PRESIDENTI A CONFRONTO
Parlano gli ex giudici che hanno guidato la Consulta: come voterebbero se dovessero decidere sulla ammissibilità dei diciotto quesiti proposti da pannella e dei dodici voluti dalle Regioni?
INTERVISTA AD ANTONIO LA PERGOLA
"Quei giudizi, che occasione"
La Pergola "Sono decisioni fondamentali per la politica"
Antonio La Pergolaè oggi un giudice internazionale persso la Corte di Giustizia. Sente una certa nostalgia di quando presiedeva la Corte Costituzionale e certe decisioni erano attese con grande passione? "E' l'essenza della giustizia costituzionale, l'intervenire su decisioni importanti.I giudizi di ammissibilità sui referendum sono appunto una grande occasione.Capirà,sono decisioni che incidono sugli istituti politici".
D. Sono decisioni però che non arrivano a ciel sereno. Sono precedute da una giurisprudenza, specie in materia elettorale molto ricca.
R. Sì, effettivamente si tratta di vedere se i quesiti stanno dentro uno schema, la giurisprudenza, che la Corte ha costruito nel tempo.Chessò, se il voto su un certo referendum è chiaro e coerente. Se la legge che si vuole abrogare non sia esclusa. Se non ci siano effetti indotti che travalicano dal quesito referendario.
D. Premesso tutto ciò, si può prevedere cosa deciderà la Corte nei prossimi giorni?
R. Attenzione è sempre un'opera molto delicata quella di applicare ai nuovi casi, in astratto, la giurisprudenza esistente.
D. Prendiamo ad esempio la materia elettorale che è stata molto trattata.
R. Sì effettivamente il terreno è stato arato in passato. Obiettivamente la materia elettorale anche se non è connessa, è molto vicina alla materia costituzionale. E quest'ultima come si sa non è argomento ammesso a referendum
INTERVISTA A VINCENZO CAIANIELLO
"Come smuovere un macigno"
Caianiello: per elezioni e Csm le sentenze sono già scritte.
Vincenzo caianiello è un intransigente difensore della indipendenza e anche della semplice immagine del giudice costituzionale. Si inalbera al solo parlare di pressioni. "Io non ne ho mai avute. Se qualcuno ne parla, le avrà avute lui. Escludo di aver mai avuto anche un solo colloquio, formale o informale, con un esponente politico in merito a decisioni della Corte. Sequalcuno ha ricevuto pressioni evidentemente era ricettivo a riceverle. Con me, conoscendomi, non ci hanno provato.
D. Le dicisioni che la Corte Costituzionale si appresta a prendere, insomma, saranno prese in totale autonomia?
R. Certo. Mi è capitato di entrare in camera di Consiglio con un certo ordinamento e di esserne uscito con l'idea opposta. E a cos'altro servirebbe il dibattito in camera di consiglio, sennò? Altrimenti il giudice potrebbe mandare il suo voto per posta e poi si fa la conta.
D. Se no per pressioni esterne però, ma per orientamento interno, leggi giurisprudenza, il dibattito è già incardinato.
R. Questo sì. Ed è bene per la certezza del diritto. Se si cambiasse giurisprudenza ogni giorno...
D. E quindi sulle decisioni in arrivo che cosa si aspetta?
R. IN materia elettorale e di consiglio superiore della magistratura ci sono già alcune sentenze. Bisogna portare argomenti alla Corte per indurla a cambiare giurisprudenza. Ed è molto piu' difficile. C'è da smuovere un macigno.
INTERVISTA A ETTORE GALLO
»le presioni? Non servono
Gallo: "La Corte è da sempre gelosa dell 'indipendenza
"Qualche pressione c'è sempre stata. Anche ai miei tempi. Ma la Corte è molto gelosa della sue indipendenza. E certe pressioni finiscono per essere controproducenti . Ettore Gallo ricorda bene la tensione che precede ogni decisione importante della Consulta. Ne parla con la saggezza e il distacco dell'ex. Ridacchia ripensando tra sé a qualche episodio che non vuole rivelare, ma che evidentemente gli dev'essere tornato improvvisamente alla memoria.
Oggi che siamo alla vigilia di un passaggio cruciale l'esame da parte dei giudici costituzionali di trenta quesiti referendari, venti proposti dai club Pannella, dieci dalle Regioni si mette per un attimo nei panni dei suoi colleghi togati. »L'esperienza insegna che le tessere e le funzioni di partito si arrestano sempre davanti al portone. Non lo dico per retorica. II giudice costituzionale è davvero geloso della sue autonomia. Ricordo discussioni accese nel chiuso della camera di consiglio. Ma sempre nel nome del diritto mai degli interessi di partito".
D. Quanto alle decisioni in arrivo, lei proprio non vuole entrare nel merito?
R. "Preferisco non rispondere ad alcuna domanda, per non mettere in imbarazzo la Corte Costituzionale. Si tratterebbe da parte mia di un'indebita imtromissione".
D. Perché indebita intromissione?
R. "Che vuole, tra gli emeriti ex presidenti e i giudici in carica, c'è un continuo contatto. Non è proprio il caso"
INTERVISTA A LIVIO PALADIN
»Il problema è il giorno dopo Paladin: ma io li accetterei solo se sono auto applicativi
Quali decisioni si aspetta Livio Paladin dalla Corte Costituzionale ìn merito ai referendum? Partiamo dal quesito più importante, quello sul sistema elettorale.
D. Risposta relativamente facile. Se la Corte Costituzionale non cambia il suo orientamento, cosa sempre possibile in teoria, lo dovrebbe dichiarare inammissibile. Non lo dico per mia convinzione personale. E' la giurisprudenza che lo dice perché ci sono tante e costanti decisioni, in materia di referendum elettorali. Ebbene, il principio è che il quesito sia ammissibile purché quanto sopravvive di una legge parzialmente abrogata sia autoapplicativo. Cioè suscettibile di applicazione anche il giorno dopo".
D. E così non sarebbe, nel caso di vittoria per il referendum sul sistema elettorale?
R. "Chiede troppo. Io posso solo dire, da tecnico, quale è l'orientamento giurisprudenziale della Corte".
D. E gli altri quesiti?
R. Sempre restando ancorati al discorso tecnico, vedo che ce ne sono di difficili, anche se sono quelli meno propagandati. Ad esempio alcuni quesiti proposti dalle Regioni. Alcuni quesiti, se ammessi e vincenti, potrebbero determinare riassetti problematici nell'ambito degli assetti istituzionali".
Livio Paladin, ironico conclude: "In queste giornate d'attesa, la Corte Costituzionale sente inevitabilmente la pressione dell'esterno Non fosse altro che per mass media che intervistano gli ex presidenti".