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Conferenza Movimento club Pannella
Partito Radicale Rinascimento - 7 gennaio 1997
Articolo pubblicato sul quotidiano "L'Opinione" del 7 gennaio 1997
I REFERENDUM E LA PAURA DEL LIBERO PENSIERO

di Valter Vecellio pag.4

"La sua stella non brillerà neanche nel 1997". E' I'oracolo pronostico per Marco Pannella di quattro astrologi consultati dal "Corriere della Sera". A questo, siamo ridotti. Come sia crepi l'astrologo. Credo che abbia ragione Giampiero Mughini, quando scrive, su "Panorama": "Secondo me è immortale. Se un altro che non fosse Pannella, avesse inciampato alle ultime elezioni su quella percentuale di voti inferiori al 2 per cento, tanto da non avere in Parlamento più alcun suo rappresentante... sarebbe politicamente morto, distrutto. Lui invece è ancora in prima fila, e vuole fortissimamente che al primo posto dell'agenda politica siano messi i 20 referendum a proporre i quali i radicali hanno raccolto 12 milioni di firme... E adesso ha scatenato la battaglia contro quelli che, colpevoli di aver architettato la nuova legge sul finanziamento pubblico dei partiti, lui chiama 'banditi e ladri di legalità'...".

Già, i 20 referendum, su cui è caduta una strana, inquietante cappa di silenzio. Due di questi 20 sono stati bocciati dalla Corte di Cassazione. La Corte Costituzionale, a giorni, deciderà se siano o meno ammissibili. Il silenzio è il miglior alleato dei nemici del referendum, di chi teme la consultazione popolare diretta. Qualcuno sembra aver stabilito che l'informazione deve essere rapida, nervosa, scattante come un atleta olimpionico. Ora comprendo bene che non si può trascorrere la vita a rincorrere i ragionamendi di Ciriaco De Mita, le "evoluzioni" di Lamberto Dini; le battaglie di retroguardia progressista dei Verdi contro il Valico. Comprendo che si può e si deve leggere e scrivere cose "leggere". Ma "leggerezza" non significa (non dovrebbe significare) superficialità. Pannella e i radicali hanno piaccia o meno incardinato nell'agenda politica di questo paese una ventina di zeppe che forse in parte saranno anche eluse con leggi che vanificheranno i referendum. Dubito, tuttavia che si riuscirà a fa

rlo per tutti. E comunque non credo che sia giusto farlo. Se ci guardiamo indietro, si vedrà che molte volte è proprio con i referendum che si sono vinte irnportanti, siginificative battaglie politiche; dal diritto al divorzio al diritto all'aborto; fino all'abrogazione della legge sul finanziamento ai partiti.

I referendum proposti da Pannella investiranno questioni e aspetti della nostra vita quotidiana. II vecchio detto "conoscere per deliberare" è pienamente disatteso.

E fin da ora, a Pannella va riconosciuto un nuovo merito. Con la sue azione e il digiuno che sta conducendo, ha aperto un dibattito e una riflessione su una legge importante, votata alla chetichella; e che forse qualcuno sperava passasse inosservata.

E' una legge sbagliata? E' una legge che tradisce la volontà popolare, che a large maggioranza votò per l'abrogazione, la nuova normativa sul finanziamento ai partiti?

Un commentatore come Sergio Romano, alieno da estremisti e isterie verbali, ha avuto parole di fuoco: "II cittadino ha le spalle al muro. Sarebbe veramente libero se avesse il diritto di dare il 4 per mille a una forza politica o di trattenerlo per sé. In realtà può semplicemente decidere se darlo ai partiti o lasciare che finisca, insieme al resto dell'Irpef, nelle casse dello Stato". L'ex senatore del Pds, il politologo Gianfranco Pasquino, dice che la legge "contravviene al referendum sull'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti: le somme destinate ai partiti, vengono sottratte, di fatto, al bilancio dello Stato".

Angelo Panebianco, sul "Corriere della Sera", ha scritto: "E' una legge che ci porta spensieratamente al passato... Era lecito aspettarsi che le forze maggiori partorissero una

legge (e la imponessero alle forze minori) dotata di due caratteristiche: in primo luogo, una legge che non tradisse la lettera del referendum che introdusse il sistema maggioritario e che pertanto, fosse ispirata a principi opposti a quelli che dominavano la politica nell'epoca del proporzionale. Nulla di tutto questo. La legge rispecchia la stessa mentalità, partitocratica proporzionalistica, che era imperante negli anni Settanta... Complimenti vivissimi. Ci vuole da vero un talentaccio per escogitare un sistema simile...".

L'alba della seconda Repubblica assomiglia maledettamente alla notte della prima, sospira Romano. Leonardo Sciascia, di cui mai con oggi sentiamo la mancanza del suo consiglia il conforto della sua critica, una volta mi scrisse: "Bisognerà, come diceva Seneca per gli schiavi, cominciare a contarsi. Si scoprirà, allora, che siamo isolati, ma non soli. Non numerosi, ma sufficienti per contrapporre, con diceva De Sanctis, l"opinione' alle 'opinioni correnti". E' di questa "opinione" che hanno paura i nemici dei referendum.

 
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