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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 4 gennaio 1997
PANNELLA: "OSCAR HA FIRMATO UNA RAPINA"

intervista a Marco Pannella di Paola Di Caro

(Il Corriere della Sera, sabato 4 gennaio 1997)

E sui referendum: "I giudici costituzionali hanno instaurato il sequestro di questo potere. Ma è ora di dire basta"

Roma - D. Ha visto Pannella, il presidente Scalfaro ha firmato la legge sul finanziamento ai partiti contro la quale voi avete fatto ricorso alla Consulta. Sarà furioso...

R. Ha messo la sua firma sotto questa rapina. Ha eseguito. Speriamo che la Consulta non faccia altrettanto il nove gennaio. Non funzionavano così bene né la Roma né la Mosca degli anni Trenta...

D. Con la Corte avete aperto un altro fronte. Davvero, in caso di bocciatura dei vostri referendum, siete pronti a prendere le armi? O è una trovata del Pannella gran comunicatore?

R. No. Dopo 50 anni occorre pure dire basta. Regnano ormai una assoluta incertezza del diritto e l'arbitrio, peggio che a Belgrado. Ormai sono sistematicamente offesi e negati diritti fondamentali ed elementari, a cominciare dallo stesso diritto al voto e dal sequestro del "potere referendario" instaurato dalla Costituzione.

D. E per questo voi "nonviolenti" siete pronti alle maniere forti?

R. Ghandi dice: "Se non sei un nonviolento e non rispondi anche con la violenza ad una violenza che minaccia la vita e i diritti, sei un codardo". E la dottrina liberale da sempre recita: "Di fronte all'oppressione della libertà e del diritto, il dovere è ribellarsi, rivoltarsi, insorgere". Sì, occorre armarsi.

D. Ma che cosa, esattamente, pensate di fare?

R. Sarà il Consiglio Generale del movimento che a questo fine è convocato per il 23 gennaio, a decidere forme, tempi e passaggi della lotta per la vita del diritto e il diritto alla vita.

D. La vostra protesta è tutta contro la Corte?

R. Non riguarda solo la Consulta. Il degrado della giustizia è di ogni momento e assolutamente generale.

D. Ma perché è così pessimista sul fatto che la Corte possa accogliere i vostri referendum?

R. Concordo con Galli della Loggia: la Corte deve essere neutrale. Sicurissimamente la Corte non lo è stata, in materie istituzionali ed elettorali, impedendo l'esercizio del voto a 48 milioni di elettori più e più volte, salvando un regime altrimenti sconfitto. E' stato ed è un golpe quotidiano, continuo. Quindi, se Galli della Loggia ha ragione, la Consulta dovrebbe avere la forza di giudicare, oltre le proprie giurisprudenze, in presa diretta con la Costituzione. Se di nuovo sarà negato al popolo di dire lui sì o no a queste proposte, e sette o otto cani da guardia del potere ritoglieranno di mezzo queste riforme altrimenti plebiscitarie occorrerà organizzare da subito una battaglia senza quartiere per abbattere un sistema e un regime del quale il Paese è nauseato e stufo.

D. Il suo è un tono da rivoluzionario.

R. ma le condizioni rivoluzionarie esistono: produttori di ricchezza, dai lavoratori agli imprenditori, da una parte; burocrati di Stato e parastato dall'altra. E' questo il nuovo scontro di classe, da vincere con una rivoluzione liberale, liberista, libertaria, federalista e democratica. Per lo Stato di diritto.

D. Spesso si dice che la Corte, nelle sue decisioni, tiene conto dello "spirito del Paese". E stavolta nessuna forza politica è schierata con voi.

R. la Corte è sempre stata espressione del Palazzo e non della gente. Ma certo, sapere di giudicare di fronte a un Paese assolutamente ignaro e distratto o davanti ad un Paese consapevole ed attento, non è la stessa cosa. Nel primo caso è repubblica delle banane marce, ma sulla carta, e nella nostra volontà, siamo per uno Stato di diritto e vogliamo divenirlo.

D. Ma vi siete chiesti perché nessuna forza politica condivide il vostro sforzo per questi diciotto referendum?

R. Tutti i partiti in quanto tali furono contro il referendum sul divorzio. Fecero l'impossibile, li battemmo e alla fine fecero buon viso a cattivo gioco. E' stato quasi sempre così. Sul finanziamento pubblico, sulla responsabilità civile dei magistrati, sulla orrenda legislazione di emergenza. La Corte costituzionale puntualmente li seguiva, e lo ha fatto anche quando il Pci, per una volta, ha sostenuto il referendum di Segni e nostro, consentendo al Paese l'esercizio del suo diritto di voto referendario, salvo poi ammucchiarsi tutti sulle "regole", come le chiamano, procreando gli immancabili mostri del Mattarellum e Tatarellum. E ora vogliono fare anche la Costituzione con questo splendido metodo, e gli intellettuali del Polo coprono gli interessi di Mediaset passando, in un batter d'occhio e di tacchi, da Tocqueville a Talleyrand, dalla rivoluzione liberale alla realpolitik andreottiana.

D. Però stavolta non sono solo i partiti a non essersi schierati con voi: anche la campagna "ma perché" per il finanziamento dei referendum non ha avuto un grande successo...

R. Ma abbiamo raccolto dalla gente in pochi mesi tre miliardi di finanziamento. E' vero però che tarda ad esplodere quel consenso e quel sostegno che chiediamo alla borghesia. Ma segnali positivi cominciano ad esserci... Questa partita è lontana dall'essere tutta giocata.

D. Alcuni, come l'ex radicale Peppino Calderisi, contestano l'alto numero di referendum da voi presentati e giudicano i quesiti confusi e forse inaccoglibili. La Corte non potrebbe bocciarli per queste ragioni, e non per un complotto anti-referendario?

R. Rispondo a lui e alla Corte che il compito della Consulta, così come della Cassazione che lo ha compreso, è quello di non presumere che i cittadini italiani, per esercitare i loro diritti-doveri e il potere referendario dei quali sono titolari, debbano usare tutti gli arzigogoli della scienza giuridica nello scrivere e sottoscrivere (12 milioni e 500 volte) le loro richieste referendarie. Devono finalmente consentire alla Costituzione e allo Stato di diritto di essere viventi anziché negarli.

D. Pannella, le forse politiche sono orientate a votare la Bicamerale. Perché i referendum dovrebbero portare le riforme e la Bicamerale no?

R. La Bicamerale non può che produrre, come ho detto, Mattarelli e Tatarelli all'ennesima potenza. Dopo i mostriciattoli, il mostro. Lancio un monito a tutti i parlamentari, soprattutto del Polo: votare al Senato e alla camera, come Cossutta, la costituzione della Bicamerale con una maggioranza tale la precludere la possibilità di un referendum di approvazione non è che vergognosa scelta oligarchica di regime.

D. E la Costituente perché non le piace?

R. Confesso di non capire. Vogliono niente meno che una Costituente dei partiti della proporzionale, vecchi e nuovi, crei la nuova Repubblica del 2000. Stiamo freschi! Capisco Berlusconi, per il quale una firma non si nega più a nessuno e non la si rispetta, se non fa comodo, con nessuno; capisco meno Fini in questo suo muoversi sempre più come una fotocopia giovane di Forlani. Ma capisco meno Segni e la tanta brava gente che se ne va alla guerra allegramente per far vincere il nemico.

 
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