estratti dal fondo di Eugenio Scalfari
(La Repubblica, 5 gennaio 1997)
(...) Finanziamento pubblico dei partiti.
Questa legge ha a prima vista tutti i requisiti per essere ritenuta incostituzionale. Infatti: 1. Contrasta clamorosamente col referendum che abolì il finanziamento pubblico. 2. Impone ai cittadini di finanziare coi loro soldi partiti diversi e opposti a quelli da essi sostenuti e votati. Non capisco in base a quali considerazioni il presidente della Repubblica, garante della Costituzione, abbia firmato e promulgato la legge senza rinviarla al Parlamento per un ulteriore esame. Personalmente mi auguro che la Corte costituzionale annulli con sentenza questo mostro giuridico. Che poi di finanziamento pubblico e non volontario si tratti non vi è dubbio alcuno sia per il meccanismo previsto e sia per i fatto che retroattivamente la legge prevede l'erogazione ai partiti di 160 miliardi nell'esercizio in corso prima ancora che i contribuenti abbiano espresso la loro volontà (si fa per dire) nel modulo 740.
(...) I trenta referendum all'esame della Corte.
Sono già partite alcune bordate intimidatorie nei confronti della Corte costituzionale affinché si guardi bene dal respingere sia pure uno dei trenta referendum sottoposti nei prossimi giorni al suo esame. E' curioso che queste intimidazioni provengano da autorevoli pubblicisti (Galli della Loggia) e da autorevoli organi di stampa ('Corriere della Sera') che fanno continue professioni di fede liberale: tentar di intimidire la più alta magistratura costituzionale prima ancora che si pronunci sta al pensiero liberale come zero sta a x.
Se mi dovessi esprimere sul referendum che più sta a cuore a Galli della Loggia - quello dell'abolizione del 25 per cento dei collegi elettorali assegnati col sistema proporzionale - non esiterei a dire che sono anch'io, come lui, favorevole a quel referendum. Mentre mi sembrerebbe da respingere quello che chiede l'abolizione della ritenuta d'acconto sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti, trattandosi a evidenza di materia fiscale esclusa da consultazioni referendarie.
Non entro comunque nel merito, ma riaffermo che squalificare preventivamente le sentenze della Corte se non corrispondono ai nostri desideri è tutto fuorché un modo liberale di pensare.
Qui mi fermo. Vedremo tra pochi giorni l'evolversi di questi temi, le motivazioni delle varie parti in causa e i loro effetti sulla vita del paese.