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Conferenza Movimento club Pannella
Salvidio Ascanio - 3 gennaio 1997
Caro Donvito,
non mi diverte polemizzare con te, dato che non nutro motivi di astio nei tuoi confronti e non desidero umiliarti pubblicamente.

Debbo tuttavia, con molta pacatezza, farti rilevare quanto ti sbagli nel giudicare le mie proposte.

Anzitutto, debbo correggere alcuni tuoi errori circa quello che penso e quelli che sono gli insegnamenti della Storia.

Non mi ispiro affatto a Trozki, n tantomeno ad altri "eroi" del pantheon marxista ed idealista. Trotzki non invitava a restare nella legalitß pi· rigorosa, ma a servirsi di coperture formalmente legali per svolgere attivitß illegali. Per fare un esempio, se mi ispirassi a Trotzki ti inviterei a denunciare veri e presunti evasori fiscali al 117 al solo scopo di guadagnarti la confidenza della Guardia di Finanza e spiarne organizzazione, armamento, capacitß di intervento: una attivitß illegale mascherata da un'attivitß legale. Invece, io suggerisco di utilizzare il 117 per quel che serve, solo, facendolo spesso e in maniera esasperata, in modo da contribuire alla crescita dell'avversione della popolazione nei confronti del governo Prodi. Mi sembra una bella e notevole differenza. Mi sembra poi appena il caso di dire che Trotzki di sinistra e che io non lo sono, cosa che, per chi sa capire la distinzione tra destra e sinistra non priva di significato.

Per quanto riguarda i richiami alla Storia sei in errore per due ragioni. Anzitutto, sbagli a chiedermi se vi siano esempi di "rivoluzioni attuate coi miei metodi" avvenute senza violenza e sopraffazione, perch non comprendi i miei metodi (mi hai dato del trozkista !). Ma sbagli doppiamente nel dare alla violenza un significato assolutamente negativo, in quanto sai bene che esistono situazioni nelle quali adoperarla necessitß di sopravvivenza. E di esempi del genere la Storia piena: quante volte, negli ultimi anni, Pannella stesso ha invocato un energico intervento di polizia nei confronti dei Serbi ? E quando si tratt di intervenire contro Saddam Hussein non fu forse proprio Pannella a insistere perch l'Europa partecipasse attivamente alla forza d'attacco americana ? Non mi risulta che le truppe mandate laggi· abbiano digunato o indetto referendum per liberare il Kuwait....

Essere contro la violenza in maniera assoluta non una scelta "ponderata e libertaria" del tipo di quelle che ti piacciono, bensø una pessima forma di degenerazione ideologica, con gravi risvolti psicopatologici, uno di quegli atteggiamenti dai quali prendi con vigore le distanze.

Con ci , a scanso di equivoci, non sto affermando che in Italia occorra far uso della violenza per sbarazzarsi di questo regime (anche se l'antipatia che suscita fa certamente prudere le mani a chiunque abbia un minimo di amor proprio e senso morale). Mi limito a farti notare quanto vuota ed inutile sia la tua domanda, a me rivolta, su quale rivoluzione si sia attuata senza atti di forza. Che senso ha questa domanda, se ti sbagli sia attorno alla natura delle mie intenzioni (il mio "metodo") sia sul senso della violenza in quanto tale ?

Quanto sopra, per indicarti gli errori che fai su di me e sulla Storia in genere. Ma veniamo al peggiore dei tuoi errori, che , purtroppo, anche la causa del girare a vuoto della splendida macchina da guerra del movimento cui appartieni.

Tu sostieni di rivolgerti, con la tua azione politica e quella dei tuoi amici, "ad una maggioranza che d'accordo con te..." e ti aspetti, quindi, che questa folla di liberali ti segua.

Ebbene, hai senza dubbio ragione quanto alle opinioni (latenti) di questa maggioranza. Ma hai drammaticamente torto quanto al fatto che ti "rivolgi ad essa".

In realtß, il tuo messaggio confinato dal regime ad una misera cerchia di persone. Quelle che ogni tanto si sintonizzano su radio radicale. Oppure quelle come me, che per evitare di perdere l'abitudine ad informarsi (disgustate come sono dai media), dedicano qualche minuto a leggere Agorß. Altro che comunicazione di massa, caro Donvito ! Il tuo messaggio gira a vuoto...in diversi anni dacch seguo questa conferenza, leggendo e cercando di tradurre in italiano i comunicati di Pannella, posso assicurarti che non ho mai visto un solo di essi riportato da Televidio, anche in forma sintetica, o trasmesso dalla radio o ristampato dal Corriere o da Repubblica.

E non tutto. Oltre alla cortina giornalistica che preclude al tuo movimento la possibilitß di diffondere i propri programmi, la propria azione, la propria opinione, esiste - e qui sta il punto chiave - una perfetta saldatura tra partiti della maggioranza e istituzioni che sono preposte al controllo del corretto funzionamento della vita democratica. Questo fenomeno la vera novitß che distingue la Prima Repubblica dalla Seconda Repubblica (non esistono altri elementi differenziali).

In altri termini, come ho pi· volte tentato di spiegare a te ed ai tuoi amici, al tempo della Prima Repubblica, sebbene non potevate contare su una maggiore disponibilitß dei media a far circolare le vostre idee, avevate almeno la possibilitß di giocare la carta referendaria con efficacia, in quanto non vi era una cosø forte consonanza tra i vari centri di potere dello Stato. Il consociativismo non stato un'alleanza politica, ma piuttosto una sorta di accordo spartitorio di non belligeranza tra la sinistra cattolica e quella marxista. Voi potevate, a quell'epoca, contare su una certa quale "instabilitß" del regime, proprio perch esso era frutto di un "equilibrio truffaldino" tra poteri opposti e non il prodotto di un potere

unitario.

Con la nascita dell'Ulivo, che ha riunito sotto il suo usbergo quei poteri contrapposti della Prima Repubblica e con la sua successiva vittoria elettorale, quelle smagliature istituzionali sulle quali potevate contare sono venute meno.

Oggi il potere - lo stesso potere - rappresentato in maniera uniforme in seno a tutte le istituzioni che lo detengono. Ed per questo motivo che la tua azione e quella dei tuoi amici del movimento divenuta molto meno efficace che in passato.

Riassumendo, il tuo movimento non ha mai avuto capacitß di far giungere in maniera continuata e sistematica le proprie idee alla maggioranza degli italiani. Ci riusciva solo quando sfruttava le"smagliature" del sistema, e con gran successo.

Oggi, quelle benedette e sacrosante smagliature, quelle fratture tra le "zolle tettoniche" dei poteri della Prima Repubblica non esistono pi·. E quindi, la lava radicale, liberaria e liberista, non riesce a emergere ed a incendiare nulla.

Concludendo, caro Donvito, quando oltre a mancare la possibilitß di comunicare liberamente manca anche la possibilitß di agire facendo leva sugli equilibri precari di due forze contrapposte, non c' bisogno di molto acume o di ispirarsi a Trotzki per capire che la tattica di lotta va cambiata rispetto al passato.

E proprio perch il ricorso alla violenza, o comunque ad atti illegali o clandestini mi sembra fuori luogo (ancora non siamo al punto in cui diventa necessaria la legittima difesa e spero che il regima "scoppi" prima di degenerare sul modello di quello serbo o rumeno), trovo che si debba sfruttare ogni occasione lecita che viene offerta per ritorcere le mille offese e vessazioni inventate dal Governo Prodi contro il medesimo. Sui referendum non insisterei e non mi strapperei i capelli: una strada che non paga seguire, in queste condizioni. O almeno, che non opportuno seguire sacrificando totalmente ed esclusivamente ogni energia.

Niente Trozki, dunque, ma semmai un p di buon senso che tu, se permetti, non dimostri di avere nel giudicare la situazione nella quale il tuo movimento si trova.

 
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