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Partito Radicale Rinascimento - 6 gennaio 1997
IL MESSAGGERO 6 GENNAIO 1997

"E' COLPA DEL PARLAMENTO"

L'Esperta: troppe lentezze favoriscono i referendum

Intervista ad Anna Chimenti, giornalista e ricercatrice di Diritto Costituzionale all'Università La Sapienza di Roma. pag. 2

"I referendum in Italia hanno avuto tutta questa importanza anche perché il parlamento legifera lentamente e tra mille difficoltà...". Anna Chimenti, giornalista e ricercatrice di Diritto Costituzionale all'Università la Sapienza di Roma ha scritto per l'editore Laterza una 'Storia dei referendum'.Di un istituto cioè attraverso il quale 'si possono raccontare cinquant'anni di politica italiana. Un istituto che ha permesso ai cittadini di pronunciarsi su capitali questioni di coscienza come divorzio ed aborto; grazie al quale sono entrati in parlamento due nuovi partiti, il radicale nel 1976 sull'onda del No al divorzio e i Verdi, sfruttando i referendum contro il nucleare del novembre 87; un istituto che ha provocato tre volte le elezioni anticipate..."

D. Diceva delle lentezze della politica che lasciano spazio alle iniziative referendarie...

R. Certo. L'esempio più illuminante è proprio quello delle riforme. Se ne parlò per la prima volta nel 1969, in una tavola rotonda fra Ingrao e De Mita. Ma in vent'anni, il parlamento ha soltanto riempito di scartoffie i propri archivi con la documentazione delle varie commissioni. Fino a quando nel '91 il referendum sull'abolizione delle preferenze multiple ha aperto la prima breccia.

D. In quel caso però la Corte Costituzionale bocciò altri due quesiti, quelli sul cambiamento della legge elettorale...

R. Infatti. La Consulta si appigliò ad un criterio tecnico e non li ammise. Un criterio che non fece valere due anni dopo quando sulla base di una semplice riformulazione dei quesiti, prese una decisione opposta.

D. Sta dicendo che la Corte decide in base al contesto politico?

R. Bè, anche. Nel '91 eravamo in pieno regno dei partiti, nel '93 lo scossone era già arrivato... E inoltre è determinante la composizione della Corte. Il che non vuol dire che abbia avuto sempre un ruolo conservatore: anche nel '91 con la preferenza unica la Corte presieduta da Conso diede a Craxi una bella botta. Fu proprio Conso ad aprire il varco.

D. Perché?

R. I componenti della Consulta erano rimasti quattordici. Votarono sette pro e sette contro. E siccome in caso di parità il voto del presidente vale doppio. Conso fu decisivo. E il referendum passò

D. Anche oggi i giudici sono soltanto quattordici...

R. E anche oggi il voto di Granata potrebbe far prendere la bilancia da una parte o dall'altra.

D. Ritiene che l'affluenza alle urne per i referendum sia in calo, nelle ultime tornate, per via del loro numero crescente?

R. Direi di no. Fondamentali piuttosto mi sembrano la mobilitazione dei partiti o di gruppi di opinione o di mass media, come nel caso dei referendum sulla Tv. Quando questo c'è, la gente vota. Se no, tende ad andare al mare.

 
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