GIU' LE MANI DAI REFERENDUM
Prodi ha promesso di non interferire
Articolo di Iuri Maria Prado pag. 6
La legge consente al Governo di dire la propria sulla legittimità dei referendum sottoposti al giudizio di ammissibilità della Corte Costituzionale. In parole povere, al Governo è consentito di interferire nel diritto al referendum dei cittadini. Forse perché non me ne intendo, ma la ragione che giustifica quell'intervento governativo, a me sfugge del tutto. Pare che esista un interesse del Governo 'al mantenimento dell'integrità e della continuità dell'ordinamento giuridico'. Il che, sempre in parole volgari, significa che il governo ha interesse a che le cose non cambino. O, quanto meno, a che cambino se e come vuole il governo e non se e come vogliono gli elettori. Peraltro (entro solo un momento nel tecnico, e poi torno subito al volgare), mi domando: se davvero esiste quell'interesse del governo a 'mantenere' , e se davvero quello è un interesse meritevole e superiore, non dovrebbe essere obbligatorio l'intervento, anziché facoltativo qual è? E ancora (qui si è già nel concretissimo): come mai, di fatto
, il governo a volte interviene e a volte no? E come mai quando interviene, lo fa praticamente sempre per dirla contro i referendum? D'altra parte, si argomenta che è necessario riconoscere al governo la facoltà di depositare memorie sulla 'legittimità costituzionale' dei referendum, perché così si garantisce la sussistenza del 'contraddittorio'. Spiegazione, questa, che non convince da qualunque parte la si guardi. In primo luogo, infatti, lascia perplessi che il governo sia 'contraddittore' nell'esperimento referendario. In secondo luogo - dato che si tratta, o almeno dovrebbe trattarsi, di questioni di legittimità e non di merito - non si vede quale ausilio potrebbe dare il governo al giudice costituzionale. In terzo luogo, infine, i fatti hanno dimostrato che quell'esigenza di 'contraddittorio' non è per nulla risentita a livello sistematico, ma è ripescata di volta in volta dal governo per spingere la Corte a mandare deluso il lavoro referendario. Quanto alla situazione attuale, ci si attenderebbe che
il governo di centrosinistra non mettesse becco per aggiungere ostacoli ad ostacoli, contribuendo ad impedirci di votare su questioni tanto importanti e che già con estrema fatica si cerca di sottoporre all'elettorato. Ieri, i comitati promotori sono stati ricevuti da Prodi e Veltroni, i quali, si sarebbero impegnati a non interferire nel giudizio su alcuni referendum (quelli elettorali e quelli impropriamente detti 'di coscienza'). Ciò che soddisfa solo parzialmente, giacché i quesiti sono molti altri ancora, e su questi il governo si è riservato di decidere. Contro il diritto di parola dei cittadini ne hanno organizzate di tutti i colori. La più sistematica e feroce censura, e la classe politica tutta unita nel non denunciarla. Poi un presidente della Repubblica che lamenta un uso 'eccessivo' dei referendum. Poi un presidente della Corte Costituzionale che esterna ed anticipa sentenze. Poi un sindaco progressista che fa sequestrare i banchetti di raccolta delle firme perché non consoni 'all'arredo urbano'.
Poi le segreterie comunali che impediscono ai cittadini di firmare. Ci manca ora soltanto che Prodi, ricorrendo al potere apprestato da una legge sbagliata, chieda la cancellazione di qualche milione di firme. Giù le mani.