Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
mer 23 apr. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 31 dicembre 1996
PANORAMA 30 DICEMBRE 1996

MA ERA MEGLIO FARNE SOLO DUE

Opinione di Gianni Baget Bozzo pag. 18

I referendum in Italia hanno indicato, molte volte, l'inclinazione liberaldemocratica degli elettori italiani, fuori dalla indicazioni della Chiesa e dei partiti. Per questo sono stati l'arma proprio del Partito Radicale, che nasce come sinistra liberale. Essi sono stati il mezzo più incisivo della politica italiana. Tuttavia, molto spesso sono stati disattesi. I referendum abrogativi possono solo determinare un vuoto di legislazione che il Parlamento può riempire a suo giudizio. Il referendum non aveva il favore del costituente, che temeva, essendo rigorosamente parlamentare, la contrapposizione fra il popolo ed il Parlamento, cioè la natura potenzialmente plebiscitaria del referendum. Proprio per il carattere abrogativo e non propositivo del referendum, è accaduto che la risposta del Parlamento non corrispondesse alla soluzione adottata. E' accaduto molte volte, l'ultima è recente: è stato rivotato il finanziamento pubblico ai partiti, sia pure in forma indiretta. Anche questa volta i referendum radicali p

ortano su quesiti rilevanti, e tendono a mettere in luce richieste di garanzia liberale. Sono così per esempio, i due sulle leggi elettorali della Camera e del Senato: che si collocano sulla linea del movimento referendario di Mario Segni. Se essi venissero approvati dalla Corte Costituzionale, sarebbero certamente approvati dagli elettori, che vedono nel bipolarismo una garanzia che la scelta dell'elettore sia rispettata. Cioè la volontà di Seconda Repubblica, quella che venne disattesa dal Presidente della repubblica con il famoso ribaltone del Governo Dini, in cui la soluzione della crisi della maggioranza non fu affidata all'elettorato con lo scioglimento delle Camere. Questi due referendum toccano il vero nodo del problema politico italiano. Se essi fossero tenuti e ottenessero risposta positiva, varrebbero la riforma costituzionale: perchè il nodo fondamentale della politica è affidato alla legge elettorale. Essi vennero bocciati dalla Corte Costituzionale solo per un difetto di forma che ora è stato

cancellato. Non si vede per quale motivo questa volta dovrebbero essere dichiarati irricevibili. E' su questo referendum che si determineranno le posizioni politiche dei partiti che vedranno posizioni diverse fra schieramenti e forse all'interno degli stessi Poli. I difetti del bipolarismo attuale nascono dal fatto che esso mescola maggioritario e proporzionale, con il risultato di vedere cumulati gli svantaggi dell'uno e dell'altro. Abbiamo avuto così il paradosso che il maggioritario uninominale ha finito con il moltiplicare i partiti, rendendo i gruppi marginali decisivi per la vittoria dello schieramento. E' per questa particolarità della legge che la logica del maggioritario ad un solo scrutinio è stata alterata dal gioco della desistenza fra Ulivo e Rifondazione. Da cui deriva ora il principale problema della legislatura. Forse sarebbe stato meglio che i referendum fossero stati solo i due elettorali. venti referendum sono una sfida all'elettore. I più delicati sono quello sulla legalizzazione del com

mercio delle droghe leggere e quello che fa dell'aborto un diritto soggettivo della donna. Ma proprio per il carattere di coscienza che investono questi referendum, sarebbe bene che i partiti li affidassero alla libertà di coscienza dell'elettore. E questo può valere anche per gli altri. Solo occorrerebbe che essi fossero chiaramente spiegati dal comitato promotore e da chi lo contraddice, in par condicio, attraverso la televisione.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail