La Stampa del 6 gennaio 1997
CHE VITA SAREBBE SENZA BICAMERALE?
Ma insomma: la fanno o non la fanno questa strabenedettissima Bicamerale? Piccolo brivido di spaesamento da inizio anno. Perché se la fanno è già un bel guaio. Ma se non ci riescono, a questo punto è quasi peggio: aggiungendosi al danno la più crudele beffa.
Che vita è, infatti, senza Bicamerale? E chi mai potrebbe riempire il vuoto improwiso lo spaventoso cratere di sgómento che lascerebbe negli italiani l'improwisa caduta del dilemma di questi mesi: Bicamerale, appunto, o Costituente?
Posti di fronte alla fatale alternativa sia pure in tempi diversi D'Alema e Berlusconi si sono lasciati tentare da entrambe le sirene. Ora che per la consueta riforma delle istituzioni torna mestamente all'ordine del giorno l'articolo 138 il rischio è che la caduta della Bicamerale comporta anche il crollo della Costituente, con i relativi Còbac o Cobàc di Segni. Così in vista del voto finale, magári sarà il caso di organizzare Comitati di base per la Bicamerale (Cobàb o Còbab), con la dovuta raccolta di firme.
A richiederlo non sono soltanto le promesse trionfalistiche dell'estate scorsa, quando ad occhi ingenui parve decisa la Bicamerale, né le chiacchiere iniziatiche su <In realtà, dopo quasi vent'anni, nell'immaginario politico e giornalistico italiano la Bicamerale è assai più e assai meno di una commissione parlamentare per le riforme. Nel SenISO che è ormai uscita da sè stessa e da tempo vive la vita dei miti: tanto più strordinaria, quanto piu' indecifrabile, rarefatta, oscura, immobile. "Il processo riformatore spiegava anni fa il presidente Mancino ha le sue regole fatte di lentezza e di pause . »Quando non si vuole decidere una cosa traduceva Craxi si fa la Bicaerale .
Un monstrum, dunque, una chimera, un'idra, un'araba fenice, tutto e il contrario di tutto, cioè il Nulla. Un Nulla, però, da sempre strombazzato e poi spezzettato nella più incomprensibile e litigiosa ingegneria istituzionale. Un Nulla che da sempre consente di sperare nella palingenesi e al tempo stesso di confermare l'irriformabilità del sistema. Un Nulla, infine, anche malandrino per cui De Mita, che rabbiosamente abbandonò la prima Bicamerale, divenne il presidente della seconda; mentre D'Alema, che nel 1992 considerò la sue esclusione addirittura »una scelta felice della mia vita , bene, proprio lui s'è candidato a guidare la prossima Bicamerale.
Se gli auspici appaiono quantomeno bizzarri, i precedenti sono davvero fantastici anzi fantasmagorici nellá loro inconcludenza. »Grande è l'attesa nel Parlamento e nel Paese esordì nel 1983 il povero Bozzi per i risultati che potremo raccogliere . Si cominciò con la Grande Riforma e presto si arrivò alla »riformetta , poi neanche a quella. Considerati i comitati Bonifacio e Riz, le commissioni sono state quattro.
L'ultima si segnalò per defezioni, dimissioni, odi politici, rancori professorali e a maggior gloria i commissari si scambiavano continuamente i cappotti su11'attaccapanni dietro la sala della Lupa. Pannella si ritrovo un loden striminzito, Cossutta protestò per iscritto e Gava, una sera si mise le mani in tasca trovandovi cento lire e un fazzoletto smoccicato. L'ultimo sottile contatto con la realtà.