democrazia diretta, il palpito delle plebi, nessuna voce si levata per dire che Paladin un reazionario, retrivo e servo dell'imperialismo americano.
Vedrai, cara Laura, che come per l'IRI, per Prodi, per Scalfaro e per Rutelli, vedrai che tra non molto sarai tu a venire sulle mie posizioni. Le mie certezze di sempre saranno le tue e quelle dei tuoi amici. Purtroppo, quando il treno sarß ormai passato.