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Conferenza Movimento club Pannella
Salvidio Ascanio - 31 dicembre 1996
Caro Grippo e caro Baielli,

la logica del "facciamo, facciamo, perch non abbiamo di meglio da fare a meno che qualcuno non ce lo suggerisca" evoca l'immagine di un uomo che per prosciugare una palude, non disponendo di pompe adatte, continui a raccogliere l'acqua nel cavo della mano ed a riversarla sul terreno da cui rifluisce nel fango.

Una volta riconosciuta l'inutilitß di un'azione, si convochi un congresso, si faccia riflessione, e si individuino nuovi metodi e nuove vie.

Per quel che mi riguarda, il consiglio che posso dare questo: poich il regime ormai troppo forte per essere combattuto contrastandolo, preferibile combatterlo "esasperandone i tratti caratteristici".

Faccio un esempio: se alle ultime politiche quel 2% circa di elettori radicali avesse convogliato deliberatamente i propri voti su Rifondazione, il potere di ricatto di questa su Prodi sarebbe stato molto pi· alto di quello attuale, rendendogli paradossalmente assai pi· difficile governare.

In altri termini, occorre riconoscere che il regime, come tutti quelli di sinistra, molto difficile da prendere di petto, ma - allo stesso tempo - in viaggio verso la sua inevitabile autodistruzione. Non essendo possibile annientarlo con un attacco diretto, cio utilizzando gli strumenti positivi delle leggi democratiche, tuttavia consentito ed utile mettere in atto quei comportamenti che possano accelerare al massimo il suo collasso.

Il paradosso, anzi, che pi· si contrasta il regime, pi· a lungo esso dura, perch si allunga anche il lasso di tempo necessario alla sua autoconsumazione.

Anche qui conviene fare un esempio: l'introduzione del maggioritario avrebbe spazzatovia il regime, se questo, come era naturale che facesse, non ne avesse stravolto le modalitß applicative sino a vanificarne l'impatto quasi completamente. Il paradosso, tuttavia, che se il maggioritario non fosse stato introdotto, e il proporzionale avesse imperato nella forma come nella sostanza anche nel 93 e nel 94, il regime sarebbe comunque crollato.

Molto spesso, obiettivi distanti vengono raggiunti andando in senso contrario, e talvolta ci accade in maniera involontaria e inconsapevole. Per chi combatte da una posizione di debolezza intrinseca come voi, preferibile ritorcere le armi del Nemico contro lui stesso, anzich tentare di opporgli le proprie. A questo proposito vi sarß utile riflettere sul sensibile mutamento di opinione degli ultimi dieci anni attorno al fenomeno droga. Rispetto a dieci anni or sono, la percentuale di italiani favorevole alla legalizzazione del commercio e dell'uso di droghe cresciuta in maniera sorprendente. Ebbene, se ci avvenuto, lo si deve non tanto al vostro sforzo o alla maggior presa di ideali libertari, bensø al disgusto crescente della popolazione per gli effetti perversi delle leggi restrittive volute da Craxi, Martelli e i ministri della sanitß del pentapartito. Essi vollero introdurre leggi esasperanti, ed ecco il risultato: molti di coloro che avrebbero sostenuto senza esitare un moderato regime di rest

rizione dei consumi e divieto del commercio della droga sono ora divenuti favorevoli ad una liberalizzazione ben oltre gli obiettivi stessi del vostro referendum.

Se dunque siete incatenati al remo di questa galera che viaggia verso l'inevitabile precipizio, perch vi affannate a pagaiare contro corrente, se facilmente dimostrabile che la forza degli altri rematori soverchia la vostra e ne annulla ogni effetto ? Ingegnatevi, piuttosto, affinch si arrivi alle rapide pi· presto. Lø, anche un solo colpo di remo sbagliato farebbe schiantare la nave, e non c' forza che possa imepdirlo.

A voi la scelta se far sommergere la nave all'altezza delle rapide, con qualche affogato e pochi contusi, oppure se continuare a remare controcorrente, e lasciare che passi indenne le rapide per precipitare nella voragine sottostante come vorrebbe Bossi, o come stato a Bucarest. Insistendo nel mettere in atto azioni vane, state anche voi - non certo volendolo - contribuendo alla catastrofe finale.

 
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