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IL SOLE 24 ORE 2 GENNAIO 1997

BONINO: "NO AD UN'EUROPA MONETARISTA E CONTABILE"

Articolo di Gerardo Pelosi

Un '97 tutto in salita per il processo di integrazione europea con nodi irrisolti e debolezze di sempre. Dopo un '96 non certo incoraggiante, Emma Bonino, Commissario Europeo, prefigura un altro anno grigio. Vede l'Europa scivolare irrimediabilmente verso un'impostazione 'monetarista e perfino contabile'. Sta prevalendo, dice la rappresentante italiana all'esecutivo di Bruxelles con delega all'aiuto umanitario, ai consumatori ed alla pesca, la tesi inglese di una grande zona di libero scambio priva di una dimensione politica. E mentre la globalizzazione ci impone nuove sfide 'l'Europa non riesce ad esportare l'unico vero prodotto competitivo che abbiamo, la democrazia'. Il '96 si è chiuso con il vertice di Dublino, che ha approvato la bozza di un nuovo trattato, 140 pagine per la Carta costituzionale della nuova Europa, che sono passate da ieri nelle mani del nuovo presidente di turno del Consiglio Europeo, il premier olandese Wim Kok. Almeno sulla carta l'anno che si apre dovrebbe segnare la tappa decisiva

per il nuovo trattato di Maastricht 2. 'L'agenda è questa - osserva la Bonino - ma vedo grosse incertezze; il problema non sta solo nelle formule per dare visibilità alla Politica estera e di sicurezza comune. C'è una questione di fondo: si è esaurito l'effetto trainante dell'integrazione economica sull'unione europea; la pura visione monetarista e contabile ha dato il massimo e se non si immette nel processo anche la gamba politica non si va da nessuna parte'. Secondo il commissario europeo, la debolezza europea è tutta lì, nell'incapacità di porsi come soggetto politico. 'Tutta la storia della Comunità e lo stesso sogno spinelliano di un'Europa riconciliata - osserva il commissario - ha sempre visto l'aspetto economico come strumento per giungere all'integrazione politica, ma nel corso degli anni, la parte economica ha preso il sopravvento e la gamba politica di è andata assottigliando'. Questo mentre nel mondo cresceva la domanda di un'Europa politica. 'La crisi nella regione dei Grandi Laghi in Africa e

quella della ex-Jugoslavia - spiega la Bonino - ci dimostrano molto chiaramente che i Paese Europei sono protagonisti solo di tante belle sconfitte e, in nome della sovranità nazionale, hanno spesso preferito perdere da soli piuttosto che vincere insieme; l'Unione Europea è il più grande donatore al mondo ma non è un partner politico per nessuno'. E invece, secondo la Bonino, l'Europa ha tutte le carte in regola per essere un grande soggetto politico internazionale. 'Dopo la caduta del blocco comunista - spiega l'esponente della Commissione - c'è un gran numero di paesi europei dove c'è il rischio di revival nazionalisti; poi ci sono i paesi a grande sviluppo economico, ma senza sviluppo democratico che comprendono tutto il Sud Est Asiatico e la Cina; L'Africa ha, invece, una minore crescita economica e nessuno sviluppo democratico'. E' in questo scenario che l'Europa, blocco regionale a grande sviluppo democratico ma a basso sviluppo economico non sa valorizzare nè esportare il prodotto migliore, la democra

zia. Insomma un'Europa vecchia che non accetta le sfide del futuro, subisce gli effetti della globalizzazione - dice la Bonino - può valere per tutta l'Europa; sotto una bella campana di vetro rischiamo di lasciare i nostri Parlamenti nazionali e i nostri eserciti così come sul fronte economico abbiamo difficoltà ad accettare i nuovi campi di attività che creano occupazione e difendiamo settori tradizionali senza futuro'. E l'Italia? 'Qui - risponde il commissario europeo - i difetti sono ancora più visibili; in Italia sembra un'utopia persino creare un'Economia liberale con questo costo del lavoro e questa rigidità delle liste di collocamento'.

 
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