STORIA DI VITTORIE E TRADIMENTI
a cura di Stefano Brusadelli pag.16-20
Dal 1970, quando è stata varata la legge di attuazione, si sono svolti in Italia 37 referendum abrogativi. Si è votato in 9 tornate diverse. I "sì" hanno vinto 19 volte, i "no" 16. Due referendum sono stati annullati per mancato raggiungimento del quorum. Molte di queste consultazioni, delle quali Panorama ripercorre la storia, hanno segnato profondamente la storia del Paese. Altre sono state nei fatti tradite.
12-13 maggio 1974
Abolizione del divorzio (Sì 40,7 - No 59,3) Viene respinta la proposta cattolica di abrogare la legge Fortuna-Baslini del '70 che ha introdotto in Italia il divorzio. E' la svolta nel costume e nella politica, che prepara i successi della sinistra del '75
11-12 giugno 1978
Abolizione del finanziamento pubblico ai partiti (Sì 43,6 - No 56,4). La massiccia campagna della Dc e del Pci contro la proposta radicale di abolire il finanziamento pubblico introdotto nel '74 dà i suoi frutti. Anche se il numero dei sì risulta più alto del previsto.
Abolizione legge Reale (Sì 23,5 - No 76,5) Anche su questo quesito Pannella è sconfitto. Il clima di emergenza nazionale provocato dall'acutizzarsi del terrorismo (Aldo Moro è stato appena rapito ed ucciso dalla Br) pesa sul risultato.
17-18 maggio 1981
Abolizione dell'aborto, proposta radicale (Sì 11,6 - No 88,4) Da posizioni opposte rispetto al Movimento per la vita, anche i radicali chiedono di cancellare la legge sull'aborto. Ne vorrebbero una meno punitiva per la donna.
Abolizione legge Cossiga (Sì 14,9 - No 85,1) I radicali vedono nuovamente respinto il prematuro tentativo di superare la legislazione degli anni di piombo, contenuta nelle norme volute dall'ex ministro degli Interni Francesco Cossiga.
Abolizione ergastolo (Sì 22,6 - No 77,4) Stesso discorso che per la legge Cossiga. Il clima non è propizio. Neppure l'impegno comune di Pci, Psi e Pdup a favore del sì riesce a portare oltre un magro 22 per cento.
Abolizione porto d'armi (Sì 14,1 - No 85,9) Si completa la pesante sconfitta di Pannella: 4 sconfitte su 4 referendum proposti. Nel partito radicale si decide una pausa di riflessione sull'opportunità di usare ancora l'arma referendaria.
9-10 Giugno 1985
Contingenza (Sì 45,7 - No 54,3) E' la grande vittoria di Bettino Craxi e la sconfitta del Pci. Gli italiani decidono di confermare il taglio della scala mobile che, nonostante l'opposizione della Cgil, il governo ha varato il 14 gennaio '84. A volere fortemente il referendum era stato Enrico Berlinguer.
8-9 Novembre 1987
Localizzazione centrali nucleari (Sì 80,6 - No 19,4) Sull'onda dell'impressione suscitata dal disastro di Chernobyl del 1986, la sinistra propone la rinuncia al nucleare. Solo Pri e Pli sono contrari. Il pacchetto antinucleari si articola su tre referendum. Il primo rende di fatto impossibile progettare nuovi impianti. Gli altri due riguardano il taglio dei contributi agli enti locali che ospitano impianti (Sì 79,7 - No 20,3) e il divieto per l'Enel di partecipare ad impianti nucleari all'estero (Sì 71,9 - No 28,1)
Responsabilità civile dei giudici (Sì 80,2 - No 19,8) Voluta dal Psi e dai radicali, questa consultazione si tiene sull'onda emotiva del caso Tortora. Il giornalista dopo una dolorosa vicenda giudiziaria, era stato assolto dalla Cassazione. Propone di condannare i magistrati che sbagliano al risarcimento pecuniario delle vittime.
Abolizione dell'inquirente (Sì 85 - No 15). Un'altra facile vittoria dell'offensiva Pannella-Craxi. Viene abolita la possibilità per i ministri di essere prosciolti "politicamente" da un voto del Parlamento, sfuggendo alla giustizia ordinaria.
3-4-GIUGNO 1990
Referendum contro la caccia e l'uso di pesticidi in agricoltura. Annullati per la partecipazione insufficiente. E' il giorno nero dei referendum. Per le due consultazioni promesse da Verdi e Radicali, vota rispettivamente il 43,4 e il 43,1 degli italiani, meno del 50 per cento richiesto dalla legge.
9-10 giugno 1991
Abrogazione della preferenza multipla (Sì 95,6 - No 4,4) E' il trionfo di Mario Segni e un duro colpo al sistema Dc. Con la preferenza unica diventano più difficili il voto di scambio e la formazione di correnti. Gli avversari del referendum, con Craxi in prima fila, puntano sul mancato raggiungimento del quorum. Ma il 62,5 per cento degli italiani va al voto. Comincia la transizione verso la cosiddetta Seconda Repubblica.
18-19 aprile 1993
Trasformazione maggioritaria della legge elettorale del Senato (Sì 82,7 - No 17,3). Con questo referendum Segni costringe il Parlamento a varare una nuova legge elettorale di impronta maggioritaria, sia per la Camera sia per il Senato. Approvata nel '94, è il "Mattarellum" tuttora in vigore.
Abolizione Ministero Turismo (Sì 82,2 - No 17,8) Promosso dai consiglieri regionali per trasferire competenze alle regioni.
Abolizione ministero Agricoltura (Sì 70,1 - No 29,1) Tipico esempio di referendum tradito: a dicembre dello stesso anno è stato istituito il Ministero per le risorse agricole.
Abolizione del Ministero delle partecipazioni statali (Sì 90,1 - No 9,9) Il referendum è promosso da un comitato guidato da Massimo Severo Giannini.
Abolizione del finanziamento pubblico ai partiti (Sì 90,3 - No 9,7) Al secondo tentativo Pannella ce la fa. I partiti risponderanno aumentando la somma dei rimborsi elettorali.
Abolizione del potere di nomina del tesoro dei vertici bancari (Sì 89,8 - No 10,2) Il referendum promosso dal Corid di Giannini, ha lo scopo di spezzare il metodo della lottizzazione delle casse di risparmio.
Sottrazione alle Usl della tutela dell'ambiente (Sì 82,5 - No 17,5) Altro referendum ignorato. A tutt'oggi i poteri di controllo ambientali sono delle Usl.
Abrogazione legge Craxi-Jervolino (Sì 55,3 - No 44,7) Viene depenalizzato l'uso personale delle droghe.
11 giugno 1995
Abolizione della possibilità per un privato di possedere più di una tv nazionale (Sì 43,0 - No 57,0). Scegliendo il No, gli italiani consentono a Berlusconi di tenersi tre reti. Fallisce il tentativo di infliggere al Cavaliere il colpo definitivo dopo il ribaltone.
Divieto di trasmettere spot pubblicitari durante i film in tv. (Sì 44,3 - No 55,7) Altra vittoria Fininvest. Viene sconfitta la campagna veltroniana la cui parola d'ordine è stata "non si interrompe un'emozione".
Divieto di raccogliere pubblicità per più di due reti nazionali (Sì 43,6 - No 56,4) E' respinto un altro divieto anti-Fininvest. L'obiettivo è Publitalia, che raccoglie pubblicità per le tre reti berlusconiane.
Privatizzazione della Rai (Sì 54,9 - No 45,1) Dell'esito non si tiene conto. L'azienda resta sottoposta al controllo della politica attraverso la commissione di vigilanza.
Abolizione delle trattenute automatiche sul salario per finanziare i sindacati (Sì 56,2 - No 43,8) Per pannelliani e Polo dovrebbe essere il colpo mortale a Cgil, Cisl e Uil che si sostentano con la trattenuta automatica. Ma venuto meno l'obbligo di legge, sindacati e imprenditori continuano ad accordarsi per far funzionare il meccanismo.
Abolizione totale dei limiti di rappresentatività per costituire sindacati (Sì 49,9 - No 50,1) Viene respinta la proposta dei Cobas di consentire a chiunque di partecipare a trattative sindacali nelle aziende.
Abolizione parziale dei limiti di rappresentatività sindacale (Sì 62,2 - No 37,9) Versione edulcorata del precedente. Obbliga i grandi sindacati a sottoporre gli accordi, prima di firmarli, al parere della base.
Abolizione del potere dello Stato di individuare i sindacati più rappresentativi (Sì 64,7 - No 35,3) Maggiore rappresentanza sindacale nel pubblico impiego. Concede ai lavoratori e non più alla Presidenza del Consiglio di scegliere le organizzazioni che partecipano ai negoziati.
Abolizione del sistema a doppio turno per eleggere i sindaci delle città con oltre 15 mila abitanti (Sì 49,4 - No 50,6) Il fallito obiettivo di Pannella è di adottare anche nelle grandi città il maggioritario a un solo turno.
Abolizione dei poteri dei comuni in materia di commercio (Sì 35,6 - No 64,4) La vittoria del No auspicata dalla Confcommercio evita la liberalizzazione nelle licenze commerciali.
Abolizione dei poteri delle Regioni e dei sindaci in materia di orari dei negozi (Sì 37,5 - No 62,5) Restano difficoltose le aperture domenicali e notturne, alle quali i piccoli esercenti non sono favorevoli.
Abolizione del soggiorno cautelare (Sì 63,7 - No 36,3) Abrogato un istituto già in disuso. I sospetti di mafia non possono più essere spediti in Comuni lontano da quello di origine.