"LA STORIA GIUDICHERA' SCALFARO"
Per l'alto magistrato l'avallo del capo dello Stato alla legge sul finanziamento pubblico ai partiti è stata una scorrettezza istituzionale
Caianiello, ex presidente della Consulta: "Approverei tutti i referendum".
Intervista all'ex presidente della Corte Costituzioanle ed ex ministro della Giustizia Vincenzo Caianiello di Marco Vnetura pag. 6
Stesse in lui, i referendum di Pannella sarebbero tutti giudicati »ammissibili tranne uno, quello sul sostituto d'imposta »perché riguarda la materia fiscale . Ammissibili, tutto considerato, anche i tre quesiti elettorali che introdurrebbero l'uninominale secco nell'elezione della Camera, del Senato, e del Consiglio superiore della magistratura. Vincenzo Caianiello già presidente della Consulta (e giudice costituzionale dal 1986 al 1995), poi ministro "tecnico" della Giustizia nel governo Dini, considera "sacrosanti" in particolare i quattro quesiti sulla giustizia. E a tal punto riconosce l'importanza della volontà elettorale espressa con i referendum, da criticare il presidente Scalfaro che ha promulgato la legge sul finanziamento pubblico dei partiti. »Come minimo gli effetti di un referendum dovrebbero valere per cinque anni, la durata d'una legislatura, periodo pari a quello previsto per poter riproporre quesiti referendari bocciati. Per correttezza istituzionale il Parlamento non avrebbe dovuto rove
sciare la volontà dell'elettorato: la legge sul finanziamento pubblico, appena varata contro il 90 per cento degli italiani, è fuori del bene e del male".
D. Che cosa si sarebbe aspettato da Scalfaro?
R. Un messaggio alle Camere per chiedere che ci ripensassero. II presidente non dovrebbe valutare solo la incostituzionalità di una legge, ma anche la sua tenuta nel contesto sociale.
D. Invece l'ha promulgata senza aspettare che la Consulta si pronunciasse sul ricorso del comitato promotore del referendum del '93...
R. »La storia giudicherà queste vicende. Per me rimane l'esempio di Luigi Einaudi .
D. Veniamo ai referendum attuali. La Consulta, in passato, ha dichiarato inammissibili quelli elettorali...
R. »Era giustamente preoccupata del vuoto legislativo: in caso di vittoria dei Si se il Parlamento poi non avesse approvato la legge sostitutiva entro 60 giorni, il presidente della Repubblica non avrebbe potuto sciogliene le Camere: non avrebbe saputo con quale sistema far eleggere le nuove .
D. Quindi i quesiti sono inammissibili?
R. »La Corte dovrebbe compiere un atto di coraggio e sospendere il giudizio sollevando di fronte a se stessa la questione di costituzionalita della scadenza che attualmente congela solo per 60 giorni 1'efficacia del risultato del referendum, anziché, come auspicabile fino all'approvazione della nuova legge. Se quel limite può bloccare le iniziative referendarie su materie che la Costituzione non esclude come oggetto di referendum, finisce con l'essere anticostituzionale. Fatta cadere la norma, i referendum elettorali sarebbero ammissibili .
D. E se il Parlamento dovesse comunque rifiutarsi di introdurre il maggioritario?
R. »Ah no! Vi sarebbe un obbligo politico. Spetterebbe al capo dello Stato e al governo interveniree. In altri casi la Corte ha stabilito che non ci si debba preoccupare degli 'effetti' della sentenza: la stessa corte ha i mezzi per risolvere positivamente tali conflitti.
D. Il quesito sulla responsabilità civile dei giudici...
R. <D. Tra i quesiti più rilevanti, quelli sulla Golden Share e sulla legalizzazione delle droghe leggere...R. Giuliano Amato ha distrutto, nel luglio 1992, il sistema dirigista, ma siamo rimasti a quel punto: si chiamano società per azioni, in realta le amministra il sistema politico attraverso il meccanismo della Golden Share. Quanto alle droghe, la strada della legalizzazione o liberalizzazione è l'unica in grado di sconfiggere la criminalità organizzata. II proibizionismo ha fatto il suo tempo, è inutile, anzi agevola il commercio internazionale. Lo spaccio clandestino, comunque, dovrà continuare a essere punito .